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IL 25 OTTOBRE

“World Pasta Day” 2025: la pasta rende gli italiani fieri di esserlo, con la cultura e il paesaggio

Parola di Astraricerche. Il Ministro dell’Agricoltura Lollobrigida: “è in corso un dialogo con gli Stati Uniti per migliorare il sistema tariffario”
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Alberto Sordi e gli spaghetti in “Un americano a Roma”, diretto da Steno nel 1954

Nel pieno delle polemiche sui dazi americani e sul video fake diffuso dall’attivista trumpiana Lynne Patton e rilanciato da Donald Trump, che ipotizzava un accordo separato tra Italia e Stati Uniti, poi smentito da Palazzo Chigi, il settore agroalimentare italiano subisce un duro colpo: dal 1 gennaio 2026 gli Usa imporranno un dazio del 107% sulla pasta made in Italy, frutto della somma tra la tariffa del 15% già in vigore e di un ulteriore 91,74% deciso dal Dipartimento del Commercio Usa, dopo un’indagine per dumping che coinvolge produttori come La Molisana e Garofalo, ma che colpisce anche marchi storici come Barilla, Rummo e Liguori, e altri. E mentre le associazioni di categoria denunciano il rischio di un contraccolpo economico pesantissimo, l’Italia si prepara a celebrare il “World Pasta Day” 2025, promosso da Unione Italiana Food e International Pasta Organisation (Ipo), il 25 ottobre, riaffermando la sua leadership mondiale con 4,2 milioni di tonnellate prodotte su oltre 17 milioni globali nel 2024.
La pasta, ambasciatrice del made in Italy per il 96,6% degli italiani,
 è al centro di uno studio demoscopico commissionato dai Pastai Italiani di Unione Italiana Food ad Astraricerche, e che evidenzia come il legame tra italiani e pasta sia identitario: 7 su 10 pensano all’Italia quando sentono parlare di pasta, più che di pizza (64,2%), vino (27,4%) di salumi e formaggi (18,4%). Con 23,3 chili pro-capite annui, gli italiani sono i maggiori consumatori al mondo, ma il 60% della produzione finisce all’estero, esportata in oltre 200 Paesi. Inoltre, la pasta si posiziona nella “Top 5” degli elementi che rendono gli italiani fieri di esserlo (45%), insieme a monumenti (84,9%), arte (75,8%), paesaggi naturali (73,6%) e letteratura (69,2%), addirittura più della musica (39,6%), dell’opera lirica (34,6%) e dello sport (27,3%), confermando il suo ruolo centrale nella cultura nazionale anche in tempi di incertezza geopolitica.
Il 25 ottobre, in occasione del “World Pasta Day”, si terrà una maratona social globale con l’hashtag #WorldPastaDay: appassionati di cucina, chef, giornalisti e blogger da tutto il mondo sono invitati a condividere sui social il loro piatto di pasta preferito (menzionando gli account di WeLovePasta.it su Facebook, X e Instagram), per celebrare insieme il valore culturale e identitario della pasta italiana, come già accaduto nel 2024 con oltre 33.000 contenuti pubblicati.
“Per gli italiani la pasta è una questione di appartenenza e motivo di orgoglio - commenta Margherita Mastromauro, presidente dei Pastai Italiani di Unione Italiana Food - il comparto della pasta è un pilastro della nostra economia e della nostra identità culturale. Ogni misura che ne ostacola la competitività sui mercati internazionali rappresenta una minaccia non solo per le imprese, ma per l’intero sistema del made in Italy. Nel complesso quadro geopolitico che ci troviamo ad affrontare, segnato anche dal rischio di extra-dazi da parte del Dipartimento del Commercio americano, questa edizione n. 27 del “World Pasta Day” assume un grande significato simbolico, ci ricorda cosa la pasta ha rappresentato e rappresenta ancora oggi nel nostro Paese e nel mondo sul piano economico, culturale e sociale. Ed è sicuramente un valore e una risorsa che vanno tutelati”.
Sul tema dei dazi, a margine della sua visita ad “Host”, la fiera internazionale dell’ospitalità, nei giorni scorsi a Fiera Milano Rho, il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha dichiarato che “è in corso un dialogo con gli Stati Uniti per migliorare il sistema tariffario per cercare di arrivare ancora di più a migliorare quello che è il sistema tariffario di import verso gli Usa, che oggi è al 15%. Altra questione, invece, è l’assistenza che stiamo dando alle aziende che sono coinvolte, come avviene da 20 anni a questa parte, in contenziosi legali nei quali si rischia un aumento delle tariffe che però non c’entrano niente con gli accordi di carattere commerciale”, ha concluso Lollobrigida.

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