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Un consumo di qualità, quando si parla di alcolici, significa prima di tutto un consumo responsabile, ma dove nasce una “civiltà del bere”? Principalmente al bar e al ristorante, dove arriva il progetto #Beremeglio, firmato da Federvini e Fipe

Un consumo di qualità, quando si parla di alcolici, significa prima di tutto un consumo responsabile, ma dove nasce una “civiltà del bere”? Principalmente, al bancone del bar o al tavolo del ristorante, ed è da qui che nasce l’ultima sfida per ristoratori e baristi, promotori di una nuova filosofia, che li rende i primi promotori di una cultura di qualità, di responsabilità e di moderazione nei confronti dei propri clienti, grazie ad un’approfondita preparazione professionale, ad un programma di corsi di formazione sul territorio e ad una guida articolata in diversi punti. Come? Con #Beremeglio, progetto Federvini e Fipe - Federazione Italiana Pubblici Esercizi, che è stato presentato a Padova il 27 novembre, e da dicembre, per 6 mesi, prenderà il via come progetto pilota, attraverso un programma di 20 corsi rivolti nel complesso a 600 esercenti, organizzati con lo scopo di promuovere un nuovo concetto di qualità, non solo delle bevande alcoliche offerte al consumo, quanto delle caratteristiche e modalità del servizio di somministrazione.
Il percorso sarà articolato in diversi punti, che riguardano in particolare l’approfondita conoscenza delle bevande alcoliche offerte ai clienti, delle loro caratteristiche, nonché di tutte le regole di riferimento. Ma anche la consapevolezza degli effetti dell’alcol e dei vari stadi di ebbrezza per capire fin da subito le condizioni di un cliente potenzialmente problematico. E ancora, la gestione di situazioni “a rischio” come ad esempio nel caso di litigi o gruppi numerosi di persone con nozioni che non trascurano elementi di psicologia, prossemica e speaking, per adottare il comportamento più adatto a seconda dei diversi scenari. Quindi consigli utili per rendere il proprio locale più confortevole e atto ad accogliere un’offerta di prodotti improntata alla qualità, della merce e del servizio. Fino a piccoli “trucchi” per accompagnare la clientela alla fine della serata, in prossimità dell’orario di chiusura, evitando possibili incidenti di percorso.
“I consumi di bevande alcoliche in Italia risultano in contrazione da 20 anni, e secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità - spiega Sandro Boscaini, presidente Federvini - il consumo pro-capite (6-10 litri all’anno) è tra i più bassi nell’Unione Europea. Il consumatore italiano si è distinto per primo per un bere moderato, orientato alla qualità del prodotto. Possiamo quindi affermare che la qualità del bere italiano si esplica sia nei nostri prodotti di eccellenza che nelle modalità di consumo, all’insegna della convivialità e della moderazione proprie dello stile mediterraneo che ci contraddistingue. Non dobbiamo, comunque, dimenticare l’importanza di una cultura di responsabilità - continua Boscaini - con particolare riferimento ai giovani, una delle categorie più sensibili al consumo delle bevande alcoliche fuori casa. Ed è proprio con queste premesse che nasce il progetto #Beremeglio per supportare i gestori di bar, locali e ristoranti nel rapportarsi in modo corretto nei confronti di queste tipologie di clienti, puntando su un’offerta di qualità. Bere meglio infatti significa puntare sulla qualità - conclude il presidente Federvini - piuttosto che sulla quantità del bere ed apprendere l’arte della convivialità e dello stile mediterraneo”.
In base agli ultimi dati del Rapporto Ristorazione che la nostra Federazione ha recentemente presentato - aggiunge il presidente Fipe, Enrico Lino Stoppani - 12 milioni di italiani pranzano abitualmente fuori casa, mentre un italiano su due è solito frequentare bar e ristoranti, per un mercato del valore complessivo di 76 miliardi di euro, al terzo posto in Europa. A questi numeri - aggiunge Stoppani - vanno aggiunti altri dati importanti, come evidenziato dall’Istat nella sua rilevazione “L’uso e l’abuso di alcol in Italia”: il 63% della popolazione al di sopra degli 11 anni almeno una volta nel 2014 ha consumato sostanze alcoliche, percentuale che si attesta sul 43,4% a 16 anni di età e al 62,5% nella fascia 18-19. Tenendo conto del fatto che la maggior parte dei consumi di bevande alcoliche avviene fuori casa diventa fondamentale creare una cultura improntata sempre più alla “civiltà del bere”, cultura che non può che partire dai gestori. Come Fipe - conclude il presidente Fipe - siamo da anni impegnati nell’affiancare gli operatori in un solido percorso di preparazione professionale: l’asse con Federvini e la messa a punto di una guida congiunta a disposizione degli esercenti non potrà che aiutarci nel garantire un servizio sempre più puntuale ed efficiente a beneficio di tutti”.
Info: www.federvini.itwww.fipe.it

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