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IDEE DI FUTURO

La riforma del regolamento Ue sulle Ig piace a tutti. E apre nuovi orizzonti al “turismo Dop”

Dopo il plauso Unione Italiana Vini (Uiv) e Federvini, arriva quello Qualitiva, Federdoc, Prosecco Doc, Coldiretti e Confagricoltura
Coldiretti, Confagricoltura, DOP, FEDERDOC, IGP, QUALIVITA, REGOLAMENTO IG, Italia
La riforma del regolamento Ue sulle Ig piace. E apre nuovi orizzonti al “turismo Dop”

Piace a tutte le organizzazioni di filiera il nuovo Regolamento Ue sulle Indicazioni Geografiche che ieri ha ottenuto il via libera dal Parlamento Europeo. Non solo per la sua portata in tema di tutela delle denominazioni, ma anche per le possibilità di sviluppo turistico legato alle produzioni agroalimentare di qualità, che sono un asset fondamentale per l’Italia. E così, dopo il plauso arrivato ieri dalle rappresentanze della filiera del vino, come Federvini ed Unione Italiana Vini (Uiv), il testo, di cui relatore è l’eurodeputato Paolo de Castro, incassa ulteriori consensi, che sono di buon auspicio per una sua rapida approvazione definitiva, magari già entro entro il prossimo autunno.
Come sottolinea Mauro Rosati, dg Fondazione Qualivita, una delle introduzioni più importanti riguarda la definizione delle competenze turistiche dei Consorzi di tutela attraverso l’attribuzione di un ruolo istituzionale nella promozione del “Turismo Dop”, ossia il turismo enogastronomico legato a progettualità autentiche sui prodotti a Indicazione Geografica. “Qualivita ha sostenuto con forza - afferma Rosati - l’introduzione nel nuovo regolamento degli aspetti legati alla promozione dell’enoturismo e delle funzioni di coordinamento dei Consorzi di tutela, Dopo aver sostenuto negli anni le numerose esperienze delle filiere Dop e Igp italiane, sempre più al centro dell’offerta turistica nazionale, come testimoniano i numerosi esempi, dai Caseifici Aperti del Parmigiano Reggiano Dop all’emergente esperienza del Cioccolato di Modica cresciuta fortemente con il riconoscimento Igp. Siamo convinti che il “Turismo Dop” in questa forma possa rivelarsi, anche per le piccole filiere a Indicazione Geografica, un vero volano per lo sviluppo delle produzioni e soprattutto dei territori, incentivando quelle attività turistiche a agrituristiche intimamente legate con la produzione agricola e agroalimentare italiana”.
A rafforzare questo processo il nuovo ruolo dei Consorzi di tutela, spiega Qualivita, che permetterà loro di collaborare concretamente con il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, di concerto con le istituzioni di settore come Ministero del turismo ed Enit, per prendere parte a iniziative di promozione internazionale che possono essere ulteriore leva di crescita molto importante. Un’iniziativa che può dare già nel breve periodo dei riscontri tangibili alle Dop e Igp italiane, in particolare alle filiere di piccole dimensioni”. L’Osservatorio Qualivita, solo nel 2022, ha contato oltre 230 eventi organizzati dai Consorzi di tutela fra degustazioni, visite outodoor, festival e iniziative che hanno risposto alla richiesta dei cittadini di esperienze vere nei territori del cibo e del vino. E in molti casi proprio le piccole filiere, che più di altre hanno subito gli effetti legati alla pandemia e alla contrazione di alcuni canali distributivi, sono riuscite a dare una riposta concreta attraverso iniziative di vendita diretta e incoming turistico offrendo esperienze enogastronomiche qualificate. A questo aspetto si aggiungono numerosi elementi positivi legati al coordinamento dei Consorzi di tutela: dalla formazione di un consumatore consapevole attraverso attività esperienziali, capaci di trasferire tutti i valori della filiera come il “saper fare”, i fattori ambientali, il patrimonio artistico e culturale o quello storico e sociale fino all’introduzione di una gestione sostenibile coordinata sul territorio in grado di salvaguardare le risorse naturali degli areali. Nel Turismo Dop, ricorda ancora Qualivita, sono già coinvolte le principali filiere Dop e Igp e Consorzi di tutela tra cui: Vino (Cantine Aperte, Gran Fondo Gallo Nero, Tempio del Brunello), Olio (Frantoi Aperti, Oliveti Aperti), Formaggi (Caseifici Aperti, Made in Malga), Prodotti a base di carne (Aria di Festa, Finestre Aperte), Aceti balsamici (Acetaie Aperte), Spirits (Distellerie Aperte, Grapperie Aperte).
Ma il nuovo regolamento, seppur con qualche distinguo, piace anche a chi, inizialmente, voleva che il vino ne restasse fuori, come la Federdoc, che rappresenta la stragrande maggioranza dei Consorzi del vino. “Perché rafforza la tutela delle Ig e sancisce lo stop al passaggio di gestione dei disciplinari all’Euipo - spiega il presidente Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi - una esternalizzazione di competenze che avrebbe rappresentato un grave vulnus per l’intero sistema. È stata confermata la peculiarità del settore vino, caratterizzato da una politica di qualità con strumenti normativi specifici. Il voto odierno sulla riforma delle Indicazioni Geografiche di fatto garantisce un livello di protezione più elevato alle Ig, con specifico riferimento alla protezione online e all’impiego delle stesse come ingredienti di prodotti composti elaborati e trasformati. L’auspicio ora -ha concluso Bonaldi - è che l’orientamento scaturito dalla votazione odierna rappresenti una traccia precisa per le decisioni future, con una particolare attenzione al “pacchetto vino” che richiede delle specificità che a molti sembrano sfuggire”.
