Se i primi grappoli sono stati raccolti già a luglio, in Sicilia, ed è partito ufficialmente anche il territorio della Franciacorta, la vendemmia 2025 sta muovendo i primi passi, con le varietà più precoci, un po’ ovunque, dalla Puglia alla Sardegna, dalla Toscana all’Oltrepò Pavese, tra i tanti territori del vino italiano. E sebbene ci sia chi si è già sbilanciato in previsioni su scala nazionale, come Coldiretti o l’Accademia Italiana della Vite e del Vino, è evidente che tutto va preso con le dovute cautele, in vista delle prossime settimane. Ma ora sono anche molte aziende di spessore di diversi territori, dal Trentino Aldo Adige alla Sicilia, a tracciare un quadro che da Nord a Sud racconta in generale di un’annata 2025 fino ad ora abbastanza uniforme ed equilibrata, grazie ad un inverno non troppo freddo, che ha seguito un decorso nella norma e la primavera (fresca ad aprile) che ha favorito una fioritura progressiva. E con piogge che, nel complesso, hanno punteggiato la penisola senza mai essere eccessive, contribuendo a costituire buone riserve idriche e senza ostacolare le lavorazioni in vigna. Giugno si è fatto riconoscere ovunque per un’ondata di calore che ha accelerato lo sviluppo vegetativo, senza però causare stress eccessivi proprio grazie alle riserve idriche accumulate nei mesi precedenti. Il risultato è stato un ciclo vegetativo in linea o leggermente anticipato, con vigneti in ottima forma e un buono stato sanitario diffuso. A partire da luglio, molte zone hanno beneficiato di nette escursioni termiche tra giorno e notte che stanno favorendo un’invaiatura regolare e una buona maturazione fenolica. Ad oggi, lo stato sanitario delle uve è generalmente molto buono, con grappoli ben conformati. Le rese attese sono in linea con le medie e molto promettenti in termini qualitativi. La vendemmia, dunque, appare lievemente anticipata, con alcune varietà bianche in pole position. Le aspettative qualitative sono alte e, se agosto proseguirà senza eventi estremi, la raccolta 2025 potrebbe restituire vini di precisione, freschezza e grande espressività territoriale.
Partendo dal Trentino Alto Adige, per Anselmo Guerrieri Gonzaga, alla guida di Tenuta San Leonardo, una delle “perle” del vino italiano, la stagione vegetativa è stata finora caratterizzata da un andamento complessivamente più mite della media, con alcuni picchi di caldo tra fine giugno e inizio luglio. Tuttavia, rispetto al 2022 o al 2023, le temperature estive sono risultate meno estreme e più alternate, con giornate di raffrescamento e precipitazioni ben distribuite che hanno favorito un buon equilibrio vegetativo delle piante. Le prime impressioni indicano un’annata promettente sia per qualità che per quantità. Nella vicina Valle di Cembra, la stagione 2025 è iniziata con un inverno caratterizzato da temperature basse e nevicate in quota. Stefano Rossi, enologo di Cembra Cantina di Montagna, segnala un inizio vegetativo regolare. “La primavera ha alternato condizioni di soleggiamento, piogge e temporali, con un bilancio complessivamente positivo”, spiega. L’estate si è caratterizzata per temperature elevate, anche superiori ai 30 °C con periodi di stabilità e qualche precipitazione a fine luglio. “La stagione produttiva - conclude - si preannuncia regolare e con buone aspettative”. Anche l’Alto Adige conferma un andamento simile: Cantina Terlano, “tempio” dei grandi vini bianchi da invecchiamento, e Cantina Andriano, tra i riferimenti del territorio, raccontano di uno sviluppo vegetativo regolare che ha portato oggi sulle viti grappoli non troppo compatti e una buona parete fogliare. Rudi Kofler, “kellermeister” di entrambe le cantine, racconta di un inverno relativamente secco e mite, una primavera - da fine aprile a inizio giugno - giustamente piovosa, seguita da un’ondata di calore breve e intensa a fine giugno. “Oggi l’allegagione si presenta moderata e caratterizzata da grappoli spargoli - che è un indice positivo in termini qualitativi”. Da un lato e dall’altro della valle dell’Adige, la vendemmia 2025 inizierà con lieve anticipo rispetto al 2024, nel periodo tra fine agosto e inizio settembre. A pochi chilometri di distanza, sulle sponde del Lago di Caldaro, anche a Cantina Kaltern, altra “gemma” del vino altoatesino, la fioritura si è svolta in condizioni climatiche ottimali, garantendo una buona allegagione. “Le precipitazioni sono state regolari e ben distribuite” conferma l’enologo Thomas Scarizuola. L’estate ha preso avvio con un giugno molto caldo, seguito da un luglio più moderato. “Le uve mostrano un ottimo potenziale qualitativo, promettendo un’annata eccellente - continua l’enologo - ora confidiamo in un agosto favorevole e in un autunno ricco di sole per completare al meglio la maturazione”.
