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“SICILIA EN PRIMEUR” 2024

Sicilia “less is more”: calo di produzione nel 2023, ma anche più “pulizia” nella vocazione dei vini

La resilienza dell’isola al cambiamento climatico e il lavoro dei produttori nel far esprimere al meglio vitigni e territori, negli assaggi WineNews

Il 2023 è stato un anno impegnativo in vigna anche in Sicilia, con un calo della produzione del 34,48% sul 2022 (e del 40% negli ultimi 13 anni) dovuto all’elevata pressione patogena sulla vite tra maggio e giugno. Calo che si è tradotto in una resa litro/ettaro del 50% in meno nel 2023 sulla media nazionale degli ultimi 13 anni (media al di sotto della quale si trovano anche Piemonte e Toscana, dove influisce pure il “fattore qualità”). Nel complesso, però, la regione si conferma più resiliente rispetto alla situazione generale mondiale sottoposta al surriscaldamento climatico in atto. Questo non significa che la Sicilia non stia affrontando le stesse sfide del resto d’Italia e del mondo, con le irregolarità climatiche (piogge concentrate e sovrabbondanti alternate a lunghi periodi di siccità) e le temperature al di sopra della media che tutti stiamo sperimentando, ma ci sono delle caratteristiche geografiche, geologiche e di biodiversità che le permettono sorprendentemente di resistere meglio. Il calo di produzione inoltre si accompagna ad una maggior consapevolezza dei produttori che, sempre più, stanno delineando la vocazionalità delle varietà presenti in Sicilia: non si coltivano più tanti vitigni in modo indiscriminato su tutta la regione, bensì in maniera oculata, concentrandoli nei territori che meglio ne permettono l’espressione. Resilienza e pulizia, quindi è quanto evidenzia l’analisi climatica (fonti Sias, Isac e Ispra) e vendemmiale regionale e del suo contesto presentata, a “Sicilia en Primeur” 2024 a Pollina - Cefalù (nei 25 anni di Assovini Sicilia e nei 20 anni della nascita di questa anteprima itinerante), nei giorni scorsi, dall’esperto enologo di Uva Sapiens Mattia Filippi, nella giornata dedicata all’assaggio delle nuove annate in anteprima e in commercio.
Partendo dall’analisi climatica macro, utile a capire il contesto, Mattia Filippi ha ricordato come - tenendo conto dei dati dal 1800 in avanti - le temperature mondiali abbiano iniziato a salire con più accelerazione a partire dal 1980, con un ulteriore incremento nel 2015. In questo periodo, il 2023 ha segnato un record di aumento: per tutti i 365 giorni si sono registrate temperature sopra 1 grado centigrado (sulla media pre-industriale 1850-1900): tra questi pressoché il 50% ha registrato temperature sopra 1,5 gradi centigradi, mentre l’80% ha registrato temperature sopra 1,25 gradi centigradi. Un surriscaldamento che si concentra in generale maggiormente vicino ai poli, colpendo fortemente l’Europa, dove si è verificato soprattutto in autunno e inverno. Italia compresa, che però ha avuto una primavera con temperature in linea con la media degli ultimi 30 anni, quindi relativamente fresca (anche ad agosto). Sempre in Italia, primavera ed estate sono state ricche di eventi piovosi e le temperature basse di maggio e giugno hanno influito sull’incidenza delle malattie fitopatologiche.
Passando all’analisi climatica regionale, la Sicilia, in particolare, ha segnato temperature in linea o inferiori sulla media dei 30 anni precedenti, in estate maggiori di 1,2 gradi, invece, rispetto alla media: un incremento in ogni caso minore del trend mondiale, che ha riguardato luglio, settembre e ottobre. In generale sia le temperature medie minime che quelle massime sono aumentate rispetto agli ultimi 21 anni, ma le massime sono state tra le più alte (seconde solo al 2022), mentre le minime no. Allo stesso tempo maggio e giugno sono stati i mesi con le umidità minime più alte rispetto agli ultimi 21 anni, dato che influisce sulle