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Da Conegliano a Montalcino, da Soave a Jesi, da Asti a Illasi, da Frascati a Cirò: tanti i Comuni legati al vino chiamati alle elezioni dell’11 giugno. Città del Vino: “l’auspicio è che si investa sempre di più sui territori, tra pubblico e privato”

Italia
Soave, uno dei tanti Comuni del vino d’Italia dove si vota l’11 giugno

Ci sono anche tanti Comuni legati al vino coinvolti nelle elezioni locali che saranno di scena in 1.005 amministrazioni, secondo la lista del Ministero degli Interni, l’11 giugno. Un momento importante, dove si formeranno i nuovi organi che saranno chiamati a guidare realtà grandi e piccole che, con le imprese del vino, sono fondamentali per lo sviluppo dei territori e di quell’economia del vino che, come solo valore alla produzione, è stimata in oltre 12 miliardi di euro all’anno, a cui vanno sommati l’indotto enoturistico, sempre più importante, e i tanti servizi che sempre più cantine ed aziende agricole offrono. A rinnovare le amministrazioni comunali, nel piccolo viaggio percorso da WineNews, ci sono realtà di primissimo piano per il vino, il cui nome “enoico” è celebre nel mondo, da Conegliano, capitale (insieme a Valdobbiadene) del Prosecco Docg, a Montalcino con il suo Brunello (e ora anche con il Tartufo bianco delle crete senesi dopo la fusione con San Giovanni d’Asso), passando per Soave, ma anche per Jesi, con il suo Verdicchio, nelle Marche, o Frascati, nel Lazio, e ancora Tollo, in Abruzzo.
Ma tantissimi sono i Comuni legati al vino, o in cui il vino è importante dal punto di vista economico, paesaggistico e sociale: da Asti a Cuneo, in Piemonte, senza dimenticare Castagnole Monferrato, terra del Ruchè, o Desenzano del Garda, in Lombardia, terra di Lugana, o ancora in Veneto la stessa Verona, “capitale amministrativa” della Valpolicella dove, tra gli altri, si vota a Illasi e San Martino Buonalbergo, ma si vota anche a Torreglia, nei Colli Euganei in provincia di Padova. In Friuli Venezia Giulia urne aperte a Cormons, uno dei luoghi simbolo della viticoltura regionale, mentre in Emilia Romagna, tra gli altri, si vota a Coriano, in Provincia di Rimini, zona di pregio del Sangiovese di Romagna anche grazie al lavoro della comunità di San Patrignano, ma anche a Piacenza, capoluogo di provincia del territorio dei Colli Piacentini. In Liguria al voto i cittadini di Luni, terra dei vini dei Colli di Luni, mentre in Toscana, oltre alla già citata Montalcino, si vota anche a Pitigliano, conosciuta per il suo vino bianco. Nelle Marche si vota anche ad Offagna, in provincia di Ancona, a Colli al Metauro, in provincia di Pesaro Urbino, e a Tolentino, in provincia di Macerata, mentre in Abruzzo, da segnalare Ortona e Tollo, in provincia di Chieti, mentre in Campania si vota a Mondragone, in provincia di Caserta, terra di Falerno, e a Prignano Cilento, una delle capitali della viticoltura locale, in provincia di Salerno. In Puglia, tra gli altri si vota da Alberobello e Terlizzi, in provincia di Bari, ma anche a Lecce, città faro del Salento, mentre in Calabria spicca Cirò.

Tantissimi i Comuni in cui si vota in Sicilia, la Regione più vitata del Belpaese, tra cui si segnalano Trapani, ma anche Avola, in provincia di Siracusa, Castiglione di Sicilia, alle pendici dell’Etna, in provincia di Catania, Butera, in provincia di Caltanissetta, ma anche Camporeale, in provincia di Palermo. Così come sono tante le amministrazioni comunali che si rinnovano in Sardegna anche in realtà legate al vino come Selargius, in provincia di Cagliari, Magomadas e Terralba in provincia di Oristano, e Sant’Antioco, nella provincia di Sud Sardegna.
Solo alcuni nomi, tra i tanti possibili, per dire di quanta “Italia del vino” sia chiamata alla urne. In molti Comuni che, tra l’altro, sono anche soci dell’associazione nazionale Città del Vino, che ne mette insieme oltre 410, e che guarda con attenzione agli esiti del voto. “L’auspicio è che i sindaci riconfermati come quelli nuovi continuino ad investire nella valorizzazione del vino e dei territorio, anche con i nostri progetti, visto che da sempre la nostra caratteristica è di essere un’entità trasversale alla politica” commenta a WineNews il vice direttore delle Città del Vino, Paolo Corbini. Che aggiunge: “per lo sviluppo dei territori del vino, inoltre, secondo noi è sempre più fondamentale il rapporto virtuoso tra pubblico e privato, perchè se sono le amministrazioni che devono tracciare la via dei loro territorio, non c’è dubbio che poi a percorrerla devono essere le aziende, vero motore di sviluppo, fondamentali, e che sempre più, oltre al vino o ai prodotti dell’agricoltura, offrono opportunità per l’enoturismo e tanti servizi di un terziario sempre più avanzato. E di questo i sindaci devono essere consapevoli. È vero che ci sono problemi legati alle risorsi, ai bilanci, ma siamo convinti che le risorse che vanno a supporto dell’enoturismo, dei servizi, della comunicazione dei prodotti tipici e dei territori, non vadano considerate come spese, ma come investimenti”.
Tutti temi che, inoltre, saranno al centro dell’incontro del 22-23 giugno a Torgiano, in vista dell’Assemblea Nazionale delle Città del Vino (il 25 giugno, ad Orvieto, il 24 giugno a Montefalco, per la premiazione della Selezione del Sindaco, www.cittadelvino.it), dove ,nel Simposio Europeo sull’Enoturismo, si parlerà anche del Testo Unico dell’Enoturismo, che sta muovendo il suo iter in Parlamento, con Colomba Mongello (Camera dei Deputati) e Dario Stefàno (Senato della Repubblica).

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