Spostandoci in Lombardia, anche la Franciacorta ha registrato un inverno mite e con piogge utili e diffuse. Il sole e il caldo di giugno sono stati protagonisti nei vigneti di Mosnel, tra le aziende più famose, dove Giulio Barzanò, che ne è alla guida con la sorella Lucia, dice che “per ora ci sono tutte le condizioni per una vendemmia di buona quantità e ottima qualità. Mancano ormai pochi giorni, ma fondamentali: la maturazione finale con buone escursioni termiche giorno notte, come è in questi giorni, storicamente regala le annate memorabili”. Sempre in Franciacorta, ha iniziato la raccolta la storica griffe della famiglia Paladin, Castello Bonomi, per una vendemmia che celebra i 40 anni della cantina, con il Pinot Nero “che quest’anno si presenta particolarmente promettente. Le uve hanno un ottimo equilibrio tra maturazione, acidità e profilo aromatico”, spiega l’azienda. “La vendemmia parte con il piede giusto, per un’annata che si preannuncia buona nella quantità e straordinaria nella qualità”, afferma Roberto Paladin, alla guida di Castello Bonomi assieme al fratello Carlo. Secondo cui “le condizioni sanitarie dei grappoli sono eccellenti e le acidità si mantengono vive, con valori ottimali di pH e un contenuto di acido malico elevato, componente essenziale per garantire ai vini freschezza e longevità. Il quadro aromatico, infine, è ricco, con un’ottima mineralità e precursori che fanno ben sperare per basi spumante di grande carattere. La quantità sarà leggermente superiore a quella del 2024: la grandinata del 26 agosto 2024 ha avuto un’ influenza solo parziale e limitata alle parcelle giovani, che risultano leggermente meno fertili. In queste porzioni si sta affrontando la vendemmia con un approccio ancora più selettivo, gestendo con cura meticolosa sfogliature e raccolta. L’annata 2025 si preannuncia quindi ricca di soddisfazioni con presupposti ideali per produrre Franciacorta con lunghi affinamenti, in linea con la filosofia aziendale”.
Dalla Franciacorta all’Oltrepò Pavese, da Conte Vistarino, una delle cantine storiche e di riferimento del territorio, guidata da Ottavia Vistarino, dove è previsto per il 12 agosto il via al taglio dei grappoli, a partire da Pinot Nero e Chardonnay che diventeranno Metodo Classico, e che proseguirà, fino a settembre inoltrato, nelle vigne dove nascono i Cru di Pinot Nero in rosso e il Riesling, è tutto in anticipo di oltre una settimana sullo scorso anno. “Come nel resto dell’Oltrepò, si prevedono una resa in crescita, tra gli 80 e i 90 quintali per ettaro, grappoli grandi e acini pesanti. A Rocca de’ Giorgi in particolare, nonostante il quadro agronomico complesso - spiega l’azienda - la qualità delle uve si preannuncia tra le migliori degli ultimi anni, dato decisamente positivo, considerando altresì che l’annata 2024 era risultata fortemente compromessa dalla peronospora e dalle numerose piogge vendemmiali”. “Negli ultimi due mesi, abbiamo attraversato una fase molto delicata di caldo intenso, alternato a periodi freschi e acquazzoni - commenta Ottavia Vistarino - superata grazie a operazioni agronomiche mirate nella gestione della chioma e nella lavorazione dei suoli. I campioni pre-vendemmiali dell’uva destinata alle basi-spumante denotano un rapporto zuccheri/acidità/pH ottimale, lasciando presagire un finale di stagione positivo”. Sotto il profilo della gestione viticola, l’annata in corso è caratterizzata dagli importanti investimenti nel rinnovamento del parco dei mezzi agricoli - che toccano i 500.00 euro - e dall’incremento delle operazioni manuali in campagna, secondo una sempre più attenta viticoltura di precisione, al fine di determinare un miglioramento concreto nell’equilibrio vegetativo e produttivo delle piante. Quest’anno si è rivelata più che mai fondamentale la competenza dei nostri agronomi e tecnici - continua Ottavia Vistarino - se i costanti interventi in vigneto ci hanno dato uve sane e con un ricco profilo aromatico, le scelte di investimento e gestione stanno già portando risultati quali-quantitativi significanti. Per una viticultura d’eccellenza, diventa essenziale leggere il cambiamento con prontezza e versatilità, mettendo in campo le risorse adeguate a fronteggiare il mutevole andamento climatico e il progressivo aumento degli eventi meteorologici estremi”.
