“Sono felice di essere qui, a “Vinitaly”. L’agricoltura è un pilastro della nostra economia, e il vino è un settore fondamentale, e funziona solo se mettiamo insieme i secoli di tradizioni che abbiamo con l’innovazione e la modernità, e nessuno meglio dei giovani studenti può farlo. Per questo ragioniamo di un “liceo del made in Italy”. L’agroalimentare è fondamentale, i ragazzi degli Istituti Agrari sono stati lungimiranti, perché non c’è niente di più legato alla nostra cultura di quello che studiano, tramandano e portano avanti. E per questo l’Italia li ringrazia. Il vino è eccellenza: siamo i primi produttori ed i secondi consumatori di vino. Ed io in questo faccio la mia parte”. Così, a “Vinitaly 2023”, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che, con il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, quello del Turismo, Daniela Santanchè, quello della Salute, Orazio Schillaci, e quello delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha premiato gli studenti vincitori del “Concorso Enologico Istituti Agrari d’Italia”, promosso dal Crea. Ennesimo momento di testimonianza dell’impronta politica e della presenza forte del Governo in questo “Vinitaly”, anche nel convegno “Il vino: salute, imprese e turismo”, a conferma dell’approccio “multidisciplinare” alla materia, come ribadito dallo stesso Ministro Lollobrigida.
“Il Governo deve fare sinergia - ha detto Lollobrigida - tutto è legato insieme, la mancanza di sinergia nella politica genera degenerazione, burocrazia che non dialoga e ferma le cose. Oggi c’è un rapporto eccezionale con le Regione, al di là dell’appartenenza politica. Perché dobbiamo lavorare per le imprese. E dietro le imprese c’è di più, c’è il lavoro di chi lo immagina e lo realizza con investimenti, ci sono i lavoratori. È un insieme. Qui ho toccato con mano che il tessuto produttivo è sano, e in questi ultimi anni, invece, è mancata l’immagine di affidabilità dell’Italia, che oggi invece ha. Come testimonia anche la presenza forte dei Paesi dei Balcani, con cui vogliamo aprire nuove strade, con un’Italia che deve avere un ruolo anche per stabilizzare quell’area. Non dobbiamo rieducare nessuno, l’Italia non è mai andata a sfruttare altri Paesi, ma è andata a sostenerli, a migliorare le cose. Come dobbiamo fare, oggi, aiutando a monte i Paesi dove i cittadini emigrano per fame, non per scelta. E su questo - ha detto ancora Lollobrigida - visto che ieri tanta stampa ha riportato una cosa che non ho detto, voglio precisare. Ho parlato del reddito di cittadinanza, che è basato su un concetto: aiutare chi non può lavorare. E questo pilastro va rafforzato: in una Nazione civile la solidarietà è il primo dovere. Ma va creata ricchezza perché sia redistribuita e perché si possa aiutare chi non ce la fa. Poi ho sottolineato più volte che esiste una richiesta di manodopera nell’agricoltura, nel turismo, nell’edilizia, nei trasporti, che non sono lavori umiliati e di cui vergognarci. Perché se fosse così, quando si aprono i flussi per i migranti, vorrebbe dire che si apre il mercato degli schiavi, non quello del lavoro, e non deve essere così: chi viene deve essere trattato in maniera equa, e giusta. Ma una cosa deve essere chiara: chi sceglie di non lavorare non può pretendere che chi si alza la mattina per andare a lavorare gli paghi lo stipendio”. E a questo, secondo Lollobrigida, si lega un altro tema, quello della formazione, soprattutto degli studenti. “Avere qui quelli degli Istituti Agrari mi rende orgoglioso: grazie a loro che sono il nostro futuro. Grazie agli studenti con i quali abbiamo fatto un protocollo di intesa importante”.
Importante, come importanti sono temi come quello del vino legato alla salute, e al turismo. “In Italia non c’è un problema di abuso come in alcuni Paesi nordici, e di certo quello di vino e birra non è cresciuto negli anni. Ma in ogni caso, il messaggio è quello di mettere il vino, consumato in quantità moderate, e con consapevolezza, nel quadro della Dieta Mediterranea, che io chiamo “italiana”, e che in questo contesto il vino può avere anche funzioni preventive per alcune malattie cardiovascolari”, ha detto il Ministro della Salute Orazio Schillaci, che è anche docente di Medicina all’Università La Sapienza di Roma e ricercatore. E che ha aggiunto: “è importante educare, non vietare, far conoscere ai giovani come possa essere bevuto in maniera responsabile il vino, in una dieta come quella Mediterranea, che è una peculiarità italiana”.
Come del resto, per lo sviluppo del Paese, è importante l’enoturismo, come sottolineato dal Ministro del Turismo, Daniela Santanchè: “l’enoturismo è un settore fondamentale, perché non è solo turismo accessibile e sostenibile: anche nella gestione dei flussi turistici, può fare la differenza. L’anno scorso in tempo di vendemmia 10 milioni di persone hanno voluto vivere questa esperienza, e la vendemmia è unica, e ha anche uno scopo didattico. Il Turismo - ha detto la Santanchè - in Italia ha il problema della stagionalità, ed è per questo che il Governo vuole fare di più, perché non sempre i patrimoni che abbiamo, siamo riusciti a metterli a reddito. Chi viene in Italia vuole fare delle esperienze, che vuol dire toccare la tradizione, i valori, il mangiare bene. Abbiamo come nessuno l’eccellenza del vino e della gastronomia, e dobbiamo saper mettere in rete tutto questo. Ma abbiamo una promozione troppo frammentata: altri vendono meglio di noi cose meno belle di quelle che noi abbiamo. Il made in Italy è il terzo marchio al mondo, quando andiamo all’estero dobbiamo andarci con il cappello “Italia”, perché più si gioca di squadra più si arriva al risultato. Dobbiamo riappropriarci del valore di appartenenza, consapevoli di quello che siamo e di quello che possiamo fare, un orgoglio che a volte non abbiamo. Siamo la Nazione più bella del mondo, se lo capiamo saremo anche più bravi a promuoverci. E se cambiamo passo, tutti insieme, non abbiamo rivali, perché dobbiamo dirlo, siamo i più belli del mondo”.
E a fare questo, deve essere il Governo insieme alle imprese ha ricordato il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Chi crea lavoro e chi lavora sono i motori dell’economia e del made in Italy, che è un marchio, nella percezione globale. E la prima impronta del made in Italy è quella alimentare, ed il vino è in testa. Il vino, e non altri alimenti, è all’origine di ogni cosa, e su questa identità è nata l’eccellenza del made in Italy, e delle sue “3 A”, alimentare, arredamento, e abbigliamento. E al centro di tutto questo - ha aggiunto Urso - c’è la persona “rinascimentale”, che ha arte creativa, gusto, stile. Il made in Italy non è luogo di produzione, ma uno stile di vita. E noi come Governo metteremo risorse finanziare per far crescere le imprese, perché siano sempre più sostenibili e competitive. E per contrastare contraffazione ed Italian Sounding. E poi lanciamo uno slogan, che è un progetto: “lavora nel mondo e vivi in Italia. Perché la possibilità del lavoro a distanza rende forte e ineguagliabile il nostro Paese, vogliamo attrarre i lavoratori digitali per ripopolare i nostri borghi, i luoghi più belli del mondo. Si può fare, e lo faremo”.
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