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TENSIONE NEI CAMPI

Agricoltura in rivolta in Europa. E in Francia si uniscono alla protesta i viticoltori della Gironda

Bloccata la circonvallazione di Bordeaux, e la protesta va avanti. Il 29 gennaio il collettivo “Viti 33” in manifestazione a Langon
AGRICOLTORI, AGRICOLTURA, Bordeaux, PROTESTE, vino, Mondo
I trattori Fdsea bloccano le strade della Gironda e di Francia

La protesta degli agricoltori in Europa, dopo Germania, Polonia, Francia, Romania, Ungheria e non solo, si allarga più o meno lentamente, un po’ ovunque, e anche in Italia, ancora un po’ alla spicciolata e fuori dalle iniziative dei “sindacati ufficiali”, si vedono da giorni i primi cortei di trattori creare qualche disagio, per ora, in zone periferiche. Ma in Francia, alla protesta degli agricoltori per le politiche di Bruxelles che, a detta dei promotori, aggiungono difficoltà a quelle già create dalle tensioni geopoliche, economiche e dal cambiamento climatico, ora si unisce quella dei viticoltori che, già da tempo, sono sul piede di guerra e alle prese con una crisi profonda del settore, soprattutto nella sua produzione più “basilare”. E così riporta Vitisphere, i viticoltori della Gironda, Regione di quella Bordeaux che per rispondere alla sovrapproduzione dei vini di più basso prezzo ha ottenuto dal Governo un piano di espianto di 9.000 ettari, ad oggi per motivazioni “sanitarie”, dalla scorsa notte (tra il 23 ed il 24 gennaio) hanno bloccato la circonvallazione di Bordeaux con 250 trattori, per “dare maggiore visibilità al malessere latente”, hanno spiegato in un comunicato congiunto la Federazione Dipartimentale dei Sindacati degli Agricoltori (Fdsea) ed i Giovani Agricoltori (Ja). Avvertendo che la mobilitazione durerà “fino a quando il Primo Ministro non si recherà in Occitania per annunci concreti” (la visita a Montpellier è prevista per il 2 febbraio, ndr), e di star preparando una lista con una quarantina di richieste a cui il Governo dovrà rispondere “per intero”.
“Per il prezzo di acquisto di tutti i nostri prodotti, siamo al di sotto dei nostri costi di produzione. Già non ci guadagniamo da vivere con la nostra professione e per di più abbiamo aumenti permanenti dei costi, con regolamenti superiori alle nostre controparti europee”, ha dichiarato Guillaume Grandeau, segretario generale della Ja e viticoltore di Langon, al quotidiano “Le Monde”.
Tra le proteste, racconta Vitisphere, gli agricoltori hanno anche appeso un’enorme sagoma di un impiccato di 10 metri sul ponte di Aquitania, e bloccato il traffico spargendo letame sulla strada. E altre proteste sono previste, in diversi luoghi della Gironda, nei prossimi giorni, come quella del collettivo “Viti 33”, a Langon (a 50 chilometri da Bordeaux), lunedì 29 gennaio.
Insomma, un clima sempre più teso, anche dopo che, nei giorni scorsi, nelle manifestazioni, hanno perso la vita la moglie e una figlia di una famiglia di agricoltori della Fnsea, investite da un auto. Motivo per cui, il presidente Coldiretti, Ettore Prandini, ha voluto inviare un messaggio ad Arnaud Rousseau, presidente Fnsea.
“Si tratta di una tragedia inaccettabile che, come dimostra il senso di frustrazione degli agricoltori in diversi paesi europei, ci richiama ancora di più ad un senso di profonda responsabilità”, scrive Prandini, nel sottolineare che “come principali organizzazioni agricole europee credo abbiamo il dovere di essere leader nell’ agire assieme per cambiare le politiche europee e renderle più vicine alle aspettative dei nostri agricoltori. Riteniamo che proprio il senso di distacco e lontananza di quanto viene deciso a Bruxelles sia alla base di reazioni molto forti, rispetto alle quali abbiamo la responsabilità di rispondere con proposte e idee che non subiscano più le decisioni prese lontano dalle nostre realtà produttive ma che siano la base per un nuovo consenso sul ruolo dell’Europa e del suo settore produttivo trainante”.

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