Nell’universo delle professioni enoiche, l’export manager, visto il ruolo fondamentale che oggi riveste l’export per le cantine ed il crescente successo delle nostre etichette oltreconfine, è forse la figura professionale del momento. Tutte le aziende dovrebbero averne uno da piazzare sui mercati per presidiarli, fattore determinante per il successo stesso di una cantina, per approcciarsi a ciascun mercato nel modo commercialmente più appropriato ed efficace per procacciare nuovi e sempre più qualificati clienti, ma anche capace di districarsi fra accise, permessi e regole burocratiche dei vari Paesi. Non tutte le cantine però, e soprattutto quelle di dimensioni piccole e medie, dispongono né delle risorse, né delle competenze necessarie per affrontare i mercati esteri con il dovuto successo. Creare una rete di export manager, è la mission del Consorzio “I Vini del Piemonte”, in collaborazione con l’agenzia per il lavoro Gi Group e UniCredit, che si assumano il compito di favorire il processo di internalizzazione delle aziende consorziate, la maggior parte delle quali, appunto, piccole o medio-piccole. Un progetto per fornire consulenza alle aziende, che potranno anche condividere gli export manager, ma anche per formare queste nuove figure professionali - già segnalate da WineNews tra le nuove eno-professioni - creando anche nuove opportunità di occupazione, con un occhio ai giovani, per perfezionarne le tecniche comunicative e mantenerli sempre aggiornati sulle novità riguardanti norme, regole e trend dei singoli Paesi.
Per prima cosa, il Consorzio prevede di avviare una selezione su scala nazionale in partnership con Gi Group, scegliendo fra una serie di candidati già in possesso delle competenze necessarie per rivestire il ruolo di export manager: una solida esperienza nel wine export management, ottime capacità commerciali e, possibilmente, possedere un pacchetto di contatti, conoscere i vini e la tecnica enologica e infine, oltre alla perfetta padronanza dell’inglese, la conoscenza di altre lingue straniere. UniCredit fornirà invece un percorso mirato e integrato sulla base dell’esperienza sui mercati internazionali del Gruppo, presente in 22 Paesi, illustrando gli strumenti operativi e finanziari e le peculiarità dei diversi Paesi, per spiegare rischi e operatività dei vari mercati internazionali. A questa attività formativa potrà anche seguire, quando gli export manager inizieranno la loro attività, una collaborazione operativa verso i singoli mercati.
Il Consorzio favorirà anche la creazione di piccole aggregazioni composte da produttori interessati a condividere uno o più Export Manager (a seconda dei mercati sui quali operano). Questi gruppi potranno quindi incontrare gli export Manager, rigorosamente suddivisi in base alle specifiche competenze: in questo modo sarà possibile assegnare a ciascun gruppo l’export manager più indicato, a seconda delle specifiche esigenze del gruppo stesso. L’obiettivo è quello di costruire una vera e propria rete di export manager, che si riunirà periodicamente per condividere dati, analisi dei mercati, nuovi trend e così via, per concordare insieme al Consorzio le strategie promozionali da perseguire.
Considerando che il settore vitivinicolo e tutto il comparto dell’agroalimentare nell’immediato futuro avranno la necessità crescente di poter contare su professionisti altamente qualificati, una seconda fase del progetto prevede un’azione formativa di alto livello, in collaborazione con Università e altri enti di formazione al livello nazionale, per formare nuovi export manager da aggregare alla rete: questo percorso diventerà quindi anche lo strumento per la creazione di nuove e interessanti opportunità di occupazione per molti giovani.
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