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ANTIQUE WINE COMPANY VS LECRAW. IL WINE MERCHANT BRITANNICO SI DIFENDE DALLE ACCUSE, ED È PRONTO A DIMOSTRARE IN TRIBUNALE L’ORIGINALITÀ DELLE VECCHIE BOTTIGLIE DI CHÂTEAUX D’YQUEM E CHÂTEAU LAFITE ROTHSCHILD VENDUTE AL COLLEZIONISTA AMERICANO

Antique Wine Company vs LeCraw: atto secondo. Qualche giorno fa, abbiamo raccontato la storia dell’ennesima “patacca” nel mondo del vino ma, in realtà, avremmo dovuto scrivere “presunta patacca”, perché la querelle tra il collezionista Julian LeCraw ed il distributore britannico Antique Wine Company non è affatto chiusa. Al centro, uno Châteaux d’Yquem del 1787, pagato la bellezza di 91.400 dollari, diventato subito famoso perché “prodotto da uve raccolte prima che George Washington entrasse in carica”, considerato un falso dall’analisi dell’esperta enoico-forense Maureen Downey, così come altre 15 bottiglie: a LeCraw, infatti, l’amministratore delegato di Antique Wine Company, Stephen Williams aveva venduto in tutto 15 bottiglie, tutte di Bordeaux, di annate rarissime, comprese tra la 1787 e la 1908: una 6 litri di Château Margaux 1908, 12 bottiglie di Château Lafite Rothschild (dal 1784 al 1908) ed un altro Châteaux d’Yquem, ma del 1847.
Ma la company britannica non ci sta a perdere la reputazione, e passa al contrattacco. A partire proprio dalla bottiglia più importante, l’Yquem del 1787, chiarendo i due punti più spinosi. Per prima cosa, agli avvocati di LeCraw fu consegnata una lettera prodotta dallo stesso Château nel 1995, in cui si descriveva per filo e per segno la bottiglia, confermando che era stata ricolmata e rietichettata dall’azienda. Inoltre, per quanto riguarda l’Yquem 1847, è vero che non sarebbe stato possibile far controllare personalmente la bottiglia al Conte Alexandre Lur Saluces nel 2007 (come scritto sulla retro etichetta), visto che il Conte ha lasciato la tenuta di Sauternes nel 2004, ma è vero però, secondo gli avvocati della Antique Wine Company, che la bottiglia fu portata direttamente alla nuova residenza del Conte, Château De Fargues, a Bordeaux.
Infine, per le vecchie annate di Château Lafite Rothschild, ricolmate tra il 1979 ed il 1983, la tesi di Maureen Downey, secondo cui il logo dello Château presente nelle bottiglie sarebbe stato introdotto solo nel 1988, verrebbe smentita dal commerciante stesso, in possesso di alcune lettere proprio del 1983, con il logo incriminato. Insomma, la battaglia legale si preannuncia lunga, con tante code polemiche, e tutt’altro che scontata.

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