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AgrieTour: l’agriturismo è in salute, nel 2014 ha raggiunto quota 21.000 imprese in tutta Italia, per un fatturato di un miliardo di euro, grazie a 6 milioni di arrivi, specie da Germania e Uk. Al top la Toscana, esempio studiato in tutto il mondo

Un settore in salute, che non conosce crisi, soprattutto grazie agli arrivi dall’estero. È la buona notizia che arriva da AgrieTour, il Salone nazionale dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale, di scena ieri ad Arezzo. Numeri confortanti, che confermano il trend di crescita di un settore, quello dell’agriturismo, che ha raggiunto quota 21.000 imprese in tutta Italia e che produce un fatturato diretto di oltre 1 miliardo di euro, grazie a 6 milioni di arrivi nell’anno, senza contare l’indotto (www.agrietour.it).
Nonostante crisi e recessione, l’agriturismo Italia continua a crescere, del +2,1% secondo i dati dell’ultimo rapporto Istat. Nel 2014 il numero delle aziende ha raggiunto quota 20.897, 423 in più del 2013. Di queste, 7.628 offrono contemporaneamente alloggio e ristorazione, mentre 10.184 sono quelle che uniscono all’alloggio le altre attività agrituristiche.
Le aziende agrituristiche aumentano soprattutto al Nord, +6,1% e meno al Centro, +1,1% mentre sono in calo al Sud, -2,1%. La Toscana, con 4.108 strutture, e l’Alto Adige con 3.098, si confermano le regioni nelle quali l’agriturismo è maggiormente e storicamente radicato.
Sempre dai dati Istat emerge che il 42,1% degli agriturismi con alloggio, il 46,9% di quelli con ristorazione e il 43,8% di quelli con degustazione è localizzato al Nord mentre il 41,9% delle aziende con altre attività è situato al Centro.
Il quadro dipinto dall’istituto di statistica ha lievi tinte rosa, ma il dato è in crescita, dal momento che soltanto poco più di una azienda agrituristica su tre è a conduzione femminile. L’agriturismo si conferma una realtà tipicamente italiana, diversa dal turismo rurale degli altri Paesi europei. Negli ultimi dieci anni il comparto è cresciuto del 60,5%, passando da 13.019 a 20.897 strutture: quelle che offrono alloggio sono cresciute del 58,8%, da 10.767 a 17.102, mentre gli agriristori sono passati da 6.193 a 10.514, +69,8%. Crescono anche i posti letto, +94.000, così come quelli a sedere, +158.000, e crescono anche quelle che fanno altre attività, dalla degustazione alla fattoria didattica allo sport.

Focus - L’identikit dell’agriturista
Tedesco, con una età attorno a 60 anni, che adora la Toscana: ecco l’identikit dell’agriturista tracciato dall’indagine “Il profilo del turista rurale 2015 - Le preferenze e le attese di chi sceglie l’agriturismo” curata dal portale Agriturismo.it
(www.agriturismo.it). Su un esercito totale di 5,4 milioni di agrituristi, 3,5 milioni hanno soggiornato negli ultimi 12 mesi e 4,8 milioni vorrebbero soggiornare nei prossimi 12 mesi. L’86% di chi ha vissuto l’esperienza in campagna la vuole ripetere, mentre chi non ci è mai stato, 40%, lo ha fatto perché non conosce l’offerta o perché non ci ha pensato. Percentuale che sale al 65% tra gli under 30. Invasione dall’Europa del Nord. Il grosso degli ospiti arriva per l’87% dall’Europa, l’8% dalle Americhe e il 5% è diviso tra Asia, Oceania e Africa.
In Europa la parte del leone viene fatta dalla Germania, 35% dei turisti, seguita da Belgio e Olanda, 12%, e Regno Unito e Svizzera rispettivamente 8%, 6% Austria, 5% Francia. Tra le regioni preferite da italiani e inglesi prevale la Toscana, 54%, seguita da Umbria 34%, Marche e Sicilia. Per i tedeschi, in cime alla preferenze c’è ancora la Toscana, 35%, con la secondo posto Veneto, 20% e terza Friuli 14%. Non tutto è roseo, però, con le maggiori lamentele che riguardano la banalità dei menù e dell’azienda, per il 40% dei tedeschi, 31% degli italiani e 24% degli inglesi. Segue l’accoglienza, scarsa per il 36% dei tedeschi, il rumore, ancora in tedeschi i primi a lamentarsi, 39%, mancanza di chiarezza e sporcizia.
Gli stranieri non sentono crisi: l’81% degli inglesi e il 78% dei tedeschi, ha scelto l’agriturismo senza farsi influenzare dalla situazione economica, aspetto che invece ha toccato di più gli italiani, 39%. In campagna, buen retiro anche se per pochi giorni. Ha più di 60 anni l’agriturista medio inglese, 57%, mentre la fascia più consistente degli italiani va tra i 50 i 59 anni, 35% così come i tedeschi, 33%. Scarsa la presenza sotto i 30 anni, attorno all’1% tranne che per gli italiani, 3%. Esperienza da condividere e commentare con il mondo. Interessante anche il dato sull’approccio digitale e social dell’agriturista. Il 45% ha condiviso la propria esperienza su un social network, il 38% ha anche formulato una recensione. E se acquistare prodotti tipici piace farlo durante la vacanza, una volta a casa soltanto il 4% fa acquisti online.

