
Chi si confronta quotidianamente con la natura lo sa da sempre, ma al più tardi con il cosiddetto “long-covid” post pandemico lo abbiamo imparato davvero tutti: ogni avvenimento può avere conseguenze di lungo periodo, ben oltre quelle immediatamente attese. Come una grandinata estiva può rovinare la vendemmia alle porte, così una gelata autunnale può compromettere addirittura la vendemmia dell’anno successivo. Ecco, ciò che è emerso a “Vini ad Arte” 2025, organizzato a Faenza dal Consorzio Vini di Romagna (dal 22 al 24 settembre), è che la Romagna del vino pare essersi finalmente lasciata alle spalle anche le conseguenza del “long-flooding” del 2023. Dopo una vendemmia meno generosa (anche se in modo contenuto) - per via delle alluvioni che hanno sommerso degli impianti per settimane, delle frane che hanno distrutto vigneti o impedito il loro raggiungimento, aggiunte alla grandine, alla tromba d’aria e alla pressione di patogeni che gli ostacoli di acqua e terra hanno reso difficile da combattere tempestivamente - ma di qualità sorprendentemente buona, come i conseguenti vini, la Romagna ha infatti registrato nel 2024 anche un calo dell’imbottigliamento di Albana Docg e Sangiovese Superiore Sottozona. Invece la vendemmia 2024 ha pienamente recuperato la produzione media degli anni passati, dato che anche la vendemmia 2025 sembra confermare.
La ragione del calo di imbottigliamento, registrato nel 2024, per Albana Docg e Sangiovese Doc con le sottozone in etichetta, è presto detto. Secondo il direttore del Consorzio, Filiberto Mazzanti, le cantine avevano troppi fronti aperti nel ripristino di vigne, di cantine e di accessi (senza contare il lato privato, altrettanto colpito dall’alluvione) per dedicarsi alle strategie più impegnative di imbottigliamento. E avevano altresì necessità di entrate immediate, per affrontare le ingenti spese che gli stessi ripristini chiedevano. Per questo in molti hanno optato per imbottigliare sotto Romagna Sangiovese o sotto Igt. I numeri in merito sono i seguenti: dai 768 ettari coltivabili ad Albana, sono state prodotte 918.000 bottiglie di Romagna Albana Docg (943.600 nel 2023, 956.133 el 2022 e 915.600 nel 2021); dai 5.890 ettari coltivabili a Sangiovese, sono state prodotte 9 milioni di bottiglie di Romagna Sangiovese Doc sia nel 2024 che nel 2023 (10,1 milioni nel 2022 e 10,9 milioni nel 2021), mentre di Romagna Sangiovese Doc Sottozona ne sono state prodotte 518.933 bottiglie (563.200 nel 2023, 517.067 nel 2022 e 388.800 nel 2021).
Un trend che paga, quello di puntare sul vertice della produzione di Sangiovese della denominazione (quella delle Sottozone, appunto, che ricordiamo essere 16 con Imola; Serra, Brisighella, Marzena e Oriolo nel Faentino; Modigliana, Castrocaro, Predappio, Mendola e Bertinoro nel Forlivese; Mercato Saraceno, Cesena e Longiano nel Cesenate; Verrucchio, Coriano e San Clemente nel Riminese), perché oltre ad essere più remunerativo in termini di prezzo a bottiglia (con un +2,5 ad un + 3,5 euro sulla fascia di prezzo precedente), trascina con sé anche il resto delle etichette dell’azienda. Per i mercati, il consumo nazionale la fa da padrone: poca Riviera Romagnola, purtroppo (non tocca il 10% del consumo interno), almeno il 60% si consuma in Regione, con la vendita diretta e nel nord Italia. Il resto della produzione si esporta soprattutto negli Stati Uniti, in Svezia e Danimarca. Crescono le richieste in Canada, in Francia e nell’Est Europa. La Gran Bretagna importa tendenzialmente vino sfuso che imbottiglia come private label, la Cina resta un piccolo mercato appannaggio dei grandi