“Con la Slow Wine Fair vogliamo cambiare il paradigma con cui si comprano e si vendono i vini. Sappiamo che è una missione molto complicata, ma solo lavorando sull’educazione dei consumatori e sulla formazione di chi commercializza le bottiglie si può sperare di modificare radicalmente il sistema di produzione, privilegiando metodi che preservino le risorse naturali e che incrementino la fertilità del suolo, abbandonando la chimica di sintesi. Inoltre, vogliamo sia riconosciuto alla figura del vignaiolo il giusto ruolo di difensore del paesaggio, promotore di cultura e di un sistema etico di investimenti sul territorio. Per questo la Slow Wine Fair 2023 ha un ricco programma di masterclass, di incontri, di convegni, di scambi tra i protagonisti della filiera: produttori, professionisti e appassionati. Solo attraverso l’unione delle loro forze si può pensare di rivoluzionare l’agricoltura e migliorare il futuro del pianeta”. Parole di Giancarlo Gariglio, coordinatore internazionale della Slow Wine Coalition, introducendo programma che animerà la Slow Wine Fair 2023, la fiera del vino buono, pulito e giusto, a Bologna, dal 26 al 28 febbraio, con “750 aziende, il 50% in più sull’edizione n. 1”. E, quest’anno, ci saranno anche la sezione degli amari e una decina di aziende che operano nella filiera all’insegna della sostenibilità”, aggiunge Domenico Lunghi, direttore (manifestazioni dirette) BolognaFiere, sempre più “hub” delle piccole imprese del vino dopo anche l’accordo con i Vignaioli Indipendenti (che hanno portato a Bologna, da Piacenza, il loro evento-mercato dei vini, dal 25 al 27 novembre, ndr)
Un’occasione di conoscenza e approfondimento che alla Slow Wine Fair viene ampliata da 8 masterclass e dalle conferenze. Si comincia con “Il futuro del vino è buono, pulito e giusto”, che dà il titolo alla conferenza inaugurale che apre, il 26 febbraio, la Slow Wine Fair 2023. Una dichiarazione d’intenti, che prende ispirazione dal Manifesto Slow Food, con l’obiettivo di riunire tutti i protagonisti della filiera per mettere in atto una rivoluzione del vino all’insegna di sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e crescita sociale e culturale delle campagne, come racconteranno, tra gli altri, gli interventi di Gianpiero Calzolari, presidente BolognaFiere, Brunella Saccone, direttrice agroalimentare e vini Ice Agenzia, Barbara Nappini, Presidente Slow Food Italia, Sabiha Apaydın Gönenli, portavoce della comunità Slow Food “Heritage Vines of Turkey”. Lo stesso giorno, il 26 febbraio, di scena anche il concetto di coalitions, come la Slow Wine Coalition, declinato nella conferenza “Vino e comunità: insieme siamo più forti”, da associazioni e presidi di tutto il mondo, dall’Italia all’Ucraina. A seguire, il paesaggio nell’esperienza di vignaioli e vignaiole che se ne sono fatti custodi, preservando il territorio per le generazioni future, dalle Cinque Terre alla Turchia, nei racconti dei produttori protagonisti della conferenza “Vino e paesaggio: bellezza e cura”. L’ultimo appuntamento di giornata, infine, mette al centro la dimensione culturale del vino e del suo racconto, analizzata, tra gli altri, da Xavier Fornos e Jordi Ribas Boldú, di “Vinseum”, Museo della Cultura e del Vino di Catalunya, e del “Most”, Festival Internazionale del Cinema e del Vino.
