La vendemmia è ormai entrata nel vivo in tutta Italia, ed anche nei terreni confiscati ai boss della mafia, della camorra e della ‘ndrangheta, giungono volontari da ogni parte d’Italia per la “Vendemmia antimafia”, promossa dall’Arci e dalla Cooperativa “Lavoro e non solo”. Si parte dai vigneti di contrada Graziano Di Giovanna confiscati alla famiglia mafiosa dei Guarneri di Canicattì, dove le uve bianche autoctone, Catarratto e Grillo, sono già pronte, destinate a diventare quel vino che ha conquistato anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, per la “Festa della Repubblica”, ha voluto sulle tavole del ricevimento proprio i vini ed i prodotti dalle cooperative antimafia.
Un modo, per i volontari giunti da tutta Italia, che si sono cimentati nella raccolta di tanti altri frutti (e che si cimenteranno in altrettante attività in campagna), non solo per lavorare e dare un contributo tangibile alla rivalsa di un territorio, ma anche per conoscere le bellezze della zona e la storia di personaggi come il giudice Rosario Livatino, il magistrato ucciso dalla mafia per il quale è stato avviato il processo diocesano di canonizzazione, e il presidente di sezione Antonino Saetta assassinato il 25 settembre 1988 assieme al figlio Stefano, ritenuto possibile scomodo testimone.
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