Leader indiscussa tra i prodotti da forno certificati, la Piadina Romagnola Igp si conferma protagonista del comparto con un valore di mercato che nel 2023 ha raggiunto i 62 milioni di euro, secondo il Rapporto Ismea-Qualivita 2024, segnando una crescita annua del +6,2% e un incremento del +17% rispetto sul 2021, quando il giro d’affari si attestava a 53 milioni di euro. Con una produzione che ha toccato le 25.675 tonnellate nel 2023, quintuplicata rispetto al 2014 (6.778 tonnellate), la piadina rappresenta oltre il 50% del valore totale del settore panificati Dop/Igp, pari a 115 milioni di euro nel 2023. Ed a suggellare il successo del “pane nazionale dei romagnoli”, è arrivato il riconoscimento ufficiale da parte dell’Instituto Nacional da Propriedade Industrial (Inpi) brasiliano, che, nei giorni scorsi, ha registrato la Piadina Romagnola come prodotto Igp: una tutela internazionale che estende oltreoceano il valore identitario e commerciale di un’eccellenza radicata nelle province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna e parte del territorio di Bologna. La piadina, racconta l’Istituto brasiliano, è unpane piatto composto da farina di grano tenero, acqua, grassi e sale, e affonda le sue radici nella tradizione contadina dell’Emilia-Romagna, dove le condizioni climatiche e geografiche hanno favorito la qualità degli ingredienti e la diffusione di questa alternativa economica al pane nei periodi di scarsità. Celebrata anche dal poeta Giovanni Pascoli, la piadina è diventata un simbolo culturale della Romagna. A partire dagli Anni Settanta, la produzione domestica ha lasciato spazio ad una crescente attività commerciale, con la nascita delle piadinerie, che ne hanno favorito la diffusione tra residenti e turisti. La preparazione segue tuttora tecniche artigianali tramandate nel tempo, con una cottura su piastra calda che conferisce alla piadina la sua tipica consistenza morbida, il colore avorio e le caratteristiche bolle ambrate.
Il Consorzio di Promozione e Tutela della Piadina Romagnola Igp, che sottolinea come il riconoscimento da parte del Brasile arriva a coronamento di un percorso di internazionalizzazione che, solo un anno fa, aveva visto la Piadina Romagnola ottenere la registrazione del marchio collettivo anche in Giappone. Ma la decisione dell’Inpi brasiliano ha un valore ancora più simbolico: si tratta, infatti, della prima Indicazione geografica protetta straniera mai concessa dall’ente sudamericano, che finora aveva riconosciuto 112 Igp, tutte nazionali, fatta eccezione proprio per la piadina.
“Si tratta di un fatto talmente straordinario - spiega Alfio Biagini, presidente del Consorzio - che l’Inpi brasiliano, organo del tutto analogo a quello europeo sulla certificazione dei prodotti alimentari, le ha persino dedicato un articolo sul suo sito, elencando le caratteristiche del prodotto e citandone la valenza culturale con un richiamo alla letteratura italiana e a Giovanni Pascoli come cantore della piadina”. Anche tra le 41 Dop registrate in Brasile, solo 10 provengono dall’estero, e di queste solo due - Franciacorta e Prosciutto San Daniele - sono italiane. “In Brasile, c’è una forte presenza di italiani e un forte interesse per la Piadina Romagnola: questa registrazione costituirà un volano per la crescita dell’export del prodotto autentico del nostro territorio, tutelandolo dalle contraffazioni”, secondo Biagini.
Dal punto di vista economico e turistico, la piadina è oggi un elemento chiave dell’identità romagnola che valorizza la filiera locale sostenendo le piccole imprese e rafforzando l’immagine della regione a livello internazionale. Il riconoscimento dell’Ip da parte del Brasile rappresenta una tutela importante e una promozione globale della cultura gastronomica romagnola.
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