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Dalla California alla Francia, la vendemmia dipende dai lavoratori stranieri. E se in Usa la stretta sui migranti voluta dal governo Trump mette in difficoltà i vigneron della Napa Valley, la Francia accoglie a braccia aperte 15.000 spagnoli

Anche la California guarda alla vendemmia, e lo fa con una certa preoccupazione. Non per il gran caldo della stagione estiva, che in Usa è stata ben dentro le medie stagionali, né per i danni della grandine, che, dall’altra parte dell’Oceano, non ha dato alcun problema. Stretta sui migranti, cavallo di battaglia della campagna elettorale del Presidente Trump, e argomento sempre buono per rintuzzare un certo populismo, sta creando non pochi problemi e, se non bastasse, c’è un altro settore produttivo, concorrenziale al vino, che paga di più: quello della cannabis, diventata ormai legale in tanti Stati, che ha bisogno di lavoratori specializzati, e può garantire salari sensibilmente più alti: 20 dollari l’ora contro i 12 della filiera vino.
Tornando nella vecchia Europa, c’è un’altra migrazione stagionale pronta a partire, come ogni anno, quella dei giovani spagnoli: sono 15.000 i ragazzi pronti a partire per le vendemmie di Bordeaux, Borgogna, Champagne, Rodano
nel 1972 i vendemmiatori spagnoli furono addirittura 96.600, mentre quelli pronti a partire, nel 90% dei casi, sono almeno alla seconda esperienza in Francia, con una media peculiare: donne e uomini si dividono equamente (50%) il lavoro di raccolta.

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