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BILANCIO

Il Barolo 2021? Un’annata sorprendente, trionfo della resilienza del Nebbiolo

Nel bel mezzo della vendemmia, nelle cantine dei produttori dell’Associazione Deditus, uve belle, sane ed equilibrate, concentrazioni e acidità

Un’annata “sorprendente”, la 2021 del Barolo, che, con buona parte delle uve di Nebbiolo in cantina, ma ancora nel vivo della vendemmia, raccoglie, letteralmente, i frutti di un anno tempestato dagli estremi climatici. Prima le gelate primaverili, che fortunatamente non hanno inficiato una fioritura ancora alle prime battute, quindi le piogge di giugno, infine la totale siccità estiva: difficoltà in mezzo alle quali la vite ha saputo destreggiarsi, regalando agli otto storici produttori riuniti nell’Associazione Deditus (Azelia, Cordero di Montezemolo, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi, Prunotto e Sandrone Luciano), appunto, un’annata sorprendente. Lo dicono i dati sulla maturità tecnologica e fenologica degli acini, così come la sanità fitosanitaria delle uve, oltre, ovviamente, all’occhio esperto dei viticoltori, riuniti oggi nella tavola rotonda dedicata alla vendemmia del Nebbiolo da Barolo, da cui è emersa, ancora una volta, la capacità della vite di sapersi adattare alle avversità, ma anche l’importanza di non affrettare il giudizio su una vendemmia che solo ora, con le uve in cantina, si può provare a decifrare.

Per parlare di annata eccezionale è ancora presto, ma la ricchezza, la complessità, le concentrazioni di acini un po’ più piccoli e meno generosi della media, uniti all’acidità figlia degli sbalzi termici delle ultime settimane, fanno davvero ben sperare. Di certo, non basta la resilienza intrinseca della vite - in particolare del Nebbiolo, che alla fine è uscito alla grande da un’estate sì siccitosa, ma mai eccessivamente calda, motivo per cui può risultare affrettato annoverare la 2021 tra le annate “calde” tout court - per fare un grande Barolo, perché senza i giusti interventi in vigna, diventati sempre più difficili da prevedere, i risultati non arrivano da soli. La grande sfida, per la 2021, sarà quella di trovare, in tanta concentrazione e potenza, l’eleganza che è la cifra stilistica del Barolo degli ultimi decenni. In Langa, in linea generale, si respira un cauto ottimismo, che dalla vigna “contagia” cantine e sale degustazioni, che in estate sono tornate ad accogliere orde di Barolo lovers, dal Nord Italia, dall’Europa e, finalmente, dagli Stati Uniti.

Introdotti dal presidente dell’Associazione Deditus, Gianni Gagliardo, a fare il punto su una vendemmia ancora nel vivo sono i produttori, azzardando un primo giudizio sull’ultimo millesimo di Barolo. “Per noi è stata una vendemmia particolare - racconta Cesare Benvenuto (Pio Cesare) - la prima senza Pio, per cui più impegnativa di ogni altro anno per oliare al meglio i meccanismi. In generale, è stata un’annata siccitosa, senza pioggia in estate ma con temperature quasi mai eccessivamente elevate. Siamo riusciti ad affrontarla positivamente, gestendo la vegetazione e proteggendo così i grappoli dalle radiazioni del sole. Obiettivo principale è sempre quello di aiutare la pianta a prevenire lo stress idrico, a partire dal suolo, con il sovescio. Le uve bianche - Chardonnay e Sauvignon Blanc - ci hanno regalato mosti molto ricchi in zucchero mantenendo però un’ottima acidità, fondamentale per il nostro stile. Siamo ancora nel pieno della raccolta del Nebbiolo, iniziata il 7 ottobre, abbiamo raggiunto una perfetta maturità, fenologica e tecnologica, ma mancano ancora 7 giorni pieni di lavoro. La qualità è ottima, anche grazie al diradamento estivo, ma non bisogna affrettare i giudizi”, conclude Cesare Benvenuto.

