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“Alleanza tra Francia (dove si chiama Grenache), Spagna (Garnacha) e Italia, Sardegna in testa (dove è Cannonau”) per valorizzare quello che, per Franco Usai della Cantina Jerzu, è un “vitigno del Mediterraneo”: “Grenaches du Monde” 2017 in Sardegna

Italia
Franco Usai, Antichi Poderi Jerzu: alleanza tra Francia, Spagna e Italia, occasione per il Cannonau

Con oltre 200.000 ettari in tutto il mondo, è uno dei vitigni più coltivati nel pianeta: dalla Spagna, la sua terra di origine, dove si chiama Garnacha, alla Francia, dove è il Grenache, passando per l’Italia, soprattutto in Sardegna, dove si chiama Cannonau, ma anche Gamay sul Lago Trasimeno o Tai rosso in Veneto. A celebrarlo, da qualche anno, c’è il concorso “Grenaches du Monde”, organizzato dal Conseille interprofessionel des Vins du Roussillon (Civr), detentore del marchio che, per l’edizione 2017, ha scelto proprio la Sardegna come sede del concorso (dall’8 all’11 febbraio 2017 e toccherà diverse zone dell’Isola, da Alghero a Nuoro e dintorni, fino Cagliari, www.grenachesdumonde.com), dopo la Spagna, nel 2015, confermando così la volontà di una sorta di alleanza tra i tre più importanti Paesi produttori di vino e della tipologia al mondo per valorizzare questo vitigno e le sue diverse declinazioni. “Un segnale importante, che sottolinea la volontà del Civr di sottolineare come questo vitigno sia un patrimonio del Mediterrano”, commenta a WineNews Franco Usai, direttore della Antichi Poderi Jerzu (www.jerzuantichipoderi.it), realtà leader del Cannonau e del Vino di Sardegna, dove l’iniziativa è stata presentata.

“Un apertura importante alla collaborazione al dialogo per la valorizzazione di questo vitigno - dice Usai - che molti definiscono il “principe” dei vini rossi della Sardegna. E che per il nostro territorio è importantissimo. Con la cantina di Jerzu noi ne produciamo il 35%, ed è un pilastro dal punto di vista economico, sociale e ambientale, in una zona come l’Ogliastra che vive soprattutto di agricoltura”. Basta citare qualche numero, spiega Usai: “Jerzu è un Paesino di 3.200 anime, e la nostra azienda raccoglie le uve di 430 famiglie, su 700 ettari di superficie vitata. Dal punto di vista sociale, noi diciamo che siamo nati tutti sotto un ceppo di vite, perchè qui c’è una storia millenaria, i primi documenti parlano del Cannonau già dal 1103. E poi questo anfiteatro che guarda sul mare, dai 100 ai 700 metri di altitudine, è impreziosito da questi piccoli appezzamenti di vite, ed è una componente ambientale e scenica molto bella e da apprezzare. Mettendo insieme questi tre aspetti, si capisce l’importanza del Cannonau per il territorio”. Che, anche grazie a questa nuova alleanza “franco-italo-spagnola”, guarda sempre più ad una dimensione internazionale.
“Nella presentazione del Concorso, abbiamo parlato con francesi, spagnoli e italiani, per raccontare ognuno le proprie esperienze ed i diversi approcci a questo vitigno. Ma abbiamo già provato a fare un piccolo passo in avanti - Racconta Usai - sforzandoci di capire quali possono essere le leve tecniche e promozionali per valorizzare questo vitigno al meglio in modo comune. Di certo, il fatto che si chiami in modo diverso nei diversi luoghi dove viene prodotto, a differenza per esempio di un Merlot, complica un po’ le cose, soprattutto se si pensa alla semplificazione che si deve seguire comunicativamente quando si vogliono raccontare certi valori comuni. Però è una diversità che può essere positiva. Servirà uno sforzo più impegnativo, ma non potrà che portare ad un valore aggiunto comune, che poi ognuno di noi deve essere bravo a valorizzare nel suo ambito. Noi, per esempio, potremmo parlare del valore del Cannonau nella Dieta Mediterranea, della longevità della popolazione sarda e così via: se questo lo portiamo in un contesto internazionale, con gli spagnoli che avranno altri valori da raccontare, così come i francesi, il messaggio diventa più importante e amplificato. E tutti speriamo di poterlo raccogliere sotto il cappello di “vino del Mediterraneo” come slogan per il futuro”.

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