Andando più a Ovest, si guarda alle Langhe, dove l’inverno non è stato rigido e le piogge sono proseguite fino a primavera. Giugno, anche qui, è stato eccezionalmente caldo, accelerando lo sviluppo dei grappoli. L’invaiatura è iniziata con anticipo grazie anche alle forti escursioni termiche notturne. Le produzioni non sono elevate, ma la qualità potenziale è alta. Le operazioni di diradamento sono in corso e la vendemmia, per il Nebbiolo, è attesa a inizio ottobre. Marco Parusso della celebre cantina Parusso, allarga lo sguardo su Bussia e sul suo Nebbiolo: “nel 2025 ha piovuto abbastanza e non possiamo lamentarci, le piante non soffrono assolutamente. I grappoli sono perfetti, abbastanza spargoli e non troppo schiacciati. Per ora sono molto soddisfatto della frutta sulle viti”. Anche Federica Boffa Pio, quinta generazione di Pio Cesare, tra i nomi di riferimento delle Langhe, è positiva: “il terreno ha fatto un’abbondante scorta di acqua per affrontare al meglio l’estate 2025. La produzione oggi è regolare e non troppo abbondante. Siamo partiti con le operazioni di diradamento che dureranno fino al 20 agosto; come tutti gli anni, abbiamo stabilito una tipologia di diradamento per ogni vigneto in base al numero e alle dimensioni dei grappoli, avendo ben chiaro l’obiettivo da raggiungere: regolare quantitativamente una produzione di altissima qualità”.
Dal Piemonte si scende in Liguria, dove Cantine Lvnae, tra gli interpreti principali dei Colli di Luni, segnala un inverno abbastanza freddo e piovoso ma senza grandi problematiche. “La primavera è stata un po’ ballerina - spiega il produttore Diego Bosoni - ma grazie al microclima che ci caratterizza, tra mare e montagna, e alla bravura dei ragazzi in vigna siamo arrivati alla stagione estiva con vigneti in piena salute”. Le analisi in campo indicano uve di grande potenziale qualitativo. Speriamo in un agosto equilibrato”, conclude. Il Vermentino, “vitigno totem” del territorio, sarà raccolto a inizio settembre, in linea con la media storica.
