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CONSUMO E BENESSERE

Vino e salute, la moderazione è la via. Lo dicono storia e buon senso, lo conferma la scienza

I messaggi di scienziati e ricercatori dal Simposio “Vino e salute, tra alimentazione e benessere”, il 13-14 gennaio, a Napoli, by Assoenologi

A volte serve la scienza, per dimostrare e riaffermare quello che il buon senso e l’empirismo, da millenni (come dimostrano i classici greci, ma anche la Bibbia, dove il vino è citato 224 volte), ha già affermato e dimostrato. Ovvero, che la misura, la moderazione, e l’educazione, e non la paura e la proibizione, sono la chiave del benessere, fisico e mentale. Vale, ovviamente, anche per il vino, che oggi, nel calderone generale dell’alcol, o meglio ancora del rapporto tra consumo di alcol e salute, rischia di vedersi delegittimato e penalizzato, suo malgrado. Messaggio ribadito, ieri, da accademici e ricercatori nel Simposio su “Vino e salute, tra alimentazione e benessere”, a Napoli. Che è arrivato proprio nei giorni in cui la Commissione Europea, in maniera discutibile, ovvero senza ascoltare il parere negativo del Parlamento Europeo, ha autorizzato l’Irlanda ad inserire nelle etichette delle bevande alcoliche gli “healt warning” come nei pacchetti delle sigarette. A corollario dei messaggi di vicinanza al settore dei Ministri della Salute, Orazio Schillaci, che ha sottolineato il valore del vino e della dieta mediterranea, e ha annunciato campagne di informazione e di educazione alimentare, e di quello dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida, che ha ribadito come il modello alimentare italiano e mediterraneo, ed il vino, che è “un gioiello della nostra patria”, e di decine di studi scientifici prodotti negli anni, su campioni diversi, legati a malattie cardiovascolari, neurologiche, diabete, che hanno dimostrato come un consumo moderato di vino (ma anche di alcol più in generale), nella stragrande maggioranza delle situazioni e in assenza di specifiche condizioni patologiche, riduca i rischi di infarti ed ictus, che sono la prima causa di morte nel mondo, e sia preferibile al non bere affatto e, ovviamente, al bere troppo, come hanno spiegato scienziati e ricercatori come Luc Djoussè, direttore di ricerca del Dipartimento di Medicina della Harvard Medical School, Vincenzo Montemurro, cardiologo e membro del Consiglio direttivo della Società italiana di Cardiologia, Pierre-Louis Teissedre, presidente della Commissione Sicurezza e Salute Oiv, Giorgio Calabrese, medico dietologo, presidente Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute, e Rosario Iannacchero, neurologo, e presidente Società Italiana Studio Stroke, a lanciare un messaggio che può essere una buona sintesi di quello che si deve fare a tutela del vino, ma anche della libertà di scelta dei cittadini, è la conclusione della relazione (integrale sempre su Winenews) di Luigi Moio, enologo e presidente dell’Organizzazione Mondiale della Vigna e del Vino (Oiv).
“Più che ridurre i consumi, è necessario parlare di razionalizzazione, di consumo intelligente, di consumo responsabile. È l’unico modo - ha detto Moio - per eludere una delegittimazione del vino che spianerebbe la strada ai movimenti anti-alcol i quali oscurerebbero la verità sul vino determinando, più un danno che un aiuto alla salute pubblica. Tuttavia, la strategia di tutela dell’integrità del vino e di una sua giusta difesa non può essere impostata esclusivamente sulle solite, anche se validissime ma non sufficienti, argomentazioni basate sulla storia, la tradizione, gli aspetti culturali, paesaggistici, di tradizione e così via. Ai dati scientifici è necessario rispondere con altrettante evidenze scientifiche e tanta ragionevolezza, ed il vino ha tutte le carte in regola per percorrere questa strada e sconfiggere agevolmente questo ennesimo attacco”.
Gli studi citati a beneficio di chi sostiene che il vino consumato in maniera regolare e moderata aiuti su molti aspetti legati alla salute, sono stati decine, più o meno grandi, più o meno recenti, dall’Italia, dalla Francia (come quello storico sul celeberrimo “Paradosso francese” di Renaud), dagli Stati Uniti, ma anche dall’Asia, dalla Scandinavia e non solo. E tutti, è stato ribadito, convergono in direzione “ostinata e contraria”, per citare Fabrizio De Andrè, a confutare quello pubblicato sulla rivista “Lancet”, e criticatissimo, alla base delle tesi dell’Oms, ma anche della Commissione che in Europa si batte per la sacrosanta lotta al cancro, e che sostiene che non esiste un livello di consumo che non sia rischioso.
“Ma i tempi che viviamo sono questi. E noi enologi - ha detto il presidente Assoenologi, Riccardo Cotarella - mai avremmo pensato di doverci comportare come baluardi, come difensori del vino italiano e non solo. Ma non ci tiriamo indietro. Dobbiamo garantire a tutti quelli che amano il vino la nostra opera di difensori di questo prodotto, che come nessun altro è simbolo dell’Italia intera. Ormai, con regolare cadenza, il vino è oggetto di attacchi folli, scriteriati, ormai è scontato, e questi attacchi sono micidiali, profondi, dichiarano il vino come un prodotto completamente cancerogeno. Ma la dieta mediterranea, che, da poco, è dichiarata Patrimonio Unesco, universale, contempla un bicchiere a pasto, ed è riconosciuta da tutti come la più sana. Impossibile che siano tutti matti. Per dire no a questa deriva serve la scienza, servono strumenti incontrovertibili, per questo siamo qui. Il consumo moderato non basta, deve essere anche intelligente. Servono risposte precise, le divulgheremo, saremo attaccati ma non abbiamo paura di nessuno, il coraggio non ci manca. Il vino non è ne causa né panacea di tutti i mali. Il vino, come dice Giorgio Calabrese, è un alimento liquido con poco alcol, i superalcolici sono alcol con altre sostanze, non si può parlare di alcolici in generale, si deve parlare di vino e di altri alcolici”.
E lo dicono i dati e le relazioni illustrate dai ricercatori. “Una persone su cinque, nel mondo, soffre di insufficienza cardiaca, e tra i fattori di rischio principali ci sono il genere maschile, tabagismo, la poca attività sportiva, il sovrappeso. Se si guarda al consumo di vino e alcolici, considerando che la dose considerata come moderata dalla stessa Oms è di 30/40 grammi al giorno per gli uomini, ovvero 2-3 bicchieri di vino, e qualcosa di meno per le donne, emerge che, con un consumo simile, ci sono riduzioni di rischio tra il 20% ed il 60% per patologie come infarto, ipertensione e così via, mentre il rischio ovviamente aumenta con un consumo eccessivo”, ha spiegato Luc Djoussè, direttore di ricerca del Dipartimento di Medicina della Harvard Medical School. E questo vale anche per quanto riguarda aspettativa di vita, Alzheimer, malattie cardiovascolari e non solo: “un consumo moderato mostra effetti benefici migliori rispetto non solo a chi eccede, ma anche a chi non beve affatto”, ha rilanciato Pierre-Louis Teissedre, presidente della Commissione Sicurezza e Salute Oiv. Ed anche per il diabete di tipo 2, con il consumo moderato che riduce il rischio di svilupparlo, ha ribadito il nutrizionista Giorgio Calabrese, che ha aggiunto: “il vino non è una bevanda, ma un alimento liquido, come il latte, come l’olio. Il vino è soprattutto acqua, poi alcol, ma anche tante sostanze meravigliose, come i polifenoli, che fanno bene, e che il resto delle bevande alcoliche non ha. Gli irlandesi- ha detto Calabrese - hanno il diritto di fare quello che fanno, sono sovraccarichi di alcol, e devono tutelarsi. L’errore dell’Europa è far passare il messaggio che ovunque è così. Si deve dire che si beve l’acqua, e si gusta il vino”. Anzi, ha provocato Vincenzo Montemurro, approfondendo gli effetti benefici di un consumo moderato di vino per l’apparato cardiovascolare, “è arrivato il momento che il cardiologo prescriva una calice di vino di qualità al giorno, perché fa bene, ma non prima dei 16-18 anni perché l’organismo non ha gli enzimi per digerire l’etanolo”.
Con la scienza che, dunque, conferma, e dovrà farlo ancora, approfondendo il più possibile la conoscenza, quello che tutti, in fondo, sanno e sappiamo da sempre: “in medio stat virtus”.

