Si può discutere, senza trovare mai un punto d’incontro, su chi, tra Italia e Francia, produca i vini migliori. Ma se c’è un aspetto sul quale tutti, o quasi, sono d’accordo, è l’unicità della varietà enoica del Belpaese, resa ancora più interessante da un’accessibilità, in termini di prezzo, con cui il vino francese difficilmente riesce a competere. È una caratteristica su cui convergono importatori, consumatori, opinion leader, giornalisti, ed anche “Wine-Searcher”, portale e database di riferimento per chi, specie in Usa, acquista vino online, che ha messo in fila le dieci migliori etichette per rapporto qualità/prezzo nella “World’s Best Value Italian Wines”. Attenzione, però: non si tratta di una classifica nata dall’insindacabile giudizio di un giornalista, ma del risultato di un algoritmo piuttosto semplice: punteggio medio della critica/prezzo, da cui nasce il “Value Factor”, e quindi un dato piuttosto oggettivo. Ne nasce una chart assai peculiare, in cui al primo posto c’è il Cannonau di Sardegna Riserva 2014 di Ferruccio Deiana Sileno, al secondo il Franciacorta ’61 Nature 2011 di Berlucchi e al terzo il Barbaresco Bric Mentina 2016 La Ca’ Nova. Alla posizione n. 4 il Barbaresco Pora 2016 di Musso, alla n. 5 il Barbaresco Montestefano 2016 La Ca’ Nova, alla n. 6 il Chianti Classico Riserva Le Baroncole 2016 di San Giusto a Rentennano, alla posizione n. 7 il Chianti Classico Riserva Rancia 2016 di Fèlsina, alla n. 8 il Coniale 2015 di Castellare di Castellina, alla n. 9 il Collezione Privata Syrah 2016 di Isole e Olena e, alla posizione n. 10, il Passito di Pantelleria Ben Ryé 2016 di Donnafugata.
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