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Dopo la sua recente definizione di “azienda più sottostimata del beverage” da parte di Morgan Stanley, Constellation Brands ha deciso di cedere il proprio ramo enoico canadese per focalizzarsi sul mercato statunitense di vini di pregio e birra

Quando le cose vanno bene, anche vendere può non essere un problema, ma un’opportunità: pare proprio essere questo il senso della decisione dei vertici di Constellation Brands - colosso statunitense del beverage che ha in portfolio nomi come Robert Mondavi, Clos du Bois e la chiantigiana Ruffino - riguardo il proprio ramo aziendale canadese, che, come riportato dal “Wall Street Journal” (www.wsj.com), passerà presto di mano per una cifra vicina al miliardo di dollari.
In aprile 2016 la multinazionale di Victor, nello stato di New York, stava secondo fonti di stampa meditando un’offerta pubblica iniziale per il suo ramo vitivinicolo canadese, che aveva acquisito nel 2006 tramite l’acquisto di Vincor International Inc. per 1,1 miliardi di dollari, e dal quale attualmente provengono circa il 10% dei ricavi del gruppo nel settore vino (ovvero 655 milioni di dollari). Il “pacchetto” è composto da otto aziende produttrici, poco meno di 700 ettari di vigneti - situati nella regione del Niagara, in Ontario, e nella Columbia Britannica meridionale - da una rete di viticoltori che riforniscono vari brand canadesi e da oltre 160 punti vendita nell’Ontario, i quali però perderanno il loro attuale valore di mercato tra meno di un mese, quando la legge consentirà anche ai supermercati dell’area di vendere vino. Adesso, però, la situazione sembra essere decisamente cambiata: secondo fonti citate dal quotidiano economico statunitense il ramo canadese di Constellation Brands avrebbe già più di un pretendente, tra i quali il fondo pensionistico degli insegnanti dell’Ontario e un soggetto aziendale del settore enoico per ora anonimo, e inoltre il cambio di rotta dei vertici di Constellation rifletterebbe il desiderio di utilizzare i proventi di questa vendita per focalizzarsi ulteriormente sul proprio core business, ovvero il mercato statunitense di vini di alta gamma e birra.
Secondo gli analisti del settore, il momento per farlo è proprio questo, perché il ramo canadese sta performando molto bene - e quindi può essere venduto per un prezzo molto alto - e il titolo di Constellation non sembra conoscere sosta nella sua cavalcata, che ne ha portato il valore a crescere del 750% in cinque anni. E se a questo dato si accompagna la lusinghiera definizione data a Constellation Brands dagli analisti di Morgan Stanley di “azienda più sottostimata del beverage” (https://goo.gl/7jLgiF), e l’ulteriore +1,7% del titolo incassato a Wall Street a valle dell’articolo del “Wall Street Journal”, sembra proprio che la decisione della multinazionale sia quella giusta al momento giusto.

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