Ancora, poi, uno sguardo alla Toscana, tra alcuni dei suoi territori più importanti, dal Chianti Classico a Montalcino, dalla Maremma alla Val d’Orcia. Nel Chianti Classico, in particolare, la storica Castello di Querceto, che si trova sulle alte colline di Radda in Chianti, evidenzia un inizio di stagione piovoso, seguito da un giugno caldo che ha portato a un ciclo vegetativo in linea o leggermente anticipato. Le viti sono vigorose e ben equilibrate, e le rese attese sono buone. “In questo momento - spiega Simone François, quarta generazione della proprietà - abbiamo il clima ideale, con elevata escursione termica giorno/notte e piogge ben intervallate”. Da Gaiole in Chianti, Elisa Ascani, direttore produzione Bertinga, giovane ma già affermata realtà del territorio i cui vigneti più alti, ad Adine, superano i 550 metri slm, conferma un andamento da manuale: il germogliamento è avvenuto in modo regolare, seguito da una fioritura prolungata grazie a piogge primaverili abbondanti. “Il mese di giugno è stato caratterizzato da temperature eccezionalmente elevate, mentre a luglio sono tornate alcune piogge, accompagnate da un’escursione termica significativa tra il giorno e la notte, che ha favorito l’inizio dell’invaiatura verso la fine del mese. Ora bisogna confidare nella stabilità del meteo di agosto, così da favorire una corretta maturazione”. Ancora, i vigneti di Castello di Fonterutoli, a Castellina in Chianti, della famiglia Mazzei, simbolo della storia del Chianti Classico, così come la preziosa vigna de Il Caggio dove nasce Ipsus, hanno goduto di un ottimo germogliamento con notevole uniformità. “Nessun ritorno di freddo, piuttosto un maggio abbastanza piovoso che ha ulteriormente incrementato utili riserve idriche nel terreno - dice Francesco Mazzei - e nonostante le alte temperature di metà luglio, le piante si trovano ad oggi ad invaiatura già avvenuta e procedono molto velocemente nella maturazione dei grappoli. La produzione sembra essere buona” conclude. Sempre nel territorio del Gallo Nero, tornando a Radda in Chianti, Arillo in Terrabianca, realtà che dal 2019 è sotto la proprietà della famiglia italo-svizzera Burkard, testimonia che tra il 1 settembre 2024 e il 30 aprile 2025 c’è stato un surplus idrico che ha avuto un impatto significativo sull’evoluzione del ciclo vegetativo della vite. “Le temperature attuali, comprese tra i 30 e i 32 °C, unite a una buona disponibilità idrica nel suolo, stanno favorendo uno stato sanitario ottimale dei vigneti, con piante vigorose e ben equilibrate”, dichiara la produttrice Adriana Burkard, secondo cui le condizioni attuali suggeriscono un’annata potenzialmente eccellente, sia dal punto di vista qualitativo, sia quantitativo, con rese nella norma o leggermente superiori.
Nel territorio del Brunello di Montalcino, Giodo, griffe dell’enologo Carlo Ferrini e della figlia Bianca, racconta di un inverno nella norma e, a ruota, di una fase vegetativa che è andata molto bene e coerente con la stagionalità: piogge primaverili hanno dato un bello spunto di partenza nello sviluppo dei germogli. “Il caldo di fine giugno è stato anomalo - dice Riccardo Ferrari, responsabile enologico - ma gestendo la parete fogliare con interventi precisi abbiamo cercato di creare un’ombreggiatura naturale”. “Sarà una vendemmia gestita con un’80% di tecnica e 20% di istinto”, conclude Bianca Ferrini.
Da Montalcino alla Maremma: a Fattoria Le Pupille, tra i riferimenti del territorio, dopo una primavera “discretamente piovosa”, l’andamento estivo, a partire da giugno, ha riequilibrato la stagione. “Ad oggi le varietà sono quasi tutte invaiate, mancano solo alcuni appezzamenti di Petit Verdot e Cabernet Sauvignon di Saffredi”, spiega Ettore Rizzi, enologo e figlio della fondatrice Elisabetta Geppetti. “L’inizio di vendemmia è previsto intorno al 20 agosto per le varietà più precoci. L’annata in generale si prospetta molto positiva per qualità e aromaticità. Questa estate, un po’ in stile Anni Novanta, ci mette di ottimo umore”, conclude. Sempre in Maremma, a Castello di Vicarello, celebre cantina a Cinigiano, una primavera altalenante e ventosa è stata gestita senza particolare stress. Il caldo estivo, grazie a buone riserve idriche e una gestione accurata, è stato ben accolto. “L’invaiatura è in anticipo e le uve - dice il produttore Brando Baccheschi Berti - appaiono di grande qualità: profumate con tannini maturi, complessi e belli lunghi. Adesso il clima è ideale con temperature massime di 30 °C di giorno e minime sotto i 20 °C: è il sogno di qualsiasi produttore. Vedremo come va nelle prossime settimane”. Una visione comune a quella del territorio, come spiega ancora Francesco Mazzei, che è anche presidente del Consorzio Vini Maremma, dove “tutto pronto per l’inizio della vendemmia, che si preannuncia come una delle più promettenti degli ultimi anni. Le uve stanno maturando in modo regolare e ottimale, grazie a condizioni climatiche ideali e all’assenza di episodi di stress termico o idrico. Il tempo asciutto e lo scarto termico costante degli ultimi giorni stanno contribuendo a creare un quadro perfetto per una vendemmia di grande qualità. Al momento non si registrano allarmi meteorologici: il caldo potrebbe fare ritorno a metà agosto, ma senza picchi preoccupanti”. Ed è “particolarmente positiva l’evoluzione della sintesi aromatica, che lascia prevedere una produzione di Vermentini di altissima qualità, se le condizioni climatiche rimarranno favorevoli. Lo stato sanitario delle uve resta ottimale su tutto il territorio. I tempi della vendemmia risultano perfettamente in linea con quelli del 2024: la raccolta prenderà il via nella settimana che precede Ferragosto, a partire dalle varietà più precoci come Chardonnay, Viognier e successivamente Merlot e, ovviamente, a quelle destinate alle basi spumante e ai rosati. Sul fronte quantitativo si prevede una produzione abbondante, con l’eccezione di alcune varietà più sensibili alla peronospora, che durante il piovoso mese di maggio hanno subito attacchi anche consistenti”.
