Sembrava tutto a posto per la Politica Agricola Comunitaria (Pac), nonostante un giudizio non particolarmente lusinghiero, dopo l’accordo politico raggiunto dal cosiddetto “Trilogo” (Commissione, Consiglio e Parlamento Europeo). E, invece, al momento di tradurre le intenzioni in atti normativi, qualcosa non va.
A spiegare perché, a www.winenews.tv, il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue, Paolo de Castro: “è così. Va bene l’accordo politico e tutti i testi dei regolamenti pubblicati in Gazzetta Ue, ma quando il Commissario Ciolos ha presentato gli atti delegati, ovvero attuativi, è venuta fuori la nostra preoccupazione. Perché l’interpretazione si allontana da quello che c’è scritto negli accordi. Per esempio, noi abbiamo lasciato agli Stati membri la possibilità di definire quale è l’agricoltore attivo, nell’atto delegato invece si parla solo di parametri economici per stabilirlo; sui pagamenti accoppiati abbiamo lasciato la facoltà agli Stati membri di decidere a quali settori accoppiare i pagamenti previsti, cioè quel 15% cento di aiuti diretti, ora scompare nell’atto la necessità che lo Stato membro precisi una riduzione severa della produzione severa per poter beneficiare dell’aiuto accoppiato, e quindi di fatto sarebbero esclusi settori importanti come la zootecnia o l’olivicoltura, come invece era previsto; i giovani, se sono soci di una società agricola, devono averne la maggioranza, altrimenti perdono l’aiuto obbligatorio per i giovani. E, ancora c’è il tema delle piante proteiche, c’è il tema delle sanzioni, che nel regolamento prevedevano una proporzionalità tra la sanzione e l’errore commesso, e invece qui si parla di un taglio immediato del 30-40% al minimo errore dell’agricoltore. Quindi ci sono una serie di cambiamenti che c’hanno preoccupato, e abbiamo convocato il Commissario che si è detto pronto a sistemare gli atti per ritornare a quanto concordato nei regolamenti. Ma ancora di più ci preoccupa l’atto delegato che riguarda il vino, che non abbiamo visto ufficialmente ma di cui già circolano alcune bozze, e qui compare una completa messa in discussione dell’accordo politico. In cui era previsto chiaramente, per i Paesi che ne fanno richiesta, la possibilità di optare per il mantenimento del sistema attuale dei diritti di impianto, e passare al sistema della autorizzazioni nel 2020. Nelle bozze che circolano si dice che va bene il rinvio al 2020, ma i diritti non sono comunque commercializzabili, e se così fosse il rinvio non serve è niente. È chiaro che nello spirito dell’accordo politico ci fosse il mantenimento dello status quo, e non il divieto di commercializzazione del diritto, che di fatto rende inutile la possibilità del rinvio. Sono cose che vanno viste attentamente, in particolare sul vino c’è preoccupazione perché non è una questione che gestiremo noi nelle prossime settimane, come nel caso dei pagamenti diretti, per esempio, perché per il vino si andrà alla prossima legislatura Ue, e con un cambio di molti parlamentari (in maggio ci sono le elezioni europee, ndr), io mi auguro di esserci ancora, ma sicuramente sarà più complicato visto che non avranno avuto la responsabilità che abbiamo avuto noi nel negoziato”.
Sul fronte Ocm, per i fondi del vino, tutto confermato?
“Qui è tutto rispettato, anche perché non sta al Commissario dell’Agricoltura deliberare sui fondi, è tutto così come previsto nei negoziati. Non vorrei che rimanesse il problema proprio sui diritti di impianto, che poi riguarda solo l’Italia e la Spagna, perché in Francia i viticoltori opteranno per il sistema delle autorizzazioni già dal 2016, e quindi, al di là dell’interesse formale del rispetto degli accordi presi, non c’è un interesse specifico, e quando sono solo due Paesi ad avere un problema è più difficile gestire la cosa. Per questo dobbiamo assicurarci che i patti vengano rispettati e che Ciolos non cambi le carte in tavola con gli atti delegati”.
Un suggerimento al Governo che si sta formando?
“Mi auguro che il prossimo Ministro dell’Agricoltura sia molto attento su queste vicende europee, tra l’altro scade tutto entro luglio, mi auguro che ci sia una competenza ed un po’ di continuità, visto che abbiamo Sottosegretari che hanno seguito, in particolare Martina, tutta la parte della Pac, e mi auguro che chi ha seguito le cose fino ad adesso possa avere continuità nel ruolo”.
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