"Avere evitato la possibilità di utilizzare i trucioli per i vini Doc e Docg è un chiaro segnale a favore della difesa della nostre produzioni di pregio", così Confagricoltura, commenta il decreto firmato ieri dal ministro De Castro sottolineando però la propria preoccupazione "per le possibili conseguenze che, in mancanza di un etichetta chiara, potrebbe determinare l'utilizzo dei trucioli per la produzione dei vini da tavola. Il consumatore, acquistando una bottiglia di vino da tavola - spiega l'Organizzazione agricola - non avrà tutte le informazioni sufficienti per poter distinguere un prodotto invecchiato in botte da uno elaborato con i trucioli di legno". La strada del successo della vitivinicoltura italiana rimane, per Confagricoltura, la valorizzazione della differenziazione del prodotto; con indicazioni trasparenti ed utili per il consumatore.
Opposto il gudizio di Coldiretti: "l'utilizzazione dei trucioli per invecchiare il vino aggravata dalla mancanza di una informazione trasparente inganna i consumatori e danneggia i produttori che si impegnano nel mantenimento di tecniche tradizionali, quali la maturazione dei vini in botti di legno". E' quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che "con il decreto annunciato da parte del Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro si fa un passo indietro nel rapporto di trasparenza tra consumatori e produttori. "Si vieta l'utilizzo dei trucioli solo per i vini Docg e Doc - afferma Coldiretti - che rappresentano meno di un terzo della produzione nazionale. Si tratta di un provvedimento che dà di fatto il via libera all'utilizzazione dei trucioli nel 70% della produzione italiana rappresentata in maggiorana da vini Igt e da tavola". Per questo, conclude l'organizzazione, "la Coldiretti sosterrà tutte le iniziative necessarie per difendere il rapporto costruito nel tempo tra consumatori e produttori di vino Made in Italy, che è fatto per la maggioranza di vini da tavola e Igt esclusi dalla tutela nei confronti di una pratica ingannevole e dannosa".
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