Nonostante le tante difficoltà che permangono, soprattutto in Europa, qualche segnale positivo, almeno per alcuni dei più importanti territori del vino, sembra arrivare. Almeno a guardare i dati relativi ad imbottigliamenti e fascette di Stato, raccolti da WineNews, attraverso i Consorzi. Dati che se non sono proprio una cartina tornasole fedelissima e precisa del mercato, fotografano comunque un trend di crescita nel primo trimestre 2021, almeno nei volumi peraltro su un primo trimestre 2020 ancora quasi del tutto “immune” dalla pandemia, ed in grande spolvero per alcuni territori. Anche se la lunga chiusura che è ancora imposta a gran parte della ristorazione nel mondo, penalizza chi è più spostato sull’horeca, la cui ripartenza (già realtà in Asia, in lenta ripresa in Usa, ed ancora al palo in Europa, ndr) resta comunque fondamentale.
In ogni caso, il quadro che emerge regala qualche segnale di speranza, in vista di una ripartenza più robusta nei prossimi mesi. La “locomotiva” Prosecco Doc, per esempio, continua a correre: nei primi 3 mesi 2021 sono state imbottigliate 121,4 milioni di bottiglie, il 7,4% in più sul 2020. Mentre soffre un po’ di più il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, più spostato sull’horeca, che, nel primo trimestre, ha contato l’equivalente di 20,2 milioni di bottiglie certificate (-6%). Restando in Veneto, crescono, a doppia cifra, gli imbottigliamenti in Valpolicella: +10% per il Valpolicella, +12% per il Ripasso, +26% per Amarone e Recioto. Trimestre positivo anche per la Doc delle Venezie (che tocca Veneto, Friuli Venezia Giulia e provincia di Trento), che vuol dire soprattutto Pinot Grigio, che, grazie soprattutto al mese di marzo, chiude gli imbottigliamenti con un +11,2%. In Piemonte, invece, nelle Langhe, crescono del 13% le fascette per le bottiglie di Barolo e del +1% per Barbaresco, mentre è più variegata, seppur complessivamente positiva la situazione nel Monferrato: se scendono del -6% gli imbottigliamenti della Barbera d’Asti, per esempio, crescono del 13% quelli del Piemonte Barbera, e balza agli occhi (se pur con valori assoluti molto piccoli) il +151% degli imbottigliamenti del Nizza. In Toscana, la denominazione più grande, quella del Chianti, ha registrato imbottigliamenti in crescita del 4% sul primo trimestre 2020. Mentre crescono in doppia cifra il Chianti Classico, che parla di +22% nelle bottiglie vendute, ed il Brunello di Montalcino, che anche grazie ai grandi giudizi arrivati da ogni dove sull’annata 2016 e la Riserva 2015, ha registrato una crescita del +37% nelle fascette di Stato consegnate alle cantine). Interessante anche il dato legato all’Igt Toscana, indicazione geografica che abbraccia tutta la regione ed una gamma amplissima di vini, che registra un +13% negli imbottigliamenti. Restando al Centro Italia, sono incoraggianti anche i dati che arrivano dalle marche, in particolare sul Verdicchio Doc, per il quale la fascetta di stato è obbligatoria dal 1 settembre 2020. Per quello dei Castelli di Jesi, i numeri sono in costante crescita mese su mese, e nel primo trimestre sono state ritirate fascette per poco meno di 4 milioni di bottiglie (con il numero più alto, 1,4 milioni, toccato nel solo mese di marzo, a cui si aggiungono oltre 667.000 per quello di Matelica). Al Sud, tiene bene la Doc Sicilia, dove gli imbottigliamenti, nei primi 3 mesi 2021, hanno toccato i 25 milioni di bottiglie, in crescita dell’1% sullo stesso periodo 2020.
Un quadro parziale, ovviamente, del variegato mondo produttivo italiano, ma che racconta di come, comunque, tra mille difficoltà che non vanno in nessun modo sminuite e sottovalutate, qualcosa si muova. Ma per la filiera, come detto, resta centrale la riapertura del fuori casa, in Italia e nel mondo. Perchè è lì che si costruisce gran parte del valore che fa vivere le aziende ed i territori.
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