02-Planeta_manchette_175x100
Allegrini 2024
BILANCIO

Assoenologi, Uiv e Ismea: un’annata soddisfacente per quantità e sorprendente per qualità

Così, in estrema sintesi, le previsioni sulla vendemmia 2022: produzione a 50,27 milioni di ettolitri e qualità delle uve dal buono all’ottimo
ASSOENOLOGI, CALDO, CAMBIAMENTO CLIMATICO, FABIO DEL BRAVO, ISMEA, LAMBERTO FRESCOBALDI, PREVISIONI VENDEMMIALI, QUALITA, QUANTITA, RICCARDO COTARELLA, SICCITA', UIV, UVE, VENDEMMIA, VENDEMMIA 2022, Italia
La vendemmia sull'Etna

Un’annata soddisfacente per quantità e sorprendente per qualità: così, in estrema sintesi, le previsioni vendemmiali dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini (Uiv), presentate oggi a Roma al Ministero delle Politiche Agricole. La siccità e il caldo record di quest’anno non hanno compromesso il vigneto Italia che, all’avvio della campagna vendemmiale, promette uve di qualità dal buono all’ottimo, con una quantità in linea con la media delle ultime annate. A garantire la tenuta del prodotto finale, oltre alle provvidenziali piogge di agosto, il lavoro straordinario di ricerca e applicazione dei produttori su una vite sempre più resiliente alle avversità climatiche e metereologiche.

Secondo i dati, la produzione 2022 dovrebbe attestarsi intorno ai 50,27 milioni di ettolitri di vino, la stessa quantità del 2021 (50,23 milioni di ettolitri, dato Agea 2021) ed a +3% sulla media del quinquennio 2017-2021, anche se rimane cruciale l’andamento meteorologico delle prossime settimane. Condizioni climatiche favorevoli alla maturazione delle uve potrebbero far virare le previsioni in segno positivo, mentre un clima inadatto per le varietà tardive influirebbe negativamente sul prodotto vendemmiale.

Con un -46% di precipitazione cumulata da inizio anno a fine luglio rispetto alla media degli ultimi 30 anni, il 2022 si è distinto come l’anno più siccitoso dal 1800 ad oggi, aggravato anche dalle temperature più calde delle ultime cinque decadi. Una congiuntura climatica eccezionale, mitigata dalle piogge di agosto, che non ha danneggiato il vigneto Italia dove, pur mantenendo alta la soglia di attenzione al meteo delle prossime settimane, si attende un’annata più che buona con uve caratterizzate da gradazioni potenziali medio alte. Particolare attenzione è rivolta ai tenori polifenolici delle uve a bacca rossa che determinano potenziali aspettative di eccellenza per i vini da invecchiamento. Dal punto di vista fitosanitario, la situazione del vigneto italiano appare generalmente ottima, con rarissimi attacchi di patogeni.

Resta stabile anche la classifica delle Regioni italiane, capeggiata dal Veneto che, con 11,5 milioni di ettolitri, produce da solo oltre 1/5 del vino italiano. Seguono Puglia ed Emilia-Romagna, con rispettivamente 10,6 e 7,4 milioni di ettolitri, per un prodotto complessivo delle tre Regioni pari al 59% dell’intero vigneto italiano. Sul fronte degli andamenti, la peculiarità della stagione non consente di formulare previsioni omogenee neanche nello stesso areale. Nel Nord Ovest si assiste alla importante flessione della Lombardia (-20%), seguita da quella più moderata del Piemonte (-9%) e della Liguria (-5%) mentre si stima in crescita la Valle d’Aosta (+10%). A Nord-Est segnalate in recupero rispetto allo scorso anno sia Trentino Alto Adige (+10%) che Emilia Romagna (+4%) mentre perdite di lieve entità potrebbero esserci in Veneto (-3%), con il Friuli Venezia Giulia sostanzialmente stabile. Meno variabile la situazione al Centro, dove si assiste al deciso rialzo dei volumi per Umbria (+10%) e Toscana (+12%), seguito da un più moderato aumento nelle Marche e nel Lazio (entrambe a +5%). Al Sud il lieve incremento della Puglia (+3%) si contrappone alla leggera flessione della Sicilia (-5%); si prevede una produzione stabile per l’Abruzzo, il Molise e la Calabria. In crescita anche Campania (+4%), Sardegna (+15%) e Basilicata (10%).