Focus - www.agriturismoitalia.gov.it, il portale nazionale dell’agriturismo
Addio a spighe, margherite, quadrifogli e fiori, arriva la classificazione unica per tutti gli agriturismi così come avviene per gli alberghi. A trent’anni dalla nascita dell’idea che coniuga offerta turistica e agricoltura, il “sole” sarà il simbolo che da Nord a Sud valuterà gli agriturismi italiani. A raccogliere sotto il nuovo metodo le ormai oltre 20.000 strutture della Penisola è dal primo gennaio 2015, il portale del Ministero delle Politiche Agricole. Il sito www.agriturismoitalia.gov.it “agriturismo italia - vivi la terra delle emozioni”, è stato presentato ad AgrieTour.
“Il metodo è stato elaborato tenendo conto delle attuali tendenze della domanda del mercato agrituristico - commenta Carlo Hausmann, del gruppo di lavoro Mipaaf-Ismea - in ambito nazionale ed estero. La metodologia è costituita da una griglia di valutazione di parametri omogenei delle aziende agrituristiche, che tengono conto del livello di comfort della struttura ricettiva, della qualità del contesto ambientale, delle caratteristiche dell’azienda e dei servizi che è in grado di offrire, in termini di valorizzazione dei prodotti tipici locali, del paesaggio e dei territori. Vuole garantire una identità ed un valore ufficiale all’agriturismo nazionale e deve essere considerata come uno strumento in continuo aggiornamento”.

Focus - I numeri della ristorazione in campagna
Gli agriristori sono da 6.193 a 10.514, nel corso degli ultimi anni +69,8%. Tra quello che piace fare agli ospiti durante il soggiorno, sono privilegiate tutte le attività che hanno a che fare con il cibo e l’enogastronomia, autentica e di alta qualità. Imparare a cucinare con le ricette tipiche è un must per il 14% dei turisti cui si somma il 29% di coloro che hanno una vera passione per acquistare prodotti enogastronomici del territorio, magari quelli utilizzati per preparare le ricette. Il 35% predilige mangiare piatti locali, frequentare sagre e feste del territorio. Una tendenza che si riflette proprio nella tipologia di acquisti, 18% frutta e verdura locali, 14% prodotti per la cucina tra cui conserve, a dimostrazione di come la passione per la tradizione guidi le intenzioni di acquisto degli ospiti.
Ma l’agri-turista vuole essere protagonista della propria esperienza di acquisto e il 60% va in giro a curiosare, scoprire, assaggiare, incontrare i produttori e il 31% vuole conoscere il modo in cui i prodotti sono realizzati. “Non dimentichiamoci che l’enogastronomia è uno dei punti di forza dell’agriturismo - spiega Carlo Hausmann, responsabile tecnico di AgrieTour - e secondo i dati che abbiamo un turista su due sceglie questa vacanza proprio per la genuinità dei prodotti aziendali”. A motivare di più la vacanza in agriturismo è proprio la vita degli ambienti rurali (67,3%), insieme al gustare i prodotti tipici di un territorio (65,3%), magari acquistandoli sul posto. Del resto i valori del mondo agricolo in cui maggiormente si riconoscono gli italiani sono la cultura del “km 0” con prodotti salubri, rappresentativi del territorio e dalla provenienza certa.