fitopatologie e di conseguenza sulle produzione regionali (in linea con tutte le annate che finora hanno registrato tassi elevati di umidità in regione: 2011, 2014, 2019, 2020 e appunto 2023). Le precipitazioni nel frattempo si stanno scostando sempre più dalla regolarità primaverile e autunnale che era tipica dell’isola, e si registrano cali notevoli che hanno toccato il record negli ultimi due anni (sempre rispetto ai precedenti 21 anni). Tra marzo e ottobre in Sicilia si sono verificati eventi piovosi in 245 giorni di cui il 27% nel Nord-Est, il 24% nel Nord-Ovest, il 19% nel Sud e il 13% nel Sud-Est. I venti sono stati per lo più settentrionali (dal Nord la Tramontana nell’Ovest della regione, da Nord-Ovest il Maestrale nel Nord-Est della regione e dall’Ovest il Ponente e dal Nord-Est il Grecale sul Sud-Est della regione), mentre è stato quasi del tutto assente lo Scirocco.
Per le note di produzione vanno aggiunte alcune caratteristiche: la Sicilia è la prima regione in Italia per viticoltura in collina (65% del totale, seguita da Toscana e Piemonte) e la seconda per viticoltura di montagna (dopo il Trentino Alto Adige). Inoltre con 37.650 ettari, rappresenta il 28% della superficie viticola biologica in Italia. In un confronto con la Spagna e la Francia (che insieme all’Italia detengono quasi l’80% della superficie viticola biologica mondiale), la Sicilia da sola rappresenta l’8% della superficie viticola biologica mondiale: è la terza regione al mondo, dopo Castilla-La Mancha in Spagna e l’Occitania in Francia (che insieme alla Sicilia contano sul 32,2% della superficie viticola bio mondiale) e - se teniamo conto della densità di superficie viticola bio rispetto alla superficie viticola totale regionale - è la prima al mondo col 38% (rispetto al 22% dell’Occitania e il 14% di Castilla - La Mancha). Numeri raggiunti grazie a programmi regionali e nazionali come SOStain, V.I.V.A, Equalitas, Sqnpi e Biodiversity Friend, che sui 37.650 ettari a conduzione biologica in Sicilia hanno risparmiato una stima di oltre 143.000 litri di glifosate e 1.250 tonnellate di rame metallo per anno (dato che dovrebbe essere valutato seriamente). Una regione viticola che, insomma, ha messo al centro la sostenibilità ambientale ed energetica e riesce quindi a far fronte alle avversità con strumenti diversi, anche grazie alla resilienza che dimostrano le diverse varietà locali, che ben si sono adattate alle caratteristiche dell’isola in cui sono coltivate da secoli.
L’andamento stagionale, come già accennato, ha portato alti livelli di umidità a maggio e giugno in tutta la regione, Pantelleria compresa, e ovunque il 2023 ha portato meno pioggia negli ultimi mesi dell’anno, oltre che un luglio con temperature oltre la media. Tra aprile, maggio e giugno, tutte le 4 maggiori zone della Sicilia (Nord-Ovest, Sud, Sud-Est e Nord-Est) hanno avuto temperature sotto la media, mentre l’autunno è stato più caldo ovunque, tranne che nel Nord-Est che comprende l’Etna. Da questa annata 2023 berremo certamente meno vini ma “rossi con una forte identità, bianchi con un profilo aromatico complesso, internazionali dal nuovo e interessante profilo, vitigni autoctoni sempre più fedeli al territorio - ha concluso Mattia Filippi - con il Grillo, un vitigno performante nelle riduzioni di quantità e che in questa vendemmia si è rivelato in vini dall’ampio spectrum aromatico e note tropicali più pronunciate; il Catarratto grande autoctono che incontra le caratteristiche del gusto internazionale; Nero d’Avola, Frappato, Nerello Mascalese e Perricone, che si stanno affermando come vini del futuro puntando su uno stile che unisce eleganza, versatilità e freschezza; infine il Syrah, le cui uve hanno dimostrato una resistenza alle condizioni meteo-climatiche e un risultato che post vendemmia si è tradotto in vini dall’equilibrio acido-zuccherino e una maturazione eccellente”.

