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ASSOENOLOGI: IL VINO PIACE GIOVANE, ROSSO E SOTTO I 10 EURO. ECCO L'IDENTIKIT DELLE PREFERENZE DEL CONSUMATORE MEDIO

Prezzo inferiore ai 10 euro, da bere entro un anno dalla vendemmia, meglio se di colore rosso rubino molto intenso. E' l'identikit del vino preferito dal consumatore medio italiano, tracciato al congresso nazionale di Assoenologi, l'organizzazione nazionale di categoria che raggruppa e rappresenta i tecnici del settore vitivinicolo, in corso a Ischia. Dal punto di vista organolettico, il vino medio preferito deve possedere - dicono gli esperti - morbidezza, "eleganza tannica" e moderata acidità. Per ottenere questi risultati l'enologo deve operare, in vigneto ed in cantina, scelte precise e finalizzate.
Su questi temi si sono confrontati gli esperti nella sessione dei lavori sul tema "Come produrre per il mercato" che ha messo a fuoco le tecnologie più attuali per ottenere vini di qualità con particolare riferimento al colore e ai tannini, ovvero ai due aspetti cardine. Tutti i segreti sul "colore dei vini rossi" sono stati illustrati dall'enologo Vincenzo Pepe, direttore tecnico delle Cantine Giorgio Lungarotti, che ha preso in considerazione gli aspetti tecnici che mirano all'ottenimento naturale di vini maggiormente colorati, più intensi e più accesi.
La questione "tannini" è stata invece affidata ad un altro enologo di fama, Paolo Benassi, direttore tecnico della Banfi di Montalcino, che ha fatto riferimento alla struttura dei vini, cioé come questa può essere controllata ed influenzata giocando sui parametri di alcuni composti dell'uva, attraverso adeguate tecniche di cantina, riferite ad estrazione e stabilità.
L'ultimo segmento congressuale dedicato agli aspetti riassunti nel tema "Tecnologia: come produrre per il mercato" ha tracciato anche l'evoluzione del settore nell'ultimo quarto di secolo.
"Negli anni Settanta i vini erano infatti pressoché tutti uguali, soprattutto i bianchi, che erano passati da un colore ossidato, al bianco carta e dalle caratteristiche organolettiche "assai ruspanti" ad una uniformità incredibile - spiega Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi -. Del resto in quei periodi si cercava principalmente la stabilità chimico/fisica del prodotto per uscire da difetti di storture che per decenni una tecnologia inadeguata, basata su una tradizione non pagante, aveva imposto. Per contro oggi, per alcuni, la produzione deve sempre di più tener conto delle esigenze del consumatore che si vuole conquistare o consolidare, non senza trascurare le sue preferenze di gusto, spesso legate a luoghi comuni e a marchi consolidati".
L'ultima relazione "Dall'uva alla bottiglia: l'aroma varietale nei vini bianchi e rossi" è stata affidata alla competenza dell'enologo Luigi Moio, dell'Università di Foggia, che ha considerato i parametri vitivinicoli necessari per conservare il patrimonio aromatico dei vini. Il ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro è intervenuto in videoconferenza portando agli oltre 700 congressisti il suo più cordiale saluto e rimarcando il ruolo svolto dagli enologi italiani per il progresso del settore, nonché complimentandosi per i 115 anni di fondazione della categoria che è la più antica del mondo, risalente al 1891.

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