Una delle leggi dell’economia dice che se la domanda di un bene è superiore all’offerta, i prezzi salgono. Vale, in linea generale, anche nel vino, come sanno bene in Borgogna, territorio mito del vino mondiale, da dove arrivano alcune delle bottiglie più preziose del mondo, come quelle di Romanée-Conti, di La Tâche, di Armand Rousseau, di Leflaive, di Domaine d’Auvenay, di Coche-Dury, solo per citare qualche esempio tra i tanti possibili. Un territorio tutto sommato piccolo, la Borgogna, nei sogni dei collezionisti di tutto il mondo, e che anche sulla scorta di vendemmie scarse negli ultimi anni, ha visto lievitare i prezzi dei propri vini, anche per i produttori meno famosi e blasonati. Uno scenario verso cui si sembra andare anche quest’anno, dopo una vendemmia 2021 che, a conti fatti, potrebbe registrare perdite importantissime tra i vini bianchi, anche del -80%, e ingenti tra i rossi, con le stime in una forbice tra il -30% ed il -70%.
Ma nel territorio ci si interroga se questo aumento dei prezzi, che in parte può essere anche giustificato da scorte di cantina sempre più scarse, potrà essere sostenuto ancora a lungo dai negociant e dai consumatori, o se la Borgogna, andando su questa strada, non rischi di “essere vittima del proprio successo”, come si chiede il magazine francese “Vitisphere”, e non vada incontro ad una crisi in qualche modo simile a quella vissuta da Bordeaux negli scorsi anni, dopo l’esplosione della bolla cinese che aveva fatto cresce a dismisura i prezzi dei vini degli Chateaux.
Una preoccupazione, quella che il mercato, d’un tratto, volti le spalle ai vini di Borgogna (che al netto della qualità non hanno tutti lo stesso prestigio, ovviamente) che, sottolinea ancora “Vitisphere”, striscia da tempo tra i produttori ed il mercato, anche se questo rischio spesso paventato, fino ad oggi, non si è mai concretizzato. Ma è un tema, quello della crescita dei prezzi dei vini di alcune denominazioni, davvero complesso e su cui ragionare, e che rappresenta un tema di analisi anche nelle grandi denominazioni del vino italiano, come il Brunello di Montalcino, Barolo, o Bolgheri, per fare degli esempi, che, pur partendo in generale da quotazioni meno elevate dei vini di Borgogna, stanno registrando da anni, sulla scia di un crescente successo di pubblico e di critica, un importante aumento dei valori delle bottiglie. Che è un aspetto positivo ed importante, ma comunque da monitorare e gestire, pensando soprattutto al fatto che certi vini sono sempre più beni voluttuari e potenzialmente più esposti al cambiare di tendenze e mode rispetto ad altri.
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