Il 27 febbraio, il futuro della Slow Wine Coalition, arrivata a coinvolgere produttori e professionisti di 37 Paesi nel mondo, sarà il fulcro del workshop “Slow Wine Coalition: attiviamoci per il vino buono, pulito e giusto”. Un talk sulla ristorazione, con Eugenio Signoroni, curatore della Guida Osterie d’Italia, Marta Passaseo, sommelier de L’Imbuto di Lucca, e Giacomo Pavesi, patron Osteria Fratelli Pavesi, seguirà il “Premio Carta Vini Terroir e Spirito Slow”, introdotto da Giancarlo Gariglio, curatore della guida Slow Wine. Da segnalare, ancora il 27 febbraio, anche il forum dedicato al vetro e alla bottiglia, “Il viaggio del vino, dalla vigna alla bottiglia”, e soprattutto le risposte dei vignaioli ai cambiamenti climatici che impattano anche sul vino, al centro di “Come cambia la geografia del vino: le risposte alla crisi climatica”. Di natura molto più tecnica, invece, la tavola rotonda di Federbio e Uiv (Unione Italiana Vini) sul tema delle contaminazioni accidentali di residui di fosfiti e di altre sostanze attive non ammesse in bio: “Contaminazioni accidentali e tecnicamente inevitabili di prodotti fitosanitari in agricoltura biologica”. La giornata si conclude con l’incontro dedicato alle enoteche di Eataly vuole promuovere il modello di un “cantiere aperto” a tutti - dai produttori ai selezionatori - dove incontri, eventi e formazione siano propedeutici alla creazione di un manifesto condiviso da tutti gli attori della coalizione: “Le enoteche di Eataly, cantiere aperto per la Slow Wine Coalition”.
L’ultimo giorno, in Slow Wine Fair 2023, di scena il focus “Sana Tech” per la costruzione di una viticoltura più naturale, lavorando sulle cause e non sugli effetti, con l’obiettivo di mantenere un basso impatto ambientale garantendo vantaggi economici ed ecologici: “Il percorso verso una viticoltura bio più naturale e sostenibile”. Ancora più interessante il convegno che chiuderà i lavori, con il grande tema della comunicazione e della promozione del vino, messa in discussione dalle tante voci critiche nei confronti del vino e del suo ruolo nell’abuso di alcol, che si levano all’interno dell’Unione Europea: a “La comunicazione del vino tra revisione Ocm e istanze salutiste”, ne discuteranno, tra gli altri, Roberto Sarti, coordinatore del tavolo di lavoro “Vino & Salute” Unione Italiana Vini (Uiv), Silvano Brescianini, presidente del Consorzio Franciacorta, Alessio Planeta (Planeta), Paolo De Castro, coordinatore del Gruppo Socialists & Democrats alla Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale del Parlamento Europeo.
In Slow Wine Fair 2023 sono attesi oltre 750 cantine espositori da tutta Italia: da San Salvatore 1988 a Barone Pizzini, da Pievalta a Domenico Clerico, da Ettore Germano a Borgogno, da Casa Eredi di Mirafiori a Giacomo Fenocchio, da Vietti a Centopassi, da Donnafugata a Planeta, da Baglio del Cristo di Campobello a Le Chiuse, da Lisini a Panizzi, da Patrizia Cencioni (Solaria) a Ridolfi, da Tenuta di Capezzana a Tenuta Col d’Orcia, da Tenuta Sette Ponti ad Abbazia di Novacella, da Decugnano dei Barbi a Tenuta Castelbuono (famiglia Lunelli), da Bertani a Secondo Marco, da Speri a Ceretto, da Il Colombaio di Santa Chiara ad Ar.Pe.Pe., da Cupano a Ca’ del Baio, solo per citarne alcune.
Appassionati, buyer e professionisti avranno così la possibilità di scoprire vini prodotti da agricoltura sostenibile, le cui parole d’ordine sono biodiversità, tutela del paesaggio agricolo, uso ponderato delle sue risorse, crescita culturale e sociale delle comunità contadine, oltre a una sempre maggiore consapevolezza dei consumatori. Con il focus della Slow Wine Fair sempre più rivolto al mercato e ai settori gdo e horeca: grazie alla collaborazione con Italian Trade Agency (Ice) e con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, saranno oltre 100 i buyer internazionali presenti alla fiera, insieme a tanti professionisti italiani. Tra i Paesi maggiormente coinvolti ci sono quelli del Nord America e del Nord Europa, e tra questi in particolare la Germania (il più importante mercato europeo per il vino bio, il quarto mercato al mondo per consumi e la seconda destinazione del nostro export di vino), Paese su cui la Slow Wine Fair ha concentrato la sua attenzione con un terzo dei buyer selezionati.