Restando in Toscana, nella Val d’Orcia Patrimonio Unesco, a Sarteano, dove il clima ha spesso andamenti peculiari, la storica Tenuta di Trinoro, fondata da Andrea Franchetti, ha vissuto una stagione intensa che ha richiesto un approccio conservativo e flessibile. “Le piogge, frequenti, ma leggere, ci hanno permesso di mantenere il terreno ben idratato senza causare erosione, poi però l’estate è arrivata dirompente e le piante hanno iniziato a consumare rapidamente le risorse idriche - spiega Benjamin Franchetti, che oggi guida l’azienda - la vite per fortuna è una pianta capace di lavorare sotto stress e modificare i propri meccanismi e metabolismi in funzione dei fattori esterni. Luglio ha riportato temperature più fresche con massime che raramente hanno superato i 30°C e notti veramente fresche e ventilate. Oggi le piante sono vigorose e l’invaiatura è in corso. Inizia l’ultimo sprint di questa annata 2025”. Scendendo più al Sud, in Puglia, e segnatamente nel Salento, Tenuta Liliana, un’eccellenza, descrive un germogliamento precoce e una primavera mite e piovosa, senza particolari pressioni fitosanitarie. “L’estate - spiega Andrea Fattizzo, direttore tecnico dell’azienda - è arrivata puntuale: torrida e asciutta”. L’iniziale anticipo si è così attenuato, ma le viti si trovano comunque in una condizione ottimale. La vendemmia partirà a fine agosto per il Sauvignon Blanc e a fine settembre per il Cabernet Sauvignon, vitigno principe della tenuta. I produttori, Antonio e Liliana Intiglietta, guardano ad una vendemmia con ottime prospettive qualitative.
Infine, in questa panoramica ad ampio raggio, Tasca d’Almerita, tra le cantine protagoniste del “rinascimento” enologico della Sicilia, riassume la complessità del “continente vitivinicolo” siciliano, con vendemmie distribuite su 90 giorni tra le sue cinque tenute che attraversano la regione: dall’isola di Mozia, passando da Regaleali, fino alle pendici dell’Etna. Dopo due annate difficili e, in particolare, un 2024 molto siccitoso, il 2025 appare più regolare, grazie anche ad un inverno piovoso che ha garantito risorse idriche buone. I mesi estivi sono stati caldi, ma nelle ultime due settimane le temperature sono state al di sotto della media e stanno garantendo una maturazione perfetta. “A Regaleali è anche piovuto a luglio, lo sviluppo vegetativo è buono. Le varietà internazionali bianche sono in ritardo di maturazione, mentre le autoctone sono rientrate nella media dei tempi di raccolta. Le rese delle varietà autoctone si preannunciano buone”, dice Alberto Tasca, che guida la cantina di famiglia, e che ribadisce come sia importante un approccio sostenibile e applicare i principi dell’aridocoltura (con lavorazioni mirate a conservare l’umidità nel terreno) “pensando sempre alla gestione conservativa del suolo per fronteggiare l’estrema variabilità climatica”.
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