Delle 304 etichette in degustazione tra bianchi, rossi, rosati, vini fermi, secchi, bollicine e passiti delle 62 aziende protagoniste dell’edizione n. 20 di “Sicilia en Primeur”, di scena a Pollara e Cefalù con la regia di Assovini Sicilia nei 25 anni dalla sua fondazione, WineNews ha scelto per voi i migliori assaggi:

Principi di Butera, Doc Sicilia Nero d’Avola Pas Dosé
Spumante leggero e delicato, che profuma di lavanda, more e crema chantilly, ed ha un sorso cremoso, dalla fresca vena vegetale e una chiusura di viole e albedo.

Cottanera, Doc Etna Bianco 2023
Intenso nei profumi di vaniglia, fiori di acacia e pesca bianca, con guizzi iodati e citrini, si diffonde minerale in bocca, chiudendo dolce di melone bianco.

Tenuta di Fessina, Doc Etna Bianco A’ Puddara 2022
Vino gentile ed elegante, profuma di melone bianco e mandorla, ginestra e erbe aromatiche; decisamente sapido in bocca, ha un sorso polposo e materico ben bilanciato.

Baglio del Cristo di Campobello, Doc Sicilia Chardonnay Laudàri 2022
Fico d’india, vaniglia e pesca gialla sprigiona mineralità persino al naso. In bocca è morbido, strutturato, sviluppa aromi speziati e ammandorlati con una vena acida a supporto.

Tasca d’Almerita - Fondazione Whitaker, Doc Sicilia Grillo Mozia 2023
Il Grillo più luminoso della produzione Tasca, intenso ma accogliente, dalla struttura iodata e fruttata, centralissimo in bocca, senza sfuggire.

Feudo Arancio, Doc Sicilia Grillo Quetò 2022
Profuma di melone e gelsomino, erbe di campo e buccia di cedro: un naso delicato, come il sorso, che fresco e pepato, riporta gli stessi profumi sulla lingua, chiudendo caldo.

Serra Ferdinandea, Doc Sicilia Bianco 2021
Vino largo e minerale, dai toni burrosi ma anche mediterranei, con una punta di caffè: in bocca non perde tensione, nonostante la morbidezza, e chiude con una punta salata.

Mandrarossa, Terre Siciliane Igt Sauvignon Blanc Urra di Mare 2023
È proprio un mare mosso, che profuma di iodio, bosso, melone bianco, sambuco e nepitella; polposo in bocca, si muove fresco e sapido, restando pieno e teso.

Barone di Villagrande, Doc Etna Rosato 2023
Ha struttura e scorrevolezza, profumi di fiori, frutta, roccia e agrumi, con un sorso perfettamente bilanciato tra calore, sapore, acidità e sapidità, aderenza compresa.

Baglio di Pianetto, Terre Siciliane Igt Syrah Viafrancia Rosé 2023
La dolcezza della mora matura e la nota asprigna dell’uva spina. Tutto intorno boccioli di rosa e lavanda, con la struttura minerale a restare persistente grazie all’aderenza

Arianna Occhipinti, Doc Alcamo Frappato BB 2021
La versione più invernale dei suoi frappato selvatici: calmo e scuro, vinoso e balsamico, ma anche intensamente dolce di ciliegia e accogliente

Donnafugata, Docg Cerasuolo di Vittoria Floramundi 2022
Un bouquet floreale sui toni rosati, con la rosa, la viola, la camelia e la lavanda ad accogliere melograno e ribes rossi. Vivace, saporito, materico e caldo.

Girolamo Russo, Doc Etna Rosso San Lorenzo Piano delle Colombe 2021
Frutta rossa in confettura, fiori appassiti, una nota di goudron: sempre scuro nei toni, in realtà è chiarissimo e ampio nella trama, scorrevole, persistente, elegante.

Le Casematte, Terre Siciliane Igt Rosso Peloro 2022
Mora e pepe, amarena e rovi, nitidissimo nei profumi, altrettanto al sorso, che scorre teso e fresco per poi allargarsi sapido in chiusura, saporito di viola.

Tenuta Rapitalà, Doc Sicilia Syrah Nadir 2021
Vino largo e profondo, pieno di frutta rossa matura e spezie, ma con un tocco vinoso a togliere serietà; al palato ha struttura piena e calda, polpa e tannino deciso, ma non ruvido.

Cusumano, Doc Sicilia Rosso Noà 2020
Ciliegia e vaniglia, pepe e rovi: un rosso dal sorso pieno e strutturato, con note di goudron e cioccolato, che chiude sapido e lievemente amaricante, fruttatissimo.

Castellucci Miano, Doc Sicilia Perric.One 2021
Ha una certa selvaticità gioiosa, nei suoi profumi intensi di lampone, ciliegia, viola e rosa, ma soprattutto talco. Ma mano in bocca si calma e dona un sorso calmo, balsamico e speziato.

Colosi, Doc Malvasia delle Lipari Na Jm 2022
Foglia di fico, iodio, albicocca, cappero, melone, fico d’india, mandorla tostata e molto altro, per un passito aperto e ispido, meno glicerico dei suoi simili e dalla sapidità marina.

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