Il Prosecco è sul tetto del mondo, e non solo per il suo grande successo commerciale nei mercati più importanti del Pianeta. Ma letteralmente. Perchè c’è chi, da qualche anno, ha deciso di portare le proprie bottiglie sulle vette delle montagne più alte dei quattro angoli del globo. Come la griffe del Prosecco Adriano Adami (www.adamispumanti.it) che, dopo aver portato le bottiglie del suo Valdobbiadene Docg Vigneto Giardino Rive di Colbertaldo sui picchi più alti d’Africa (il Kilimanjaro, a quota 5.895 metri), d’Europa (il Monte Elbrus, a 5.642 metri), e del Messico (il Pico de Orizaba, a 5.636 metri), è tornata in Sudamerica, tra Cile ed Argentina, conquistando con il Valdobbiadene Docg Bosco di Gica, la cima de El Nevado Ojos del Salado, che con i suoi 6.891 metri di altitudine, è il vulcano più alto del mondo.
Una scalata attraverso un percorso suggestivo, con il Prosecco immortalato ai 4.300 metri della Laguna Verde, ai 4.700 metri lungo la Mulas Muertas, e poi in mezzo ai “penitentes” (particolari formazioni di ghiaccio o neve che prendono il nome dalla forma dei tradizionali cappucci bianchi indossati in alcune processioni religiose), fino alla vetta.
Un percorso eroico, come eroica è la viticoltura che trova dimora tra ripidi pendii e terrazzamenti, come quella delle Rive, a Valdobbiande, da cui nascono i Prosecco Docg di Adami.
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