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ANCHE NEL 2005 IL BANCO DI SICILIA PUNTA SUI CERTIFICATI EN PRIMEUR DELLE CANTINE TOSCANE. LO SPIEGA A WINENEWS GIANCARLO LO SICCO, A CAPO DELL'AREA COMMERCIALE DELLA BANCA SICILIANA

Italia
Una suggestiva immagine della Sicilia del vino

Sta crescendo in Italia l’interesse per la vendita del vino en primeur: esauriti in anticipo a fine luglio tutti i certificati emessi per il 2004, il Banco di Sicilia già lavora a individuare cosa proporre della vendemmia che sta per iniziare. “Per le prossime emissioni - ha anticipato a Wine News, Giancarlo Lo Sicco del Banco di Sicilia (BdS) - i contatti si stanno concentrando prioritariamente sulla Toscana, e si sta guardando inoltre con molto interesse ad alcune produzioni laziali. E’ un’evoluzione naturale: il BdS è un istituto di livello nazionale, con molti sportelli in altre regioni italiane. Oltre alle aziende siciliane, vogliamo rivolgere i nostri servizi alle imprese vitivinicole di tutte le regioni dove siamo ben presenti”.
I wine future sembra convengano a tutti: al produttore che ha a disposizione una nuova modalità di vendita e che incassa liquidità in anticipo rispetto ai canali tradizionali che sono remunerativi solo dopo la consegna del vino; al consumatore che si garantisce l’acquisto, con sconto, di vini spesso altrimenti introvabili; alla banca che, oltre a farsi pagare il servizio, offre un servizio esclusivo ai suoi clienti e può trovarne di nuovi, sia tra i consumatori che tra i produttori, avendo anche studiato una gamma di prodotti appositamente pensati per le esigenze delle aziende vitivinicole.
I vini che possono essere venduti en primeur dal Banco di Sicilia devono essere, si legge in una nota dell’azienda, “di produzione limitata, invecchiati in barrique o grandi botti, con almeno un’annata di qualità altissima riconosciuta da accreditate riviste e guide di settore”. I certificati saranno messi in vendita dopo almeno sei mesi dalla vendemmia. Il Banco di Sicilia garantisce agli acquirenti il rimborso dell’importo pagato en primeur nel caso in cui il produttore non consegnasse il vino alla scadenza prefissata.

Il punto - Wine future, com’è andata finora
Se la vendita en primeur in Francia è una consuetudine consolidata, in Italia siamo ancora ai primi passi. Se ne comincia a parlare solo alla fine degli anni ’90, le prime emissioni arrivano da parte di cantine toscane (di Montalcino, in particolare), del Monte dei Paschi di Siena e della Banca di Roma. Ma si tratta di operazioni limitate, non ripetute negli anni.
Nel 2002, invece, il Banco di Sicilia entra nel mercato e inizia la sua vendita di vini en primeur ripetendola con successo ogni anno. Se le prime emissioni hanno riguardato esclusivamente aziende dell’isola (nel 2002, Planeta e Benanti; nel 2003, Firriato, Aiello, Duca di Salaparuta e Tasca d’Almerita), nel 2004, oltre a due aziende siciliane (Cusumano e Donnafugata), il Banco di Sicilia ha sperimentato la vendita di prodotti di tre aziende toscane (Ricasoli, Poliziano e Casanova dei Neri).
Quest’anno, oltre alle siciliane Morgante e Feotto dello Jato, alla toscana Marchesi Mazzei, il Banco di Sicilia ha presentato mille certificati di vendita en primeur di Barolo Riserva 2000 dell’azienda piemontese Fantino. Per scelta dell’istituto di credito, non sono state finora ripetute offerte di stesse aziende. Gli acquirenti dei certificati sono tra i più diversi: molti privati ma anche enoteche, grossisti e ristoratori. L’esclusività o personalizzazione del prodotto venduto en primeur sembra essere la chiave vincente dell’operazione.
La vendita più veloce finora è stata non a caso quella fatta dal Banco di Sicilia del ‘Cantante’, il Nero d’Avola prodotto sulle falde dell’Etna da Mick Hucknall, voce del gruppo rock dei Simply Red. Mille casse da sei bottiglie sono andate esaurite in 40 giorni al prezzo di 250 euro a cassa. Non era possibile acquistare altrimenti il ‘Cantante’, ad assicurarselo soprattutto i clienti dello stesso Banco di Sicilia.

Alma Torretta

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