Se uno degli indici dello stato di salute del settore enoico, in Italia come nel resto del mondo, è la capacità di attrarre investimenti, possiamo ben dire che i segnali sono decisamente incoraggianti: in Francia, da Bordeaux alla Borgogna, da qualche anno i tycoon asiatici fanno incetta di Château, in Italia i cru di Barolo hanno raggiunto quotazioni da capogiro, mentre tra i filari del Brunello di Montalcino si parlano più lingue che sulla torre di Babele, e i grandi produttori di Australia ed Usa passano da una multinazionale del wine & spirits all’altra a suon di centinaia di milioni di dollari. Ma non è tutto, perché il vino è un prodotto globale quasi quanto il grano, e l’ultimo progetto connette idealmente la sua culla. La Georgia, come racconta il magazine Uk “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com), è pronta ad accogliere il progetto della società iraniana ARIC LLC, un “Green Village”, che sorgerà nella regione di Kakheti, uno di territori del vino più antichi del mondo, che avrà come fulcro il turismo enoico: l’attrazione principale, infatti, sarà un’azienda enoica, che nascerà a Sagarejo, a 58 chilometri dalla capitale Tbilisi, e che a regime arriverà a produrre 4 milioni di bottiglie, destinate principalmente al mercato europeo.
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