Focus - “Slow Wine Fair 2023”, ecco tutte le masterclass
In “Slow Wine Fair 2023”, di scena dal 26 al 28 febbraio, a BolognaFiere, ci sono sei appuntamenti da mettere in agenda, in cui conoscere i vini della “Slow Wine Coalition”, la rete internazionale che riunisce i protagonisti della filiera del vino, degustare i grandi vini rossi e bianchi di Francia importati in esclusiva da Tannico, ripercorrere annate importanti per la storia del vino italiano, come la 2010, attraverso le grandi etichette di Barolo, Amarone della Valpolicella e Brunello di Montalcino, ma anche esplorare l’affascinante mondo degli amari, novità della “Slow Wine Fair” 2023, un modo in più per dare spazio ai prodotti artigianali che esaltano i Presìdi Slow Food e le materie prime del territorio.
La prima masterclass è “Caucaso, la culla della viticoltura”, di scena il 26 febbraio (ore 13.30), con i vini georgiani, armeni e russi della Slow Wine Coalition, nata nel 2021 con il lancio del Manifesto per il vino buono pulito e giusto, e che da allora si è rafforzata nei numeri (conta 1.000 adesioni tra produttori e appassionati in 37 Paesi) e con le idee. A seguire (ore 15:30) largo alla degustazione più attesa, quella dedicata alla “2010: la vendemmia perfetta”, dedicata ad una di quelle annate che, grazie a un meteo e a un clima ideale, ha rasentato la perfezione. Il 2010 è stato, per molti vini, un millesimo eccezionale, specie nelle tre denominazioni rossiste più prestigiose e iconiche del Belpaese: Barolo, Amarone della Valpolicella e Brunello di Montalcino, da riscoprire nelle bottiglie che la Banca del Vino di Pollenzo ha offerto dal sui scrigno. Lo stesso giorno (ore 17:30) ci sarà anche spazio per “I grandi bianchi e rossi di Francia”, una masterclass in cui Tannico propone alcune grandi etichette importate in esclusiva per degustare le eccellenze di uno dei Paesi con la tradizione vitivinicola più antica e d’Europa, grazie alla presenza di suoli e microclimi molto differenti, 14 Regioni vitivinicole e grandi vitigni, che permettono ai vini francesi sono in grado di offrire caratteristiche organolettiche e sensazioni completamente diverse da zona a zona.
Il 27 febbraio (ore 11) si parte con la masterclass “Alla scoperta dei distretti biologici italiani con Federbio”, occasione per conoscere i territorio italiani che hanno scelto la via della certificazione bio con l’obiettivo di migliorare radicalmente la vita dei cittadini, e di affrontare la sostenibilità ambientale non solo dal punto di vista strettamente agronomico. In degustazione, sei vini di sei terroir differenti, in un viaggio lungo la Penisola, dalla Valpolicella a Cormons nel Collio, dalla Toscana di San Gimignano e Panzano al Piceno, fino al Cilento. Si prosegue, quindi (ore 13), con “La grande degustazione di Champagne Lombard”: protagonista della masterclass è la Maison Lombard (importata e distribuita da Tannico), azienda condotta da Thierry Lombard e da suo figlio Thomas, proprietaria di 5,5 ettari vitati, principalmente classificati Premier Cru, situati nella parte ovest della Montagne di Reims. Nei calici, sei grandi Champagne vinificati da uve Chardonnay e Pinot Noir in purezza, espressioni dell’identità minerale di ogni singolo terroir. Dallo Champagne al mondo degli amari, il passo è relativamente breve: alle ore 15, c’è “Amarezze sui monti d’Abruzzo: Scuppoz e la Genziana delle pecore”, alla scoperta della genziana di Scuppoz, storica realtà abruzzese a conduzione familiare che, dal 1982, produce liquori valorizzando l’artigianalità e la qualità dei prodotti tipici della regione.
Il 28 febbraio (ore 13), l’altro appuntamento dedicato al mondo degli amari, con “Amarezze siciliane: Paesano e l’amaro al carciofo”, andando idealmente a Niscemi, in Sicilia, dove l’azienda Paesano esalta con i suoi liquori e amari le materie prime isolane, tra cui proprio il carciofo di Niscemi, Presidio Slow Food, di cui l’azienda utilizza solo il cuore e i gambi, le parti più pregiate. Infine, sempre il 27 febbraio (ore 17), “La biodinamica secondo Emma Gao”, alla scoperta dei vini di Silver Heights Vineyard, pioniera nella produzione biodinamica nella Regione di Ningxia, stella nascente del panorama vinicolo cinese e mondiale.
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