Focus - Cucina contadina: la Puglia trionfa
Ancora un piatto pugliese il miglior rappresentante della cucina tradizionale. Per il secondo anno consecutivo è la Puglia ad aggiudicarsi il Premio del concorso di cucina contadina, ad AgrieTour. Stavolta ad essere premiata è stata la ricetta “Sagne ‘incannulate al sugo di carne e ricotta forte”, realizzato dall’azienda agricola Matine che si trova nel Salento, ad Alessano (Le). “Le sagne ‘ncannulate sono il piatto per eccellenza della domenica. Condite con il sugo, la carne di maiale, la ricotta forte dal sapere intenso - raccontano le sorelle Matine, quarta generazione dell’agriturismo - fanno sì che il piatto abbia un collegamento diretto con San Giuseppe per la forma della sagna che ricorda i trucioli di legno. Gli ingredienti sono semplici, farina di grano Senatore Cappelli e orzo per la pasta fatta a mano, mentre per il sugo pancetta, polpa di maiale, sugo di pomodoro, olio extra vergine di oliva, sale, ricotta forte, cipolla, sedano, basilico”.

Focus - Pizza, pasta e ... Agriturismo: all’estero diventa un “marchio” riconosciuto
Il termine agriturismo non è più tradotto, è una sorta di marchio di fabbrica e il modello italiano degli agriturismi, in particolare quello toscano, fa scuola nel mondo. Anzi, Israele lo ha proprio preso come esempio per costruire il futuro della agricoltura del Paese. “L’agriturismo italiano - spiega Carlo Hausmann, coordinatore tecnico di AgrieTour - è considerato un esempio da seguire nel mondo. La considerazione parte dal fatto che crea lavoro stabile in situazioni anche difficili, è uno strumento di promozione sociale, fa in modo che si faccia turismo anche in aree considerate poco agevoli in quanto fuori dalle vie di comuicazione, lontane delle grandi città d’arte. Ma anche perché conserva un patrimonio esitente tramandandolo sia per quanto riguarda l’edilizia rurale, sia per la struttura produttiva dell’agricoltura che rischierebbe di scomparire. Gli altri Paesi del mondo - continua Hausmann - ci hanno studiato in quanto hanno visto le nostre qualità di aziende che si trovano in collina e in montagna e non vicino alle città, strutture che utilizzano molto lavoro femminile e attirano i giovani”.
Il modello italiano, così, è stato analizzato da organismi dell’America Latina, dell’Est Europa e dell’Oriente, Cina compresa, Nord Africa e Israele. “Israele ha chiesto e ottenuto un progetto di cooperazione con l’Italia sullo sviluppo rurale - racconta Hausmann - perché il modello italiano è quello che considerano il migliore al mondo: hanno fatto quattro missioni in Toscana, anche l’allora ministra dell’agricoltura, per verificare di persona come funzionano le aziende. I risultati sono stati così positivi che nella Galilea del Nord all’ingresso di una azienda agrituristica un cartello stradale recita “la Toscana in Galilea” per richiamare accoglienza, buon vivere, buona cucina”.
Quello che funziona e che viene copiato dagli altri Stati sono quegli aspetti alla base della normativa italiana sugli agriturismo a partire dalla classificazione per arrivare alla formazione e allo snellimento della burocrazia. “Gli aspetti in particolare sono tre, la connessione, la prevalenza e la tassazione che sono considerati un modello in quanto semplici e applicabili facilmente in tutto il mondo. Per connessione - dice ancora Hausmann - l’Italia intende che in agriturismo si possono fare solo attività direttamente connesse con la produzione agricola. Quindi niente discoteche, piste di go kart o villaggi turistici. Con prevalenza si intende la prevalenza dell’attività agricola rispetto al turismo. Con semplici tabelle viene calcolato il tempo dedicato alle varie attività. Infine la tassazione, che prevede un 25% forfettario su tutto ciò che viene incassato”. Nonostante gli anni di crisi, il settore ha sempre continuato a crescere, lentamente, ma omogeneamente su tutto il territorio. “Certo una crescita in forme diverse - aggiunge Hausmann - perché ogni zona ha un suo progetto originale. È questo sistema, basato sulla somma di cose particolari che crea interessa nel mondo dove invece i progetti sono molto grandi, tutti uguali, omologati”. E per valorizzare e promuovere gli agriturismi italiani, il portale www.agriturismoitalia.gov.it punta su cinque chiavi di accesso, cinque criteri per la scelta. Si tratta, conclude Hausmann, di “vivere la campagna, per una esperienza attiva, dove l’ospite è protagonista; mangiare tipico che riunisce tutto il tema dell’enogastronomia compreso imparare a cucinare; benessere nella natura dove al centro non ci sono le spa, ma un concetto autentico di stare bene nell’attività all’aria aperta nel mangiare sano; un luogo per le famiglie in molti si stanno specializzando per accogliere bambini e genitori e far vivere loro esperienze insieme con l’agriturismo che si affianca alle 3.000 fattorie didattiche; ospitalità a misura d’uomo dove il grande cavallo di battaglia è l’accoglienza, vivere la vita stessa della fattoria”.

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