gruppi, mentre il Giappone è un mercato discreto ma soprattutto stabile. Per le altre denominazioni, per il 2024 il Consorzio segnala una produzione stabile sul Romagna Trebbiano (circa 1,2 milioni di bottiglie prodotte come nel 2023), in leggero calo la produzione di Romagna Spumante sull’anno precedente (581.333 bottiglie nel 2024, 604.267 bottiglie nel 2023) che però mantiene il deciso aumento sul 2022, quando erano 378.267 bottiglie. Romagna Pagadebit stabile sul 2022 (203.000 bottiglie sulle 207.733) ma in calo sul 2023, quando erano oltre 255.000; Romagna Cagnina 375.467 bottiglie, in calo costante dal 2022; Colli di Imola Doc costante intorno alle 235.000 bottiglie dal 2022; Colli di Faenza Doc 25.067 bottiglie, in andamento altalenante dal 2022, come i Colli di Romagna Centrale Doc, a 23.067 bottiglie; mentre sale con costanza le produzione di Rimini Doc (477.467 nel 2024, 393.333 nel 2023 e 366.800 nel 2022). Guardando, invece, agli Igt risulta stabile il Rubicone Igt sopra le 87.000 bottiglie; in crescita il Forlì Igt con 541.733 bottiglie, sia sul 2023 (480.133 bottiglie) che sul 2022 (484.933 bottiglie); in calo sia il Ravenna Igt con 578.267 bottiglie (erano 611.067 nel 2023 e 600.533 nel 2022) e il Sillaro Igt, fermo a 90.133 bottiglie (erano 138.667 nel 2023 e 165.867 nel 2022).
Come anticipato, l’annata 2024 è stata invece positiva, sia in termini di clima che di produzione, con un +8% di quintali di uva prodotti in Emilia Romagna sia sul 2023 che sulla media dell’ultimo lustro. I 9.023 quintali prodotti l’anno scorso hanno superato il picco di produzione di 9.006 quintali del 2020, reduce dai 7.880 quintali del 2019 e seguito dagli 8.212 quintali del 2021, dagli 8.443 quintali del 2022 e il calo del 2023 con 8.323 quintali (media 2019-2023: 8.373 quintali). Una produzione risultata dell’annata più calda dal 1961, sia per temperature medie che nelle temperature minime, e il terzo anno più caldo per temperature massime dopo il 2022 e il 2023. Ma è stata anche una delle annate più piovose dal 1961, con pioggia abbondante e ben distribuita fino a Giugno e nuove esondazioni nella seconda metà di settembre, per fortuna meno gravi del 2023. Nessuno stress idrico quindi, nonostante inverno e primavera miti e luglio e agosto molto caldi. Climaticamente, un inizio di maggio fresco e piovoso ha rallentato la fioritura e la crescita delle piante, che avevano sperimentato un germogliamento precoce nel tepore di fine marzo e inizio aprile; il seguente aumento di temperature e l’abbondanza di acqua ha però dato vigore allo sviluppo fisiologico della pianta, dalla primavera inoltrata in poi. La maturazione dell’uva è avvenuta in tempi più brevi rispetto a solito, a causa delle temperature elevate di luglio e agosto e di conseguenza la vendemmia è avvenuta con circa una settimana di anticipo per tutte le varietà. I grappoli sono arrivati in cantina con un grado di sanità buono (pochi gli attacchi di peronospora, più presenti oidio ed esca a far grattare i capi) e con livello di zuccheri, acidità e ph sostanzialmente bilanciati. E i vini in effetti, a un anno dalla vendemmia, si sono dimostrati di buona fattura. Il livello di qualità del Romagna Albana si sta diffondendo ed è sempre molto interessante assaggiarne le diverse declinazioni dei produttori. Anche i Romagna Sangiovese Superiore e Romagna Sangiovese Sottozone si sono dimostrati piacevoli e bilanciati (anche nelle versioni 2023, meteorologicamente più fresca), mentre i Romagna Sangiovese Riserva (anche Superiore e Sottozona) sono risultate tendenzialmente più calde e surmature e meno centrate.
