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ARRIVA MAPPA QUALITA' PER PRODUZIONI MIGLIORI: IL CNR SVELA SEGRETI DI SAUVIGNON, CABERNET E CHARDONNAY

Conoscere in anticipo vita, morte e miracoli del proprio vitigno, prevedendo perfino la data migliore in cui vendemmiare. Non serve la palla di vetro, basta avere la mappa fenologica della pianta, vale a dire il modello che documenta i rapporti tra i fattori climatici e la manifestazione stagionale della vita vegetale. Si tratta di un tassello fondamentale per puntare a produzioni di sempre maggiore qualità. Ed è stato questo il presupposto su cui è nato un progetto coordinato da Ucea-Cra, l'Ufficio centrale di ecologia agraria insieme al Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura, che ha costituito il gruppo di lavoro "Italian phenological network" (Iphen) composto da esperti della fenologia vegetale di Cnr, Università e Servizi Agrometeorologici. Al momento sono state studiate le mappature delle varietà di vite Cabernet, Sauvignon e Chardonnay.
"La disponibilità delle informazioni derivanti da buoni modelli fenologici a livello territoriale - spiega Luciano Massetti dell'Istituto di biometeorologia (Ibimet) di Firenze - più che per il singolo produttore è importante per tutti i soggetti che operano lungo la filiera vitivinicola, chiamati a pianificare importanti strategie prenditoriali; scelte, ovviamente, che dovranno essere eseguite sulla base di dati concreti".
Con i modelli fenologici, infatti, è possibile evidenziare nel ciclo della vite anomalie, vale a dire ritardi o anticipi che possono esporre la coltura a rischi climatici, quali le gelate nel caso di anticipi nel germogliamento o danni da piogge autunnali nel caso di ritardi nella maturazione. La mappatura, oltretutto, consente di dare un'indicazione sulle date di vendemmia in relazione allo sviluppo delle fasi fenologiche successive alla fioritura. Cogliere in modo preciso l'andamento delle fasi fenologiche, significa essere in grado prevedere l'andamento dell'accumulo negli acini degli zuccheri e delle altre sostanze chimiche, alla base della qualità del vino.
"Oggi - prosegue Massetti per produttori e trasformatori è fondamentale avere un monitoraggio fenologico a livello territoriale, modelli di simulazione affidabili da impiegare nella razionale pianificazione delle attività di vendemmia, del conferimento alle cantine e della lavorazione del prodotto".
La parola d'ordine? Ottenere un prodotto con caratteristiche di qualità sempre più elevate e soprattutto omogenee. Le mappe, pubblicate a cadenza quindicinale, sono state sviluppate utilizzando la scala Bbch di descrizione delle fasi fenologiche e sono riferite per ora a tre varietà e a una specie spontanea (Sambucus nigra) selezionata per valutare eventuali differenze di comportamento rispetto alle colture agrari. Le mappe relative al 2006, la cui diffusione ha avuto inizio a marzo, hanno carattere prototipale e saranno oggetto di valutazione nel corso dell'annata, in modo da stabilire le potenzialità e i limiti di questa iniziativa.

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