“Ricolmare” le vecchie bottiglie di vino per consentire loro di invecchiare, evolvere e vivere ancora nel tempo: è il senso della pratica della ricolmatura, prassi unica e consolidata nel territorio del Brunello di Montalcino (la prima, nel 1927, è stata fatta nella “culla” del Brunello, la Tenuta Greppo di Biondi Santi, ndr), che sta per rivivere anche nella storica Fattoria dei Barbi della famiglia Colombini Cinelli, che il 21 e 22 ottobre la celebrerà, con una vera e propria festa, per collezionisti, wine lovers ed appassionati, e per le bottiglie con più di vent’anni (www.fattoriadeibarbi.it).
Ma in cosa consiste la ricolmatura, ed a cosa serve? Si tratta di un’operazione necessaria, perché, a causa dell’invecchiamento prolungato, il tappo di sughero perde elasticità e coesione, non aderendo più perfettamente al vetro. La bottiglia, così, perde lentamente parte del suo liquido, scolmandosi. Diventa necessario, allora, riportare il vino al livello giusto, con l’aggiunta di quello mancante, della stessa annata, dalla collezione dell’azienda, e cambiare il tappo. Dopo l’esame visivo, olfattivo e gustativo, effettuato da parte di uno staff altamente qualificato, viene eseguita la ricolmatura della bottiglia. La successiva ritappatura, con sugheri nuovi, e l’apposizione della capsula sulla bottiglia, attesta la validità del vino, a patto, ovviamente, che sia ancora in un buono stato di conservazione.
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