Anche Stefano Gagliardo (Poderi Gianni Gagliardo) è “nel pieno della vendemmia, oggi si raccoglie a Monforte, mancano ancora sette parcelle da portare in cantina, siamo grosso modo a metà. Tutti parlano di siccità, ma in realtà non ha creato problemi, le piante sono arrivate alla fine senza mancanze, stanno arrivando a fine ciclo adesso, quindi, pur mancando le piogge, non ci sono stati problemi, se non in termini di acini un po’ più piccoli e concentrazioni maggiori. Possiamo provare ad immaginare che il Barolo 2021 sarà di una certa importanza e struttura, sarà interessante vedere cosa accadrà in cantina. Oggi a Barolo cerchiamo eleganza, trasparenza rispetto al territorio, pulizia, per cui sarà importante cercare eleganza da una vendemmia di per sé potente. Il Barolo che verrà - sottolinea Stefano Gagliardo - ho l’impressione che sarà molto “saporito”, tra salinità e concentrazioni. Per il Barolo è un buon momento, anche grazie all’interesse dei giovani consumatori, segno che non è più il vino polveroso che era anni fa. Interloquiamo con ragazzi curiosi, informali, e questo è molto bello, perché al di là delle apparenze puntano ai contenuti e hanno voglia di sapere”.

A fare il punto dalla cantina della Sandrone Luciano, è Luca Sandrone, dove la vendemmia è ancora un po’ indietro: “al momento abbiamo vendemmiato solo le vigne di Cannubi e Villero, siamo all’inizio, ma posso dire che l’uva sta rispondendo perfettamente alle aspettative. L’elemento che ha caratterizzato l’annata è stato senza dubbio la siccità, ma la piovosità è stata molto differente tra Barolo, Barbaresco e Roero: Barolo è stata la più siccitosa. La fortuna è che il Nebbiolo ha un’esigenza idrica molto limitata, e la vite in generale sopporta molto bene la siccità. L’elemento che potrebbe creare problemi, è la temperatura, che però non è mai stata troppo elevata, con periodi di caldo mai troppo lunghi. Il risultato è che, salvo rare eccezioni (le vigne più giovani nel bricchi, ndr), il Nebbiolo ha superato senza grandi problemi queste criticità. Nel Barbaresco e nel Roereo le precipitazioni sono state maggiori, per cui, al di là delle grandinate, le cose sono andate anche meglio. I dati delle maturità fenoliche e tecnologiche sono ottimi, le uve sono molto belle, ma confido in questa settimana di bel tempo, con grandi sbalzi termici, per una “frollatura” dell’uva ancora da raccogliere, che potrebbe essere la ciliegina sulla torta della maturazione del Nebbiolo. Il Barolo 2021 - prevede Luca Sandrone - è sorprendente per “equilibrio”, in un’annata di eventi estremi”.

“Siamo anche noi alla fine della vendemmia dei nostri Nebbioli - dice Elena Cordero, alla guida della Cordero di Montezemolo - e la situazione è simile a quella dei nostri vicini. La siccità si è sentita, ma non patita. Rispetto a quanto successo nel Roero ci siamo salvati dalla grandine, arrivata a metà luglio. Abbiamo semmai patito la gelata tardiva di fine marzo, che ha colpito qualche vigna che era già germogliata. Le piante, poi, si sono comunque sviluppate con una certa tranquillità. Il caldo di giugno ha portato ad ottime maturazioni, fino alla raccolta iniziata a settembre. In estate, al di là del vigneto, c’è stata una grande ripresa dell’enoturismo, prima dal Nord Italia, dalla Svizzera e dalla Germania, poi dal resto d’Europa, con gli americani che, nelle ultime settimane stanno tornando a visitare le Langhe. Altro aspetto rilevante, specie nei weekend, è quello di tanti gruppi di amici, spesso molto grandi, che hanno voglia di ritrovarsi intorno ad una bottiglia di vino in azienda. Una parola per definire il Barolo 2021 - aggiunge Elena Cordero - è “equilibrio”, nonostante sia stata un’annata non facile”.