Per la qualità, in linea generale si aspettano vini eccellenti in Trentino Alto Adige e Sicilia, mentre puntano l’asticella sull’“ottimo” Piemonte, Val d’Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia e Sardegna, con Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria più caute su previsioni “buone/ottime”. “Buone”, invece, le attese per le etichette lombarde e venete.

Secondo le stime produttive rilevate oggi dal segretario generale dell’organizzazione degli imprenditori europei Ceev, Ignacio Sánchez Recarte, anche nel Vecchio Continente si registra un’alta variabilità delle produzioni dovuta al clima. Nel complesso il vigneto Europa ha tenuto, con una crescita della Francia sulla media del quinquennio (+3,5%, a 44 milioni di ettolitri), mentre scala la Spagna, dove è prevista una contrazione sul periodo del 16%. Stabili i livelli produttivi in Germania e Portogallo.

Con la vendemmia 2022 l’Italia del vino mantiene il primato produttivo mentre quello del fatturato rimane in casa francese. Sul fronte del mercato, secondo le ultime elaborazioni su base Istat, l’Italia ha chiuso il primo semestre con il record in valore di 3,8 miliardi di euro (+13,5% sul pari periodo 2021) mentre è piatto il trend dei volumi esportati: +0,4%. I fermi e frizzanti imbottigliati segnano un +10,3% in valore ma cedono in volume l’1,2%. Inarrestabile la performance del comparto spumanti, che nella prima parte dell’anno sfiorano il miliardo di euro in valore (+25,5%), con i volumi a +10,6%. In netta crescita - soprattutto per effetto dell’inflazione - il prezzo medio che sale del 13,1% e addirittura di quasi il 18% negli Stati Uniti, il cui mercato è tenuto in piedi anche dal dollaro forte. Nel primo buyer al mondo la crescita tricolore in valore è del 13,3%, con i volumi in contrazione del 3,8%.

“La vendemmia in corso ci sta consegnando una qualità delle uve che va da buona a ottima”, commenta Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi. “Molto dipende dalle aree di riferimento, mai come in questa stagione il giudizio quanti-qualitativo è totalmente a macchia di leopardo e questo è dovuto essenzialmente ad un clima estremo che ha pesantemente condizionato, in particolare, i mesi di maggio, giugno e soprattutto luglio con punte di calore che hanno superato i 40 gradi e una siccità tanto prolungata. Fortunatamente, in agosto, su gran parte del Paese - tranne che per qualche eccezione - sono arrivate delle piogge ‘intelligenti’ e cioè che non hanno procurato danni, così da permettere alla vite la sua ripresa vegetativa e di portare a maturazione le uve senza particolari stress. Ma a contenere gli effetti negativi dei cambiamenti climatici è stato anche l’approccio scientifico che noi enologi abbiamo messo in campo a sostegno dei vigneti. Oggi più che mai sono fondamentali scienza e ricerca nella viticoltura e in cantina, spazio ad apprendisti stregoni del vino non c’è più, se mai ci fosse stato in passato. Da qui alla fine di settembre confidiamo in un tempo soleggiato, caldo il giusto e magari accompagnato da una leggera brezza, così che le uve ancora da raccogliere possano arrivare alla perfetta maturazione così da andare a produrre vini capaci di imporsi ancora una volta sugli scenari enologici nazionali e internazionali”.

