Il vino, in Italia, non è solo una bevanda. È un prodotto che è una sintesi perfetta si secoli di storia e cultura. Un principio che ora è sancito anche per legge, dopo l’approvazione del “Testo Unico del Vino”, nei giorni scorsi, che proprio all’articolo 1 recita: “il vino, prodotto della vite, la vite e i territori viticoli, quali frutto del lavoro, dell’insieme delle competenze, delle conoscenze, delle pratiche e delle tradizioni, costituiscono un patrimonio culturale nazionale da tutelare e valorizzare negli aspetti di sostenibilità sociale, economica, produttiva, ambientale e culturale”. Ma nel vino c’è anche una parte di alcol, e quindi, ovviamente, questo pesa quando si tratta di promuoverne il consumo. In Italia, e ancor più in ambito europeo, dove spesso le regole non fanno distinzione, ammesso che davvero sia possibile, tra le diverse bevande alcoliche, anche perchè, lontano dal Belpaese e dal bacino del mediterraneo, ma mano che ci si sposta verso Nord, il problema dell’abuso di alcolici è decisamente significativo. E allora come fare, come approcciarsi nella promozione del consumo di vino?
“Prima di tutto, attraverso l’educazione, per far capire che cosa è il vino, quali sono le sue proprietà organolettiche, ma soprattutto anche a come consumarlo, quanto, in che modo anche secondo il proprio stato di salute”: così risponde a WineNews il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, nell’incontro promosso da Unione Italiana Vini, ieri a Roma.
“Noi siamo abituati a bere il vino legandolo al cibo, quindi alla tavola, e quindi bevendo a stomaco pieno e poco, e imparando anche ad associare il vino ai cibi, e così diventa un’esperienza culturale, consapevoli del fatto che non si può fare sempre e comunque, e non si deve esagerare”, spiega la Lorenzin, che aggiunge: “come in tutte le cose ci vuole una moderazione. Bisogna essere consapevoli anche del proprio stato di salute, e comunque bere poco. Però il vino fa parte della nostra tradizione: un poco di vino rosso è anche consigliato in alcuni casi, ma questo non vuol dire che ci si beve la bottiglia intera da soli. È una differenza importante”. Insomma, come sempre, il buonsenso è la ricetta migliore: “noi abbiamo una grande dote, che abbiamo ereditata, che è la dieta Mediterranea. Associare alla dieta mediterranea un consumo moderato di vino e, ribadisco, in particolare vino rosso, e lo faccio da Ministro della Salute da questo punto di vista, non me ne vogliano i produttori di bianchi, è un elemento che ci sta all’interno di una alimentazione corretta, in modo moderato, e non tutti i giorni e sempre”.
Le cose, però, secondo la Lorenzin, si fanno più delicate quando ci si rivolge ai giovani, e ai minorenni in particolare: “oltre ad essere proibito, l’alcol, ai più giovani fa veramente male. E quindi è fondamentale educare i nostri ragazzi alla cultura del vino a tavola, alla consapevolezza, al bere mangiando, a quali sono i suoi effetti, alla degustazione, e al fatto che quando si beve non si guida, mai, che è la prima cosa. Ma dobbiamo educarli non solo dal punto di vista della sicurezza, ma del proprio benessere, e quindi spiegare quali sono gli effetti dell’alcol e del vino sul proprio corpo. Tutto questo fa parte di una educazione agli stili di vita che è fondamentale per vivere bene, a lungo e in salute”.
Ma c’è anche chi la cultura del vino, la sua storia, le sue implicazioni sociali, ecomiche e territoriali, vorrebbe insegnarle anche a scuole, come il senatore Dario Stefàno, che nei mesi scorsi ha presentato un disegno di legge affinchè “Storia e civiltà del vino” diventi insegnamento obbligatorio nelle scuole primarie e secondarie di tutta Italia (almeno un’ora a settimana).
“Dobbiamo considerare che c’è il grande tema dell’alcol vietato ai minori - ribadisce il Ministro della Salute - e che c’è un problema di uso e di abuso di alcol tra i minori. Noi dobbiamo educare i nostri ragazzi ai corretti stili di vita, quindi a comportamenti che tengono conto dell’amore per se stessi, fisico e psicologico, e questo riguarda tutto: alimentazione, alcol, attività fisica, fumo ...
Dobbiamo educarli fin da bambini, non è mai troppo presto, a questo si fa anche con esempi familiari, ma anche con l’educazione a scuola. Quando poi sono maggiorenni, ovviamente, ben vengano tutti qui progetti che spingono per un approccio degustativo al vino, e non al bere a prescindere”.
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