Tra i filari della Prunotto, a tirare le somme di quanto visto sin qui, è Gianluca Torrengo, enologo dell’azienda. “Se si può esprimere in due aggettivi, è stata un’annata “emozionante”, tra gli estremi delle brinate di aprile e i temporali di giugno, fino alla fase asciutta di agosto, in cui il Nebbiolo è riuscito a maturare e vivere e dare frutti, e “sorprendente”, perché le uve, dal Moscato al Nebbiolo, hanno bontà e bellezza ben oltre le attese e le aspettative, anche visivamente, al di là dei dati analitici. La natura ci ha regalato una bella sorpresa, ma la pianta della vite si è sempre adeguata e adattata ai cambiamenti, che l’uomo, con le sue scelte, ha ovviamente aiutato. Siamo però sempre di più viticoltori dell’ultimo minuto, perché con il rischio di prendere decisioni avventate la gestione della pianta diventa sempre più una questione di dettagli e continui accorgimenti. La pianta, a livello radicale, è forte, e sa superare gli sbalzi e le bizze del clima, che alla fine dei conti nell’ultimo decennio ci ha regalato vendemmie eccezionali. Abbiamo delle uve talmente ricche - conclude Gianluca Torrengo - che potrebbero regalarci un’annata molto longeva”.

Anche da Azelia, come racconta Lorenzo Scavino, che guida l’azienda con il padre Luigi, la raccolta è al giro di boa: “finiremo la prossima settimana. Siamo enormemente contenti, la 2021 sarà ricordata per la mancanza di precipitazioni, ma le nostre viti, essendo così vecchie (dai 65 anni in su per la maggior parte), non soffrono la siccità, grazie a radici profondissime, tanto che ancora oggi le foglie sono verdi, e questo è un buon segno, vuol dire che le viti stanno bene. Che sia un’annata calda o fredda, la differenza è poca, in profondità. Le rese sono più basse, perché gli acini sono meno succosi, ma le bucce sono spesse, e ciò nonostante le notti fresche hanno garantito una certa acidità. Altra nota positiva, la sanità delle uve, proprio grazie all’assenza di piogge: abbiamo grappoli magnifici, e una selezione in vigna ridotta ai minimi termini. È presto per dirlo, ma è un’annata che ci darà grandi soddisfazioni, come sempre quando la vite “soffre” leggermente. Equilibrio, bilanciamento e complessità - aggiunge Lorenzo Scavino - sono le parole d’ordine del Barolo 2021, che ci regalerà vini strutturati e dalla grande estrazione”

“A quanto già detto sin qui, che mi trova concorde in maniera pressoché completa, posso solo aggiungere - dice Stefano Chiarlo della Michele Chiarlo - che l’interazione del viticoltore è cambiata, noi abbiamo cercato prima di tutto di proteggere al meglio le uve nel periodo di agosto, anche se il periodo di caldo si è protratto molto più in là del solito. Per trattenere freschezza, acidità ed eleganza, abbiamo mutuato pratiche tipiche della gestione del vigneto nel Sud Italia, lavorando molto il terreno e limitando la sfogliatura. Alla fine, è stata un’annata su cui mettere la firma, con le escursioni termiche delle ultime settimane che sono davvero la ciliegina sulla torta. Di certo, in primavera nessuno avrebbe mai immaginato un’annata così. In una definizione, è un’annata di personalità ed armonia”, conclude Michele Chiarlo.

Infine, da Poderi Einaudi, le parole di Matteo Sardagna Einaudi. “Siamo anche noi a metà della raccolta, e qui a Dogliani c’è stata ancora più siccità. Tutto sommato, non si può dire “viva il global warming”, ma le uve sono belle e sane, e i tempi della raccolta sono decisamente nella media, con ancora qualche giorno per lasciare le uve sulla pianta. Le piogge delle ultime due settimane hanno dato una mano, restituito una certa freschezza, anche se non al Dolcetto che abbiamo già raccolto. Annata siccitosa, sì, ma anche gelata, e comunque a parte le viti più giovani il Nebbiolo si conferma vitigno che non soffre la siccità, anche grazie agli accumuli di neve dell’inverno. È un’annata completa questa 2021 di Barolo, ha profondità, ricchezza, eleganza, mi aspetto vini vibranti, o comunque me lo auguro”.

 

 

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