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ALLA SCOPERTA DELLA “DECORTICA”, IL PRIMO PASSO PER LA PRODUZIONE DI GRANDI TAPPI DI SUGHERO. DALLA FORESTA DI RIO FRÌO, IN PORTOGALLO, A WINENEWS IL RACCONTO DI UNA PRATICA ANTICA E FONDAMENTALE CON L’AZIENDA LEADER MONDIALE DEL SETTORE AMORIM

9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2, 1, 0 ... Non è il conto alla rovescia che scandisce un brindisi o il lancio di uno Shuttle, ma i numeri, rigorosamente dipinti di bianco, con cui vengono “marchiate” le querce da sughero: nient’altro che l’ultima cifra dell’anno in cui la pianta ha subito la sua ultima decortica. Le ultime si notano subito, non solo dal “3”, ma soprattutto dalla differenza cromatica tra il grigio dei rami ed il marrone chiaro del tronco, privato della corteccia durante l'ultima campagna, iniziata a maggio e ormai quasi conclusa. “Quella della decortica - spiega a WineNews Carlos Santos di Amorim Cork Italia dalla foresta di Rio Frìo, in Portogallo - è una pratica antica, che non fa alcun male alla pianta, anche se si tratta di un lavoro delicato, fatto da mano d'opera altamente specializzata, forse la più pagata in agricoltura. Il periodo non è certo casuale, tra maggio e luglio la linfa attraversa lo spazio tra il tronco (la “madre”) e la corteccia, agevolando il lavoro, cui va prestata la massima attenzione, perché dove si dovesse intaccare la “madre” la corteccia non crescerebbe più”. Neanche dopo i 9 anni previsti dalla legge portoghese tra una decortica e l’altra, normativa che regolamenta anche la quantità di corteccia estraibile, che riguarda solo la parte del tronco. Materiale estremamente polivalente, il sughero conosce decine di campi di applicazione diversi, anche se il più importante resta senza alcun dubbio quello dei tappi, di cui il Portogallo è il principale produttore mondiale: il 52% dei tappi di sughero arriva da qui, il 26% dalla Spagna (dove il gruppo Amorim Cork controlla due delle aziende principali), e solo il 6% dall'Italia, dove la Sardegna la fa da padrone.

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