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A PASQUA LA “RESURREZIONE” DEL VINO QUOTIDIANO: ANCHE AI PIÙ “VIZIATI” IN FATTO DI ETICHETTE, WINENEWS CONSIGLIA LA RISCOPERTA DEL VINO “IMMEDIATO”, MA DI QUALITÀ E OTTENUTO DAI VITIGNI DI ANTICA COLTIVAZIONE PIÙ INSOLITI, CHE AFFOLLANO L’ITALIA

Italia
Nelle gite di Pasqua, WineNews consiglia vino quotidiano, ma di qualità e originale

E’ a Pasqua la “resurrezione” del vino quotidiano, a patto che sia originale e di qualità: dopo il week-end di Vinitaly (Verona, dal 29 marzo al 2 aprile), all’insegna del vino di lusso, www.winenews.it, uno dei siti più cliccati del wine web, consiglia la riscoperta, per la Santa Domenica, del vino “casual”. Riparte da qui, l’eterna corsa verso l’esperienza enoica più avvincente degli enoappassionati del Bel Paese. E, come in una sorta di legge di “compensazione”, dopo il periodo invernale e Vinitaly, dove le loro preferenze puntavano decisamente sui grandi vini del panorama enologico nazionale, a Pasqua, ritorna la voglia di bottiglie più “casual”, cioè meno formali, più “friendly” e immediate, che non significa di qualità inferiore, ma di struttura, longevità e carattere meno importanti.
Ecco allora partire la rincorsa ai vini ottenuti dai molti vitigni di antica coltivazione, magari i più insoliti, sovente di non grandissima complessità, ma sicuramente di grande piacevolezza. Rossi saporiti e vivaci come il piemontese Verduno Pelaverga, la Schiava e il Lagrein del Trentino e dell’Alto Adige, possono essere deliziosi compagni delle gite pasquali. Ma anche alcuni giovani e freschi Nerello Mascalese, il calabrese Gaglioppo e il sardo Cannonau. Sempre nella folta schiera dei rossi perché non provare una buona bottiglia di Uva di Troia, di Negroamaro o di Grignolino, di Frappato o di Sciascinoso o Piedirosso? Grande la scelta fra i vini ottenuti da vitigni a bacca bianca, più adatti ai light-lunch delle giornate primaverili: dal Vermentino di Luni a quello maremmano, dal Pignoletto al Grechetto e al Trebbiano Spoletino, dal Bombino Bianco al Mantonico, dal Pecorino al Pecorello, dal Grillo all’Inzolia.
Spazio anche alle denominazioni meno eclatanti del Nord e del Sud Italia: dal Bardolino al Lugana, dalle Barbere ai Dolcetti e al Ruché, dai Rossi di Montalcino e di Montepulciano al Chianti declinato nelle diverse sottozone (Montalbano Montespertoli, Rufina, Colli Senesi, Pisani, Aretini) al Morellino di Scansano, dal Rosso di Montefalco al Cesanese del Piglio e di Olevano Romano, dalla Vernaccia di Serrapetrona alla Lacrima di Morro d’Alba, dal Controguerra al Biferno, dal Nardò al Cerasuolo di Vittoria. Spazio poi anche ad una tipologia che in questi ultimi tempi ha acquistato sempre più rilievo: il rosato, declinato in tutte le sue possibili varianti, da quelle più classiche provenienti dalla Puglia ai raffinati “Cerasuolo” d’Abruzzo, fino a quelli ottenuti da vitigni nobili come il Sangiovese.

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