Dal mondo consortile del vino, un plauso arriva anche da Stefano Zanette, presidente del Consorzio di tutela della Doc Prosecco, che tutela la denominazione che, in questi anni, è diventata leader del vino italiano: “mi fa piacere condividere pubblicamente, anche con coloro i quali si erano inizialmente dichiarati contrari, i plausi che ora giungono da più parti alla relazione, approvata oggi dalla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, relativa alla nuova regolamentazione Ue sulle Dop e Igp. Spero questo faciliti il percorso di approvazione definitiva della riforma, iniziativa che fino a ieri vedeva tanti, troppi distinguo mentre oggi, stando ai lanci stampa, sembrano essere tutti rientrati. Devo ammettere che, una volta tanto, il nostro paese si è saputo muovere sostanzialmente compatto nel cogliere i molti vantaggi introdotti da questa riforma che dopo l’approvazione da parte della plenaria dell’Europarlamento dovrà essere discussa in sede di “trilogo”, tavolo al quale ci aspettiamo giunga forte e chiaro, attraverso il Consiglio, l’orientamento favorevole del nostro Governo. Un sentito ringraziamento, a nome mio personale e di tutta la filiera produttiva del Prosecco, lo devo alla Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo che alla fine ha approvato all’unanimità la relazione dell’onorevole Paolo De Castro, al quale va riconosciuto il grande merito di essere riuscito, non senza fatica, a condurre in porto il risultato. Un ringraziamento, infine, a tutti coloro i quali - associazioni di categoria, organismi di rappresentanza, consulenti, istituti universitari e assistenti parlamentari - hanno collaborato con il nostro Consorzio nell’avanzare proposte di miglioramento del testo base e a favorire il consenso necessario all’approvazione ”.
Anche il commento di Origin Italia, che rappresenta i consorzi del cibo, è positivo: “ora che il primo passo è stato compiuto occorre tutto il supporto da parte degli Stati Membri, in particolare chiediamo sostegno alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che già hanno sostenuto fortemente la riforma nelle fasi iniziali dei Triloghi - dichiara Cesare Baldrighi, presidente Origin Italia - affinché i risultati ottenuti dal Parlamento Europeo non vengano erosi o minacciati nella fase finale dei Triloghi e per arrivare a un quadro legislativo più chiaro per consolidare il sistema ma anche per evitare interpretazioni spesso contraddittorie da parte delle istituzioni nazionali e regionali. L’obiettivo è giungere entro l’autunno all’approvazione finale e l’Italia dovrà giocare un ruolo determinante per difendere lo strumento oggi più importante per tutelare e promuovere la qualità agroalimentare italiana e su questo il Governo potrà contare sul supporto attivo e convinto della nostra associazione e di tutti i suoi Consorzi soci”.
“Con la riforma del sistema europeo delle denominazioni di origine (Ig) è in gioco il primato italiano nell’Unione Europea con 883 prodotti riconosciuti, tra alimentari e vini, che sviluppano un valore di 19,3 miliardi di euro con il contributo di oltre 86.000operatori”, commenta il presidente Coldiretti, Ettore Prandini. “Dalla difesa del sistema delle indicazioni geografiche europee dipende la lotta al falso made in Italy alimentare che nel mondo vale oltre 120 miliardi di euro. Il contrasto alle imitazioni aiuta la crescita di un sistema che oltre all’impatto economico ed occupazionale rappresenta un patrimonio culturale ed ambientale del Paese”. Molto importante, sottolinea la Coldiretti, la volontà del Parlamento di indicare obbligatoriamente la provenienza in etichetta dei prodotti ad indicazione geografica protetta (Igp) per proteggere i consumatori dagli inganni, “ma è anche da rilevare l’emendamento di tutela “anti-Prosek”, in cui si chiarisce come menzioni tradizionali come Prosek non possano essere registrate, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp. Un indirizzo significativo - conclude la Coldiretti - in attesa del pronunciamento definitivo sulla vertenza che oppone l’Italia alla Croazia da parte della Commissione”.
“Con il voto della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo sulla proposta di regolamento delle Indicazioni geografiche sono state accolte molte istanze presentate da Confagricoltura che mirano a rafforzare la protezione delle Dop e Igp, a snellire le procedure di approvazione e di modifica dei disciplinari, prevedere un ruolo per i produttori agricoli nei consorzi, aumentare la trasparenza verso i consumatori e tutelare il settore vitivinicolo”, commenta dal canto suo l’organizzazione delle imprese agricole, guidata da Massimiliano Giansanti. Che ritiene “molto positive le misure introdotte per semplificare le procedure di gestione delle Ig, con tempistiche per la registrazione e la modifica dei disciplinari più snelle rispetto alle attuali, che oggi richiedono oltre i 12 mesi. Bene anche il mantenimento del ruolo dell’Euipo, agenzia che gestisce i marchi Ue a cui sono attribuiti solo compiti amministrativi nella gestione delle richieste. Positivi, inoltre, il carattere volontario degli impegni di sostenibilità, che possono essere inclusi nel disciplinare di produzione o in un documento a parte, e la maggiore protezione su internet, per esempio sui siti di e-commerce. In ambito vitivinicolo, il risultato va incontro alle richieste di Confagricoltura: sono infatti stati lasciati nella regolamentazione di base elementi importanti di tutela delle Ig. Le norme che regolano la protezione, l’omonimia, la relazione con i marchi e gli impegni di sostenibilità restano dunque specifiche per il vino, contrariamente a quanto inizialmente proposto dalla Commissione”.

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