Divieto di pubblicizzare alcolici negli spazi pubblici, a meno che non sia menzionato esclusivamente il brand e che il 75% dello spazio sia riservato messaggi sulla salute; divieto di sponsorizzare eventi sportivi e culturali aperti al pubblico; obbligo di destinare il 20% dello spazio ad un messaggio salutista (scegliendo tra 9 format diversi) nelle pubblicità degli alcolici che non sono destinate a spazi pubblici (come bar e supermercati); divieto, per i media della città, di reclamizzare bevande alcoliche; campagne di sensibilizzazione ed educazione e multe alle società che non rispettano le restrizioni. Ecco, in estrema sintesi, il regolamento voluto dall’Amministrazione della Città Autonoma di Buenos Aires, che norma i rapporti tra mondo degli alcolici e pubblicità, promulgata a novembre, nonostante le proteste e le proposte alternative dei produttori di vino argentini, che avevano presentato un loro codice di autoregolamentazione. Restrizioni importanti, specie perché arrivano da un Paese in cui il settore enoico è in espansione, ma anche, in un certo senso, pericolose: valgono solo per la città di Buenos Aires, ma la Capitale ha un peso enorme, sia politico che sociale, su tutto il Paese, ed è quindi probabile che la normativa possa venire estesa a tutta l’Argentina.
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