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Nell’affollato panorama delle guide enoiche italiane c’è anche quella dei “Vini Critici 2017”, quelli cioé che, prodotti da 101 vignaioli artigiani d’Italia, racchiudono in bottiglia passione, umanità, rispetto per la terra e rifiuto di omologazione

Italia
La guida al Vino Critico by Altreconomia Edizioni

Il loro giudizio si misura in passione, umanità e rispetto per la terra, che racchiudono in bottiglia rifiutando ogni omologazione: sono i vini critici, valutati nella “Guida al vino critico 2017. Storie di vignaioli artigiani in Italia”, un viaggio nell’Italia del vino artigianale e conviviale, a cura di Officina Enoica per Altreconomia edizioni, attraverso le etichette prodotte da 101 produttori biologici, biodinamici e contadini del Belpaese (con due interviste al biodinamico Nicolas Joly e al regista-scrittore Jonathan Nossiter). Il loro non è solo un “vino buono”: è un vino “irripetibile” perché dà emozione e fa riflettere, ma è anche un bene culturale, uno strumento di socialità, un’espressione del territorio. Un prodotto senza etichette che a volte diventa politico, ribelle, solidale.
“Guida al vino critico” (Altreconomia Edizioni, pagine 240, prezzo di copertina 14 euro; www.altreconomia.it) è una bussola per orientarsi nel mondo del vino contadino, artigiano e critico, che qualcuno oggi definisce vino “naturale”, e i principi e le prassi dei vignaioli che racconta si ispirano alle proposte di Luigi Veronelli (“… la rivoluzione, le sue possibilità, sono nei campi …”), che a questo movimento dedicò i suoi ultimi anni. “Officina Enoica”, che la cura, è un’associazione no profit di Milano che con i suoi “social sommelier” sostiene la viticoltura artigiana, naturale e di territorio, promuovendo relazioni autentiche tra chi produce il vino e chi lo beve.
Un esempio? L’Uccellaia di Vigolzone (Piacenza) è un’azienda che produce vini biologici e di territorio tra i boschi della Val Nure, nel pieno rispetto della natura. Ma c’è anche la Viranda di San Marzano Oliveto (Asti), una cooperativa agricola e un’azienda agrituristica dell’Alto Monferrato che produce vini naturali e non solo. Insomma, 101 vignaioli che meritano di essere conosciuti - magari “camminando” nelle loro vigne  -  perché hanno una storia da raccontare.

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