Focus - Il messaggio del Ministro per l’Agricoltura e la Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida
“Il Simposio di Assoenologi “Vino e Salute tra alimentazione e benessere” è un’iniziativa non solo interessante, ma anche di grande attualità. Penso che l’evento rifletta la centralità del settore vino in questi giorni in cui sono accaduti fatti gravi in Europa, con una etichetta che verrà applicata, sembra, in alcune nazioni in cui si paragona il vino a un elemento nocivo per la salute umana. Sappiamo che non è così, ne siamo certi perché in più di tremila anni di storia di questo alimento le popolazioni che ne hanno beneficiato sono cresciute sane e questo è un dato oggettivo e non discutibile. E ancor più grave è che di fronte a un’espressione del Parlamento europeo in contrasto con questa indicazione, la Commissione si è mossa in senso inverso. Vi sottolineo che abbiamo protestato vivamente e cercheremo ogni strada legale per arrivare a rivendicare il diritto di promuovere questo alimento ed evitare che in alcune nazioni venga stigmatizzato con una etichettatura fuorviante. In molte occasioni ho avuto modo di sottolineare che l’Italia è una super potenza della qualità e certamente il vino è la strada che ci apre tante porte e che il governo di Giorgia Meloni vuole sostenere ancora di più per il nostro export oltre che per il nostro mercato interno. A livello europeo e mondiale è in atto un dibattito molto acceso su come informare correttamente riguardo all’impatto sull’organismo umano degli alimenti. A questo proposito questi primi mesi da Ministro hanno avuto un indirizzo chiaro e univoco che non lascia spazio alle interpretazioni, sono convinto che questo dibattito sia fondato su due modi opposti di vedere i cittadini. Da un lato una scuola di pensiero che vede solo consumatori, autonomi paragonabili a lavatrici su cui apporre un bollino colorato, dall’altro c’è chi non vede consumatori, ma persone, esseri umani, ognuno con le proprie peculiarità, che vanno informati sui pericoli legati agli eccessi, ma non indirizzati e condizionati con meccanismi ingannevoli verso cibi che fanno bene solo alle casse delle grandi multinazionali. Pretendere di mettere diversi alimenti su una scala dal più sano al meno sano è di per sé una struttura, non credo che sia possibile dare l’etichetta di sano a qualcosa senza parlare dell’uso o dell’abuso che se ne fa, o senza guardare come un certo alimento viene inserito dentro una dieta più ampia. Ed allora, forti di posizioni radicate nella nostra storia millenaria, in Europa ci siamo posti come capofila ed abbiamo vinto la prima battaglia contro il Nutriscore il cui iter è stato rinviato al 2024. Lavoreremo insieme al Crea, il nostro istituto di ricerca, proprio in questi giorni per promuovere uno studio che spiega nel dettaglio quelle che sono le ragioni, anche scientifiche per cercare di contrastare questo strumento e la propaganda che intorno a questo le multinazionali beneficiarie del Nutriscore stanno sollecitando e sovvenzionando. Dovremo contrastare sempre più l’italian sounding, gli alimenti prodotti in laboratori, l’introduzione di vini dealcolizzati che possono esistere, ma che non vanno chiamati semplicemente vino. L’ho detto più volte e lo ribadisco, la demonizzazione che alcuni cercano di fare a danno di alcuni prodotti tra cui il vino è per noi inaccettabile. Il compito delle istituzioni, delle associazioni di settore, dei produttori, è proprio quello di impegnarci per fare chiarezza. La cultura alimentare deve avere un posto centrale. Dobbiamo parlare di equilibrio di varietà, di biodiversità di consapevolezza su cosa sia un consumo responsabile e moderato e cosa, invece, rappresenti l’abuso o l’uso nocivo e questo vale per qualsiasi ambito o prodotto. Sono sicuro che riusciremo insieme a raggiungere ogni traguardo che abbiamo davanti con il medesimo impegno di tutti. Del resto sul vino mi piace sempre citare una frase attribuita a Socrate: “se bevi con temperanza e a piccoli sorsi il vino stilla nei tuoi polmoni come la più dolce rugiada del mattino””.