All’Anteprima dei Vini di Romagna erano presenti 60 produttori dei 119 soci iscritti al Consorzio (suddivisi fra 107 produttori, 8 cooperative e 4 imbottigliatori). 189 i vini in assaggio, di cui 45 di Romagna Albana Docg Secco, 136 di Romagna Sangiovese Doc e 8 di Romagna Albana Docg Passito. Tredici, invece, i vini rivendicati a Sottozone, presenti alla degustazione, fra cui soprattutto Predappio e Modigliana, Brisighella e Marzeno.
Ecco, quindi, i migliori assaggi di Romagna Albana e Romagna Sangiovese, degustati a “Vini ad Arte” 2025, che lo staff WineNews segnala:
Fattoria Zerbina, Romagna Albana Secco Bianco di Ceparano 2024
Intenso e appuntito, citrino e bianco di fiori e frutta sia al naso che al sorso.
Marta Valpiani, Romagna Albana Secco Delyus 2024
Bianco dorato, vegetale a austero, profumato di cera d’api, e un morso di cedro in bocca.
Podere La Berta, Romagna Albana Secco Podere La Berta 2024
Agrumi in caramella e miele al naso, bocca rocciosa, aderente e piena.
Podere Morini, Romagna Albana Secco Sette Note 2024
Profumi freschi via via più larghi e profondi, ha sorso polposo e dissetante di mandorla cruda.
Terre Cevico, Romagna Albana Secco Campo Mamante Braschi 2024
Cera d’api e orzo in caramella, salvia e ginestra per un sorso serio, centrale e materico.
Tremonti, Romagna Albana Secco Vigna Rocca 2024
Vino denso e dorato, affumicato e tostato, con leggera salamoia, che apre verso un sorso sapido.
Umberto Cesari, Romagna Albana Secco Colle del Re 2024
Chiaro di melone e albedo, sambuco e salvia, ha sorso teso e persistente, vellutato.
Giovanna Madonia, Romagna Albana Secco Trapunta 2023
Profumi decisi dalle tonalità gialle, anticipano una bocca dalla trama larga, sapida e aderente.
Poderi dal Nespoli, Romagna Albana Secco Scanadè 2023
Naso stratificato di profumi rocciosi e fruttati, che si ritrovano al sorso dolcemente vellutato.
Tozzi, Romagna Albana Passito Ally 2022
Zafferano, caffè, frutta disidratata, salamoia e foglia di fico...mille profumi per un passito citrino e denso, ma scorrevolissimo e pieno di energia balsamica.
Branchini, Romagna Sangiovese Superiore Contragrande 2024
Teso e ispido, profuma di violetta e alloro, a cui si aggiunge l’amarena al sorso sapido.
Tenute Bacana, Romagna Sangiovese Superiore Bacana 2024
Ematico e caldo, profuma di ciliegia e salvia; la bocca è agrumata e pepata, e scorre scorre.
Lu.Va., Romagna Sangiovese Superiore Cucco Rosso 2023
Sia chiaro che scuro al naso, con frutta e fiori e sottobosco, ha sorso materico e succoso.
San Patrignano, Romagna Sangiovese Superiore Ora 2022
Fragola in confettura, ematico, chinotto al naso, mentre in bocca è chiaro, polposo e vivacissimo.
Tenuta Casali, Romagna Sangiovese Superiore Mercato Saraceno Vigna Palazzina 2024
Spinoso di piccoli frutti rossi, rovi, cardamomo e lavanda, ha ritmo balsamico e aderenza materica.
Villa Papiano, Romagna Sangiovese Superiore Modigliana Papesse 2024
Profuma della natura boschiva che attornia la vigna, mentre in bocca non perde una nota.
Drei Donà, Romagna Sangiovese Superiore Predappio Notturno 2023
Profondo e nero nei profumi primari e terziari, ha sorso pieno e balsamico fino in fondo.
