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Una “non-stop wine machine” in miniatura, capace di produrre vino ininterrottamente, realizzata da un team di scienziati dell’Ecole Polytechnique Federal di Losanna, aiuterà i winemakers ad analizzare in tempi rapidi le fermentazioni in cantina

Un professore americano, Daniel Attinger, con un team di scienziati dell’Ecole Polytechnique Federal di Losanna, in Svizzera, ha messo a punto una “non-stop wine machine”, ossia una cantina in miniatura, che poggia il suo lavoro su un singolo chip, capace di produrre vino ininterrottamente, al ritmo di un millilitro all’ora. Detta così, può sembrare un semplice esercizio di stile, o una trovata da Guinness dei primati, in realtà, come racconta il magazine inglese “Decanter” (www.decanter.com), il dispositivo è stato sviluppato per aiutare i viticoltori nel controllo delle fermentazioni in cantina: “mettiamo che un produttore della Regione di Lavaux, in Svizzera, ritenga che un determinato lievito, a determinate temperature, porti ad un gusto finale eccessivamente amaro: in questo modo - spiega il professor Attinger - possiamo testare rapidamente le alternative”.
L’ispirazione, manco a dirlo, è venuta “dalla consapevolezza che i viticoltori, prima o poi, dovranno affrontare i cambiamenti climatici - ha spiegato il professore della Iowa State University, grande appassionato di vino - che avranno un impatto enorme sulla qualità delle uve in tutto il mondo, con il caldo che porterà a maturazioni precoci e gradazioni più elevate: dobbiamo trovare il modo di analizzare i cambiamenti ed adattare la produzione ad essi”. Ma come funziona la “non-stop wine machine”? Il dispositivo di Attinger funziona a compartimenti: il succo d’uva scorre lungo un tubicino principale, con il lievito che va ad “alimentarlo” attraverso una sottile pellicola, e quando il succo raggiunge i lieviti, questi assorbono lo zucchero e producono alcol e CO2 attraverso una membrana, in un processo velocizzato dalle piccole dimensioni del dispositivo.

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