Focus - Il Messaggio del Ministro della Salute, Orazio Schillaci
“Rivolgo il mio saluto ai partecipanti a questo simposio dedicato al vino e al suo rapporto con la nostra salute. Trovo che queste due giornate organizzate da Assoenologi siano di particolare interesse per questo focus sul mondo del vino, un’eccellenza del made in Italy per la quale siamo famosi in tutto il mondo e per l’impegno così articolato nell’approfondire dal punto di vista medico e scientifico quali siano gli effetti di assunzione di vino sul nostro benessere. Promuovere l’informazione e la conoscenza per sostenere la diffusione di stili di vita e di consumo sani e responsabili è il primo passo per la tutela e la prevenzione dei cittadini ed è importante farlo attraverso voci serie e autorevoli, soprattutto in un tempo così esposto alle fake news e facili semplificazioni. Aumentare l’alfabetizzazione sanitaria attraverso programmi e azioni volte al cittadino è un’opportunità per rafforzare le attività di prevenzione e rende il consumatore un alleato per la sua salute, con una crescente consapevolezza sul consumo di alcol, sul modo di degustare e non semplicemente bere. Il vino, per la sua composizione ricca e originale in termini di polifenoli e antiossidanti, è associato a benefici per la salute, in particolare se il consumo è integrato in un modello di dieta mediterranea italiana. Ovviamente ogni sforzo deve essere fatto per promuovere l’educazione comportamentale e per prevenire gli abusi, soprattutto fra i giovani. A tale scopo, avvieremo campagne di educazione alimentare nelle scuole per informare e promuovere la dieta mediterranea a base di prodotti italiani. Il Ministero della Salute è impegnato con decisione nella promozione di abitudini corrette e ispirato al principio condiviso del “less is better” suggerito con chiarezza anche dalle linee guida per una sana alimentazione che indicano i parametri generali per un consumo di alcol a basso rischio. Principi che sono certo di condividere con il Ministro dell’Agricoltura e con tutti gli esperti che interverranno per valorizzare al meglio un settore chiave della nostra tradizione culturale, quello enogastronomico, e tutelare attivamente la nostra salute, che è il nostro bene più prezioso”.

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