Per il presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, “la vigna si è rivelata ancora una volta il pivot della filiera, dimostrando come anche con caldo e siccità si possa fare vini di alta qualità e volumi soddisfacenti. Un plauso va poi a imprese e produttori, che una volta di più hanno aiutato le piante a fronteggiare nel migliore dei modi le avversità del clima. Ma la partita non termina con la vendemmia, perché specie in una fase congiunturale così delicata emerge sempre più la consapevolezza che si possa e si debba fare meglio sul fronte del valore del nostro vino. Il tanto declamato record produttivo non è infatti una condizione sufficiente per generare ricchezza: le “rese valoriali” del vigneto Italia - secondo un’analisi realizzata dall’Osservatorio Uiv - registrano performance nettamente inferiori rispetto a quelle francesi, che segna una redditività tripla per ogni ettaro coltivato (16.600 euro vs 6.000 euro) e per ogni ettolitro prodotto (294 euro vs 82 euro). Serve fare ancora strada per garantire una remuneratività direttamente proporzionale alla qualità prodotta, con un percorso che parta da un governo del settore più razionale in materia di denominazioni di origine fino al vino comune. Dobbiamo ambire a scrivere - o riscrivere - una vera carta vocazionale dei nostri territori, ancorata a indicatori reali, con poche regole ma chiare per tutti i soggetti coinvolti, dai produttori agli enti di controllo per finire al trade e ai consumatori”.

Secondo Fabio Del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale (Ismea),“in termini di mercati l’Italia ha chiuso la campagna 2021/2022 con rialzi dei listini soprattutto nei vini al vertice della piramide qualitativa. Le prime battute della nuova campagna delineano uno scenario ancora incerto dove a pesare sono le molte incognite legate anche alle tensioni sui costi e alla logistica, che già lo sorso anno avevano creato preoccupazioni agli operatori ma che ora sono ancora più pressanti. I buoni risultati produttivi stimati, a dispetto dei timori estivi sulla siccità, fanno sì che ci sarà disponibilità di prodotto di qualità anche in questa campagna e, mentre sul fronte estero la domanda sembra tenere seppur non con i brillanti risultati del 2021, su quella interna si evidenzia qualche segnale di cedimento negli acquisti presso la distribuzione moderna anche se si deve considerare il recupero del fuori casa”.

“Nonostante tutti i fattori che rischiavano di penalizzare il nostro settore vitivinicolo, dall’aumento dei prezzi delle materie prime fino alla siccità, nel 2022 siamo ancora leader a livello mondiale per quanto riguarda la produzione, ma anche - a mio giudizio - a livello qualitativo, grazie all’altissimo livello che garantiscono i nostri produttori. Compito del ministero è agevolare il loro lavoro, riducendo la burocrazia e sostenendo il comparto con fondi adeguati”. Così il Sottosegretario alle Politiche Agricole Alimentari Forestali, Gian Marco Centinaio. “Continuiamo a lavorare per intervenire sui nostri punti deboli, intanto abbiamo messo a disposizione 25 milioni di euro per la filiera in Italia per promuovere il vino anche nel nostro Paese, dove non è abbastanza conosciuto e quindi ci possono essere margini di crescita. Ringrazio i Consorzi perché abbiamo ricevuto da loro 63 proposte e speriamo di poter dare una risposta a tutti”. Il Sottosegretario Centinaio si concede poi una divagazione sulla questione Prosek, non ancora risolta: “insieme al ministro Patuanelli abbiamo fatto partire un’importante task force in cui il Ministero delle Politiche Agricole ha coinvolto tutti, e per questo è stato possibile un ottimo lavoro. In tanti però continuano a credere che la parola Prosek sia la traduzione del nostro Prosecco. C’è ancora quindi tanto lavoro da fare, anche sulla comunicazione, per valorizzare e difendere i nostri prodotti e le nostre eccellenze”.

