Imparare a raccontare il vino, ma anche a pensare alla vita di un’azienda vitivinicola e agroalimentare con un approccio diverso dal solito, multidisciplinare, tra filosofia, etica e estetica, antropologia, storia e geografia dei territori, religione, letteratura, arti e non solo: ecco l’obiettivo del nuovo “Master in Filosofia del Cibo del Vino”, nato dalla collaborazione tra Intesa Sanpaolo, Iswa - Italian Signature Wine Academy (che mette insieme 8 realtà di primissimo piano del vino italiano Allegrini, Arnaldo Caprai, Feudi di San Gregorio, Fontanafredda, Marchesi de’ Frescobaldi, Masciarelli, Planeta e Villa Sandi) e la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele. E che, dal 13 gennaio 2017 (https://goo.gl/Eq4sjA), vedrà salire in cattedra, tra gli altri, filosofi come Massimo Cacciari, Massimo Donà (che del Master è il direttore) e Andrea Tagliapietra, semiologi come Paolo Fabbri, storici dell’arte come Philippe Daverio, antropologi come Franco La Cecla, chef come Davide Oldani, esperti di viticoltura come Attilio Scienza, creativi e pubblicitari come Anna Maria Testa, e anche religiosi Enzo Bianchi, fondatore e priore della Comunità Monastica di Bose, solo per citare alcuni nomi.
Il Master avrà durata annuale e prevede 360 ore di didattica e 300 ore di stage nelle aziende partner (ci sono anche Eataly, Rana, Molino Quaglia, Gruppo Veronesi, Agriform, Calzedonia e Signorvino), con lo sviluppo e la realizzazione di un progetto sul campo.
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