
Il clima non ha concesso tregua finora al settore viticolo. L’annata, caratterizzata da frequenti e intense piogge con oltre 1.000 millimetri caduti nei primi sette mesi (quantità che mediamente cade in un anno), prosegue impegnativa, prima per gli attacchi di peronospora, ora per la comparsa della botrite, un fungo che tende ad essere aggressivo soprattutto in prossimità della vendemmia.
Il quadro della situazione, relativo soprattutto al Trentino, ma abbastanza comune a tante aree vinicole del Belpaese, è messo in evidenza dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige in collaborazione con il Centro di Laimburg.
“La situazione migliorerà solo - spiega il responsabile viticoltura, Maurizio Bottura della FondazioneMach - se arriverà il sole”. Intanto, mancano almeno 15 giorni all’inizio della vendemmia delle varietà più precoci di base spumante, e anche il grosso della vendemmia partirà intorno al 25 agosto. Intanto, dalla prossima settimana sarà disponibile sul sito della Fondazione Mach (www.fmach.it/ctt), il primo bollettino prevendemmiale emesso dal Centro Trasferimento Tecnologico. I dati analitici pubblicati sono presentati in confronto con gli andamenti delle annate precedenti e costituiscono un supporto alla definizione della data di raccolta e degli interventi enologici da attuare. Il servizio si basa su un piano di monitoraggio territoriale attraverso il campionamento e l’analisi delle uve delle principali varietà di vite coltivate in provincia di Trento, nei loro siti di massima coltivazione.
Focus - Il biologico cresce in Trentino
Biologico in crescita: raggiunti i 500 ettari di vigneto in provincia di Trento. E poi, come riferisce Enzo Mescalchin del Centro Trasferimento Tecnologico, sono numerosi anche i viticoltori (per un totale di 200 ettari) che, pur producendo secondo i parametri del biologico, non sono certificati come tali in quanto l’uva viene utilizzata per vini non biologici. I tecnici di San Michele hanno illustrato nel dettaglio le sperimentazioni in corso e i risultati ottenuti in merito alla riduzione dell’impiego del rame nel controllo della peronospora e all’efficacia di prodotti alternativi. Riguardo al Planococcus, pericolosa cocciniglia che nel corso degli anni si è spostata dalle regioni del Sud Italia fino alla Provincia di Trento, sono stati presentati i risultati di prove di lotta con l’utilizzo di prodotti ammessi dalla severa disciplina che regola la produzione biologica. Inoltre, si è parlato della persistenza di prodotti a base di piretro naturale impiegati nel controllo di Scaphoideus titanus, vettore di flavescenza dorata”.
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