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A New York, accanto alla viticoltura tradizionale di Lake Erie, Long Island, Ginger Lakes e Hudson River, arriva quella urbana: dai tetti di Brooklyn, nel 2017, arriveranno sul mercato i vini dal taglio bordolese della Rooftop Reds

Italia
Le viti di Rooftop Reds sui tetti di Brooklyn

Nello Stato di New York, ogni anno, vengono bevuti 11,9 litri di vino a persona, un po’ più della media del Paese (a 10,6 litri nel 2014), ma decisamente inferiore al picco del Distretto di Columbia, al top con 25,7 litri bevuti a persona, una media “europea”. Eppure, proprio lo Stato di New York, negli ultimi anni, ha scoperto una grande propensione per la viticoltura, tanto da vantare, oggi, almeno quattro regioni vinicole: Lake Erie, Long Island, Ginger Lakes e Hudson River. Certo, il concetto di terroir qui non è facilmente declinabile, ma le 436 aziende dello Stato, perlopiù di piccole dimensioni, sono sempre alla ricerca dello stile produttivo migliore e delle varietà capaci di adattarsi meglio a terreni acidi e caratterizzati da grandi escursioni termiche. Problemi e sfide che non riguardano certo la Rooftop Reds (www.rooftopreds.com), cantina, se così si può definire, letteralmente spuntata tra i tetti di Brooklyn, dove Devin Shomaker e Chris Papalia hanno piantato, ovviamente in vaso, le varietà tradizionali di Bordeaux, su una superficie di 1.300 metri quadrati. Non è il primo esperimento del genere nella città di New York, ma è il primo ad avere qualche chance di essere realizzato, visto che i due vantano già diverse collaborazioni con cantine di Fingers Lake. La prima vendemmia è in programma per l’autunno, ed il vino andrà in commercio nel 2017, ma si parla di una produzione davvero limitata: 15-20 casse da 12 bottiglie, come racconta il magazine Usa “Wine Spectator” (www.winespectator.com).

Il rapporto tra Devin Shomaker e Chris Papalia ed il mondo del vino affonda le proprie radici negli anni di studio in Viticulture and Wine Technology al Finger Lakes Community College, dove Papalia si è laureato ad appena 20 anni, diventando il primo winemaker di Finger Lakes a non avere neanche l’età legale per bere. E se la storia recente racconta il fallimento di Brooklyn Winery, che per quattro lunghi anni ha provato a coltivare Riesling, Chardonnay, Cabernet Franc, Merlot e Sauvignon Blanc sui tetti di Brooklin, la coppia di winemaker è sicura di aver intrapreso la strada giusta, perché “l’agricoltura si sta spostando sempre più all’interno dei grandi centri urbani, e non è solo una tendenza, è un vero e proprio movimento”.

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