Focus - L’annata 2022 Regione per Regione

Piemonte

Annata a dir poco anomala, scarsità assoluta di precipitazioni, meno di 200 mm dal 1°gennaio. Inizio di germogliamento in linea con gli ultimi dieci anni ma in ritardo di 7 giorni sullo scorso. In fioritura tutto il gap è stato recuperato, con risultato di un anticipo di qualche giorno sulle medie e sullo scorso anno. Fortunatamente nessun episodio climatico violento sfavorevole. Fertilità delle gemme buona per tutte le varietà. Dal mese di luglio iniziano le sofferenze per i terreni più asciutti. Le alte temperature che ormai durano dalla fine di maggio, unite alle poche precipitazioni (comprese quelle del periodo autunno - invernale precedente) iniziano a mettere in crisi alcuni vigneti. L’invaiatura è eccezionalmente cominciata verso il 10 di luglio con i primi accenni e sta proseguendo regolarmente. Nelle Langhe erano più di 60 anni che non si vedeva un periodo invernale così arido (una sola precipitazione nevosa l’8 dicembre 2021). La vite è germogliata a inizio aprile, con una settimana di ritardo dal 2021 e due sul 2020. L’accrescimento dei germogli è decorso molto lentamente a causa della mancanza di umidità nel terreno. Il rallentamento di crescita dei germogli non crea problemi al momento in quanto facilità l’uguaglianza dei vari tralci sul capo a frutto. I mesi di aprile e maggio hanno visto delle temperature nella norma per il periodo, ma con scarsissima piovosità. A fine luglio la vite si presentava con uno sviluppo stentato, di rado si vedevano femminelle e i grappoli erano di dimensioni contenute. La pianta si è autoregolata contenendo la crescita e il numero dei grappoli in base alla sua possibilità di mantenerli con quella poca acqua a disposizione. All’inizio di agosto ci sono stati alcuni temporali violenti seguiti da giorni di piogge moderate che, unite all’abbassamento delle temperature di metà mese, hanno cambiato l’andamento riducendo l’anticipo vegetativo e tonificando la vegetazione. Si prospetta una vendemmia anticipata di circa una settimana con produzioni inferiori rispetto lo scorso anno e condizione sanitaria dell’uva eccezionalmente positiva.

Valle d’Aosta

Dopo un inverno estremamente povero di precipitazioni, c’è stata una primavera altrettanto mite e scarsa di piogge. Il germogliamento è stato buono. Fioritura ed allegagione anticipate di 10 giorni sulla media stagionale, caratterizzata da clima secco e molto ventilato. Da segnalare alcune grandinate a fine giugno/inizio luglio di notevole intensità, ma geograficamente molto circoscritte, che pur avendo fatto danni rilevanti localmente, non incidono in maniera significativa sulla produzione complessiva. Limitata presenza di parassiti funginei, grazie anche all’andamento stagionale molto secco e ventoso. A fine luglio, pur essendo in presenza di un’annata anomala per scarsità di precipitazioni ed alte temperature (già a partire dal mese di maggio), non venivano segnalate particolari problematiche legate allo stress idrico con conseguente blocco della vegetazione, ciò in ragione del fatto che i 3⁄4 dei vigneti sono dotati di impianto per l’irrigazione di soccorso. Il cambio climatico del mese di agosto ha riallineato l’anticipo di maturazione presente a fine luglio, ci si appresta alla vendemmia con delle stime superiori a quelle dello scorso anno.

Lombardia

L’annata si presenta generalmente molto complicata e di grande difformità per cause climatiche ben note e diffuse sul territorio nazionale come siccità, calore eccessivo e qualche grandinata. In generale c’è stato, ed è previsto nelle zone ancora da vendemmiare, un anticipo rispetto al 2021 di 10/12 giorni. La campagna è stata caratterizzata da temperature in certi casi anche molto superiori alla norma (il mese di luglio ha segnato la media termica più alta dall’inizio dei dati storici) con pochissima escursione termica tra notte e giorno, precipitazioni molto scarse in tutte le zone. Ottimo, quasi ovunque, lo stato sanitario delle uve, solo macchie isolate di oidio in particolare dove sono state effettuate irrigazioni. Per le uve rosse, grazie alle piogge del mese di agosto che hanno ristabilito i normali equilibri, si prospetta un’annata molto interessante seppur non molto carica a livello produttivo. Dal punto di vista delle rese, tenendo ben presente sia l’importante diversità e la distanza tra le zone viticole lombarde, oltre alla notevole difformità all’interno dello stesso vigneto o filare, si stima un importante decremento produttivo rispetto ad un’annata media per Valtellina, Franciacorta, Bergamasca, Grada e Lugana. Per l’Oltrepò la siccità importante si è sommata a numerosi eventi grandinigeni che hanno causato perdite importanti. La qualità, sulle uve bianche e rosse per basi spumanti e vini fermi bianchi e rosati finora raccolte, è ovunque molto interessante. Per le uve rosse che non hanno sofferto siccità la prospettiva è più che ottima.

