Anche tra i filari il lavoro fa rima con outsourcing: l’esternalizzazione non è più tabu neanche a Montepulciano, patria del Nobile, dove, nel volgere di pochi anni, sono sorte tre cooperative che impiegano 150 operai specializzati in tutti gli aspetti che riguardano la gestione del vigneto, dalla potatura, agli sfoltimenti, fino appunto al lavoro in campo e in alcuni casi anche nella prima fase di trasformazione delle uve, perché la qualità nasce proprio dal lavoro, come sottolinea il presidente del Consorzio, Andrea Natalini: “queste cooperative, che nascono nel nostro territorio da persone esperte di lavoro in vigna e in cantina, sono una ottima soluzione, soprattutto per le aziende a conduzione familiare che possono contare sulla sicurezza di un servizio garantito”. Tra queste, c’è la storia della Onlus “Madre Terra”, una cooperativa sociale che impiega persone con problematiche di tipo relazionale offrendo opportunità di lavoro anche in periodi di particolare crisi. Ci sono anche loro, quindi, tra i filari del Nobile, dove la vendemmia è ormai entrata nel vivo nelle 70 cantine del territorio, coinvolgendo in tutto più di 1.000 lavoratori “stagionali”, che si andranno ad aggiungere alle 300 persone normalmente occupate.
Un indotto importante, quello creato dal vino nel borgo senese, che per circa un mese offre importanti possibilità di lavoro e muove l’economia di Montepulciano e dintorni in una fase non certo facile per il mondo del lavoro. Dai dati del Consorzio del Vino Nobile emerge che il periodo della vendemmia produrrà reddito per circa un milione di euro per gli avventizi che percepiranno circa mille euro ciascuno per un periodo di lavoro di 20 giorni. Un dato che va ad aggiungersi a quello generale rappresentato dal vino per Montepulciano il cui indotto, secondo una recente stima, rappresenterebbe il 70% dell’economia territoriale. Quanto alla forza lavoro, oltre agli stagionali sopra citati, sono circa 1200 gli addetti del settore (di cui il 60% tra i 20 e 40 anni). Il valore patrimoniale dei vigneti (1500 ettari quelli iscritti agli albi di Docg e Doc) è stimato intorno ai 200 milioni di euro mentre il valore della produzione (circa 70mila ettolitri tra Nobile e Rosso per anno) si aggira sui 60milioni di euro all’anno. Delle 70 aziende associate al Consorzio il 56% fattura tra 500.000 e 1 milione di euro.
Nel frattempo in vigna si sono già raccolte le uve bianche e in parte alcuni vitigni internazionali, mentre i produttori dovranno pazientare per quanto riguarda la vendemmia del Sangiovese (Prugnolo Gentile a Montepulciano). “E’ un’annata posticipata, rispetto alle ultime vendemmie alle quali eravamo abituati - sottolinea Andrea Natalini, presidente del Consorzio - ma non troppo per quelle che sono le attitudini di un vitigno mediamente tardivo come il Sangiovese, difficile ma, se coltivato con coraggio, dotato di un carattere unico”. Intanto, dall’analisi dell’andamento climatico, gli agronomi traggono previsioni sulla qualità dell’annata. “La primavera 2013 - dicono dal Consorzio dei produttori - è stata caratterizzata dall’alternanza di condizioni meteo e dall’abbondanza di piogge che hanno rallentato tutte le fasi dello sviluppo delle piante. Ad agosto il nostro vitigno ha ripreso il ritmo abituale e il periodo successivo, con clima molto mite e senza piogge di rilievo, con escursione termica molto spiccata tra il giorno e la notte, sta garantendo un accumulo di sostanze “nobili” nelle bacche degno di grandi annate. In definitiva - prevedono i tecnici - la produzione sarà sicuramente superiore all’annata 2012 ma con quantitativi che non si discosteranno in modo sostanziale dalla media degli ultimi 10 anni”.
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