Fattoria del Monticino Rosso, Romagna Sangiovese Superiore Frutti Rossi Riserva 2022
Rosa rossa e ciliegia in caramella, un tocco di goudron; sapido sapido e dolce in bocca.
Fattoria Nicolucci, Romagna Sangiovese Superiore Vigna del Generale Riserva 2022
Fragoline di bosco e mentuccia, chinotto e terra, al palato è vivo, ritmato e saporito, e eterno.
Ferrucci, Romagna Sangiovese Superiore Domus Caia Riserva 2022
Rosso rosso di sanguinella, fragole e rosa, è quasi masticabile in bocca, dalla fine chiusura floreale.
Focus: Il Romagna Sangiovese sa invecchiare
A “Vini ad Arte ” 2025, tra le masterclass condotte dal sommelier e relatore Andrea Dani, una, in particolare, ha stupito positivamente tutti: l’approfondimento dedicato alle vecchie annate, che ha infatti decretato definitivamente la maturità della denominazione e la vocazione per il suo vitigno principe, portando all’assaggio una verticale di 7 annate di Romagna Sangiovese, selezionate dal giornalista Filippo Bartolotta.
Vini sorprendenti nel bicchiere: certamente evoluti negli aromi, ma integri nel colore e nella struttura, con acidità, tannini, sapidità e calore equilibrati, a sorreggere ancora con sostanza sorsi profumati e saporiti. Una sorpresa, appunto, se si considera che i vini delle annate meno recenti si producevano per il consumo quasi immediato, certamente non pensati per lunghi invecchiamenti. La maturità del territorio è stata anche celebrata dalla mappa del Romagna Sangiovese di Alessandro Masnaghetti, che l’ha presentata, in anteprima, nella manifestazione, spiegandone la costruzione.
Di seguito, i vini in assaggio, in ordine di degustazione:
Ronco dei Castelluccio, Romagna Sangiovese Modigliana Ronco dei Ciliegi Riserva 2020
Modigliana - profumi terziari affumicati, di rabarbaro e sottobosco, poi si aprono a mora e fragola in confettura e spezie fresche; sorso sapido e aderente, chiude su note piccanti e di chinotto.
Villa Venti, Romagna Sangiovese Superiore Primo Segno 2016
Longiano - naso sempre scuro di sottobosco ma più agrumato e fresco di liquirizia, si apre verso un sorso fluido ma materico, dolce di prugna in confettura nel lungo finale.
Fattoria Nicolucci, Romagna Sangiovese Superiore Vigna del Generale Riserva 2013
Predappio - da una celebre vigna di novantanni, è colmo di frutta rossa e macchia mediterranea; il sorso è aderente e profondo, scuro nei sapori ma vivace nella struttura.
Podere Morini, Romagna Sangiovese Superiore Nonno Rico Riserva 2001
Oriolo - tanta estrazione per questo vino caldo e fitto, dolce di confettura speziata; il sorso è sostanzioso, quasi masticabile, ma persistente, balsamico e fruttato.
Giovanna Madonia, Romagna Sangiovese Superiore Fermavento 1998
Bertinoro - da una vigna al tempo giovanissima (piantata nel 1993) un vino appuntito e roccioso, giovane anche nei profumi primari, ancora integri; in bocca è gentile, luminoso, dolce di caramella.
Drei Donà, Romagna Sangiovese Superiore Vigna del Pruno Riserva 1993
Predappio - un vino potente, di note fruttate, speziate e tostate; il sorso ha acidità e tannini vivi, una struttura lunga e bilanciata, calda ma anche fresca di macchia mediterranea.
Fattoria Zerbina, Vino da Tavola di Marzeno Pietramora Riserva 1985
Marzeno - nonostante fosse vino da tavola, già si intuiva l’importanza del territorio, tanto da riportarlo in etichetta: giovane nei profumi intensi di frutta e fiori, ma stratificato con spezie, erbe aromatiche e tostature; il sorso è pieno e contrastato fra tannino e sapidità, calore e acidità, e fra la dolcezza fruttata e la freschezza balsamica.
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