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A metà anni Ottanta due Marchesi, accomunati dalla passione per i grandi vini, incrociano i loro destini e quello dell’enologo Giacomo Tachis. Il “Rinascimento del vino” italiano nel ricordo di Carlo Guerrieri Gonzaga a WineNews per #Vinitaly50Story

Italia
Carlo Guerrieri Gonzaga, il Marchese del San Leonardo, uno degli artefici del Rinascimento del vino italiano

Quando due Marchesi, Carlo Guerrieri Gonzaga e Piero Antinori, si incontrano al Vinitaly a Verona, nella seconda metà degli anni Ottanta, i tempi sono maturi per il “Rinascimento” dell’Italia del vino. “Se fino ad allora erano solo le grandi produzioni a caratterizzare il mercato italiano, fatto più di quantità, l’Italia, lavorando sulla qualità, doveva recuperare la sua corsa sulla Francia”. Nobili intenti, che se da un lato avevano già visto produrre in Toscana i Supertuscan Tignanello e Solaia - accanto al Sassicaia, che Carlo Guerrieri Gonzaga, nipote del Marchese Mario Incisa della Rocchetta, conosceva bene - erano alla base della nascita, in un angolo trentino, di un vero e proprio bordolese, il San Leonardo. Destini ìncrociati, quelli dei Marchesi, con il più grande degli enologi di sempre, Giacomo Tachis, primo “importatore” in Italia della filosofia enologica dei grandi Châteaux francesi. Impossibile che ciò che stava accadendo potesse lasciare indifferente la critica enologica, che stava nascendo proprio in quegli anni. Non è un caso se a ricordare quegli anni con WineNews, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, per #Vinitaly50Story, la cronistoria di mezzo secolo di Vinitaly e del vino italiano, attraverso le storie dei suoi personaggi, per i primi 50 anni della rassegna internazionale di riferimento del settore (Verona, 10-13 aprile; www.vinitaly.com), sia Carlo Guerrieri Gonzaga, da quasi 50 anni alla guida della storica Tenuta di famiglia, San Leonardo, e tra i protagonisti dell’ascesa dell’Italia del vino, grazie ad un mito della viticoltura, uno dei più grandi rossi italiani di sempre, dalle grandi doti di invecchiamento, come viene definito nelle diverse occasioni il San Leonardo, “che ha avuto ottimi risultati anche in Francia, e di questo siamo molto soddisfatti”, sottolinea il Marchese.
“All’epoca eravamo ancora un po’ fuori dal mondo commerciale - racconta Guerrieri Gonzaga - venne a trovarmi Piero Antinori chiedendomi se conoscevo quei due signori che avevamo di fronte quel giorno a Vinitaly: ti hanno dato “Due Bicchieri”, mi disse. Non sapevo nemmeno cosa fossero, ed era la prima volta che ci venivano riconosciuti. Fu così che conobbi Stefano Bonilli e Daniele Cernilli, e mentre il San Leonardo faceva il suo debutto, scoprii il Gambero Rosso che era agli albori”.
Il 1982 è la prima annata del San Leonardo, non commercializzata, ma capace di stupire, il 1983 la prima andata in commercio, il 1985 la prima vera grande annata. E l’anno in cui Tachis diventa enologo della Tenuta. È il 1992, invece, quando il San Leonardo 1988, annata che di fatto ha reso nota la grandezza di questo vino, riceve i primi “Tre Bicchieri” dalla Guida “Vini d’Italia 1993” del Gambero Rosso. Gli anni a seguire vedranno attribuire a questo grande vino i massimi punteggi della critica internazionale, da Robert Parker a Jancis Robinson, a “Wine Specator”.
“I primi “Tre Bicchieri” eravamo meno di 50, oggi sono oltre 400. E oggi il San Leonardo è affermato in 56 Paesi del mondo - ricorda il Marchese - è stato fatto un grande lavoro, negli ultimi anni da mio figlio Anselmo che cura molto il marketing, e io, sempre dietro, per la qualità”.
Che siano legati al vino o alle vicende d’Italia, alla Tenuta San Leonardo, fin dal nome dei Marchesi Guerrieri Gonzaga, si respirano storia, amore per il bello, eleganza e nobiltà. Antichissimo monastero (con la chiesa del 940 con le reliquie di San Leonard de Noblac), dal Settecento della famiglia Gresti, fu teatro di molti avvenimenti storici, dalle nozze di Teodolinda e Autari nel 500 alla firma dei preliminari dell’armistizio tra Italia ed Austria per la fine della Prima Guerra Mondiale. Tutto attorno, si coltivano da sempre vitigni internazionali, come testimoniamo le antiche etichette dell’Ottocento che riportano nomi come Borgogna, Rulander, Chablis, Riesling - vini che rifornivano la corte imperiale d’Austria - e oggi dal Cabernet Sauvignon al Carménère, dal Merlot al Cabernet Franc, al Petit Verdot. E il simbolo di questa storia, è il San Leonardo, accanto a vini come Villa Gresti, Terre di San Leonardo e Vette, a produrre i quali si sono susseguiti insieme a Carlo Guerrieri Gonzaga, artefice del rilancio della Tenuta a fine anni Settanta - oggi guidata con il figlio Anselmo Guerrieri Gonzaga - i migliori enologi italiani, da Tachis a Carlo Ferrini.

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