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Dal premier Renzi al presidente della Commissione Agricoltura Sani, passando per la filiera, tutti contenti per l’ok definitivo al “Testo Unico del Vino”. In attesa di lavorare ai decreti attuativi, ricorda Antonio Rallo (Unione Italiana Vini)

Italia
L’ok definitivo al Testo Unico del Vino, oggi, alla Camera dei Deputati

“Esprimo una grande soddisfazione per il risultato raggiunto dopo un lungo e condiviso lavoro in Commissione Agricoltura. Si è trovata una giusta sintesi politica e normativa partendo da due testi a firma mia e dell’onorevole Andrea Oliverio, grazie anche al lavoro del relatore Massimo Fiorio. Il nostro Paese è il primo al mondo a dotarsi di uno strumento completo e organico che norma un settore, come va considerato il vino, strategico per l’economia nazionale, con un fatturato che supera i 10 miliardi di euro, metà dei quali ricavati delle esportazioni. Anche grazie a questo passaggio il vino italiano acquisterà maggiore competitività sul mercato interno e internazionale. Inoltre, la definizione del vino come patrimonio culturale nazionale apre la strada ad altre iniziative, anche di carattere legislativo, sul piano della formazione, della conoscenza e della valorizzazione delle produzioni e dei luoghi di origine”. Così il presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati, Luca Sani, nel giorno dell’approvazione definitiva del “Testo Unico del Vino” in terza lettura a Montecitorio.

“Quest’ultimo passaggio parlamentare - sottolinea il presidente Sani - dà operatività ad una legge attesa da tutta la filiera, che ora ha la possibilità d’iniziare l’anno nuovo con regole inedite e semplificate. A partire dai primi adempimenti relativi alla corretta gestione per il mercato delle produzioni Dop e Igp, con la possibilità, ad esempio, di destinare il 20% della sovrapproduzione ad un altro vino a Doc o Igt.
 Molte altre le innovazioni introdotte dal Testo Unico, che semplificano la vita alle aziende. Come nel caso dell’utilizzo delle denominazioni geografiche ed etichettatura che dà la possibilità di indicare il nome di una Dop o Igp più grande di quella del vino imbottigliato, per cui, ad esempio, in un’etichetta di “Barolo” potrà essere citata la Doc Piemonte al fine di indicare la collocazione territoriale della denominazione. 
Sempre sull’etichettatura, grazie alle “disposizioni per l’utilizzo dei nomi di più varietà”, la seconda varietà indicata in etichetta come tipologia dovrà essere presente per almeno il 15%. 
Altre semplificazioni di sistema riguardano la tenuta dei registri del settore vitivinicolo in forma dematerializzata già a partire dal 1 gennaio 2017; il Registro Unico dei Controlli Ispettivi; il coordinamento degli organi di controllo nei casi in cui un operatore è soggetto al controllo di diversi organi di certificazione sui vini a denominazione d’origine e indicazione geografica.
 Infine - conclude Sani - una significativa novità è prevista per le analisi chimico-fisiche e organolettiche, semplificate per le Doc con produzione annua certificata inferiore a 10.000 ettolitri (esami organolettici mediante controlli a campione). Così come ci sono molte misure che riguardano la tutela della qualità delle produzioni e la lotta alle contraffazioni”.
Una misura la cui importanza è stata sottolineata anche dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi: “abbiamo approvato oggi il Testo Unico sul Vino. In una sola legge abbiamo semplificato tutte le norme del settore dopo anni di attesa. Un piccolo passo, forse. Ma il settore del vino e dell’agroalimentare ha potenzialità fantastiche. E come sapete noi scommettiamo moltissimo su questo”, ha ribadito il Premier.

Ma a salutare con favore l’approvazione di un testo a cui operatori e politica hanno lavorato insieme è, soprattutto, la filiera, con le organizzazioni che esprimono “piena soddisfazione. Si tratta di un provvedimento che porterà da subito numerose semplificazioni e facilitazioni per gli operatori, frutto - commentano Cia, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative Agroalimentari, Federvini, Unione Italiana Vini, Federdoc, Assoenologi - di un lavoro intenso durato anni, che ha visto impegnati tutti i gruppi parlamentari e le organizzazioni del settore vitivinicolo, uniti dal comune intento di semplificare, innovare e valorizzare un comparto strategico per il made in Italy. Rivendichiamo con orgoglio che il nostro Paese è il primo che si è dotato di un unico strumento a livello europeo, in grado di conferire maggiore competitività alle nostre imprese. Attraverso un confronto costante e approfondito sul complesso quadro normativo di riferimento, si è giunti alla stesura di un unico testo di legge che contiene tutta la normativa che disciplina la materia vitivinicola, dal campo fino al consumatore, con disposizioni che vanno dai controlli alla tutela delle produzioni di qualità e alla riduzione dei costi a carico degli operatori”.
Con Cia, Confagricoltura, Alleanza delle Cooperative agroalimentari, Federvini, Unione Italiana Vini, Federdoc, Assoenologi che hanno espresso un particolare ringraziamento, per l’impegno profuso, ai componenti delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, “per il paziente lavoro di ascolto e di sintesi che ha portato avanti, in constante dialogo con i territori, affinché nel testo di legge trovassero spazio le diverse peculiarità e le tante ricchezze della viticoltura italiana. Un grazie anche al ministro Maurizio Martina e al viceministro Andrea Olivero per l’attenzione prestata al provvedimento che, in 90 articoli, riassume tutta la normativa precedente”.
Ora, però, non ci si può fermare: “fissati i criteri generali del Testo Unico - spiega il presidente di Unione Italiana Vini Antonio Rallo - ora si apre il lavoro sui regolamenti attuativi che andranno a normare nei dettagli temi molto importanti quali: i piani di controllo dei vini a Denominazione d’Origine e Indicazione Geografica, l’etichettatura, la gestione dei contrassegni di Stato, i Consorzi di Tutela”.
Perchè è vero che il testo è legge, ricorda Rallo, e contiene numerose delle istanze che Uiv, insieme alla filiera, aveva proposto, sulla scorta delle esigenze espresse dalle imprese, come lo snellimento burocratico, la semplificazione ed il miglioramento dell’efficienza del sistema dei controlli, la rivisitazione del sistema sanzionatorio (con l’introduzione della diffida e del ravvedimento operoso che per la prima volta vengono applicati in agricoltura). E sono molte altre le novità introdotte da questa legge: l’istituzione di un registro unico dei controlli, l’introduzione di ulteriori strumenti di tracciabilità del vino (con sistemi telematici di controllo), alcune semplificazioni per la tenuta dei registri dematerializzati, il riconoscimento del vino e dei territori viticoli come patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare (vigneto sentinella del territorio), la salvaguardia da parte dello Stato dei i vigneti in territori soggetti a rischio idrogeologico e di pregio paesaggistico, storico, ambientale e la definizione più rigorosa di vitigno autoctono italiano.
Ma ora, tutto questo deve tradursi in pratica. “L’auspicio è che la filiera si mantenga compatta anche in questa fase di confronto con il Ministero: la stesura dei regolamenti attuativi rappresenta, infatti, un percorso importante e strategico al pari della norma generale”, ricorda Rallo.

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