Difficile, se non impossibile, dire se sia uno dei primi effetti della Brexit o, più semplicemente, se si tratti di un calo fisiologico, che segue anni di crescita costante, ma i consumi domestici di vino, o off trade che dir si voglia, in Gran Bretagna, registrano una leggera flessione, sveltata dai numeri della Wine & Spirits Trade Association (www.wsta.co.uk), l’associazione dei distributori inglesi. A novembre 2016 il calo dei vini fermi era del -2% in volume e del -1% in valore sullo stesso mese del 2015, a quota 7,3 milioni di ettolitri per un giro d’affari di 6,1 miliardi di euro. Resistono, comunque, nicchie più o meno grandi che continuano, al contrario, a crescere, come lo Champagne, in crescita del 5% in volume e del 3% in valore, a quota 128.000 ettolitri e 389 milioni di euro, ma fanno bene anche gli altri spumanti, dal Prosecco al Cava che, in totale, crescono addirittura del 16%, a 846.000 ettolitri e 900 milioni di euro.
Nel complesso, il calo è particolarmente vistoso per i principali Paesi fornitori, tutti, più o meno marcatamente, in calo, a partire dall’Australia, che perde l’1% dei volumi ed il 2% dei valori, con 1,68 milioni di ettolitri ed un controvalore di 1,15 miliardi di sterline. Peggio fa l’Italia, che perde il 4% in volume ed il 5% in valore, per 1,1 milioni di ettolitri e 695 milioni di sterline, mentre gli Usa, terzo partner commerciale della Gran Bretagna del vino, cala del 6% nei volumi e nei valori, a 816.000 ettolitri e 591 milioni di sterline. L’unico dei big a limitare i danni è la Francia, unico Paese a crescere nell’ultimo trimestre 2016, anche se appena dell’1%.
Dietro, c’è anche chi continua a crescere, come il Cile, che tocca i 671.000 ettolitri (+3%) per 476 milioni di sterline (+3%), e soprattutto la Nuova Zelanda, a quota 421.000 ettolitri (+16%) per 401 milioni di sterline (13%), e l’Argentina, a 203.000 ettolitri (+32%) e 155 milioni di sterline (+31%), grazie alla grande passione dei wine lover britannici per due vitigni simbolo come il Sauvignon Blanc neozelandese ed il Malbec argentino. A completare il quadro, il tonfo della Spagna, che in 12 mesi ha perso il 10% dei volumi ed il 7% dei valori, a 672.000 ettolitri e 459 milioni di sterline, e della Germania, in calo dell’11% nei volumi e del 12% nei valori, a 109.000 ettolitri e 66 milioni di sterline.
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