Liguria

In Liguria la vendemmia si è presentata in anticipo rispetto allo scorso anno in entrambi i versanti. La raccolta delle uve Pigato e Vermentino è iniziata, nelle zone più prossime al mare, da fine agosto per poi proseguire, nella prima decade di settembre, nelle aree più interne e con la raccolta del Rossese. Il periodo estivo caratterizzato da picchi di caldo anomalo, unitamente all’assenza di precipitazioni, ha permesso il contenimento di patologie. La qualità delle uve è generalmente buona con gradazioni medio alte e con quadri aromatici interessanti nonostante la siccità. La produzione sarà leggermente inferiore a quella dello scorso anno.

Trentino Alto Adige

L’inverno è trascorso con temperature e precipitazioni al di sotto della media. Il periodo primaverile iniziale, più freddo delle medie degli anni passati, ha causato un ritardo dell’inizio del germogliamento. Le temperature più miti del mese di maggio hanno accelerato i successivi stadi fenologici, portando le fasi ad un anticipo di 10 giorni. La fioritura è coincisa con temperature miti e assenza di piogge garantendo così una buona allegagione. Durante i mesi di maggio, giugno e luglio le eccezionali temperature medie giornaliere abbinate ad una minore piovosità hanno creato delle criticità in alcune zone del trentino. Generalmente, nelle zone di fondovalle, non si evidenziano situazioni di stress in quanto i vigneti hanno a disposizione sufficiente dotazione idrica. Diversa è la situazione per i vigneti siti in pedecollina e collina. I Consorzi irrigui, dove presenti, hanno cercato di mantenere una costante turnazione tuttavia alcuni areali non sono coperti, la disponibilità d’acqua non è stata sufficiente a ripristinare l’evapotraspirazione e in terreni poco profondi parte dei vigneti non sono stati sufficientemente irrigati. Le piogge degli ultimi mesi hanno favorito una parziale reidratazione dei grappoli riportando i livelli quantitativi in linea, o di poco superiori, a quelli dello scorso anno L’anticipo registrato in primavera si è mantenuto anche nel periodo di maturazione dei grappoli. La qualità media delle varietà va dall’ottimo all’eccellente grazie alla pressoché assente pressione delle malattie fungine e, quindi, dall’ottimo stato sanitario delle uve. L’inizio della vendemmia, per le varietà bianche precoci e a basse quote, è iniziata l’ultima settimana di agosto; la maggior parte dell’uva verrà vendemmiata dalla seconda decade di settembre per poi concludersi, verso l’inizio di ottobre, con i Cabernet Sauvignon. Dal punto di vista quantitativo, le previsioni vendemmiali ci riportano una stima superiore rispetto lo scorso anno. La qualità sul futuro vino si presume eccellente.

Veneto

L’annata vitivinicola 2022 è caratterizzata da una situazione di deficit pluviometrico che ha interessato non solo l’estate, ma che ha riguardato tutto il periodo dal precedente inverno alla primavera. Dai primi giorni di maggio, le temperature si sono portate sopra i valori tipici del periodo. Per tutto il mese di maggio, e per i primi due mesi estivi di giugno e di luglio, i valori termici sono sempre stati molto elevati e di diversi gradi superiori alla media di riferimento, ad eccezione di brevi periodi quando il passaggio rapido di alcune perturbazioni ha temporaneamente portato le temperature sotto i livelli medi. In Veneto l’annata si è presentata con una fertilità medio alta delle gemme che ha coinvolto quasi tutte le varietà che insistono sul territorio della regione. Alcune grandinate si sono abbattute, a macchia di leopardo, nel periodo medio primaverile - estivo. Il momento ha permesso comunque una ripresa vegetativa che ha contenuto i danni in una forbice compresa fra il lieve e il moderato. Le temperature e la scarsa piovosità si sono fatte sentire un po’ in tutto il territorio regionale, con esiti più significativi nella parte di alta collina e pedemontana, mentre sono ridotti al minimo gli effetti del clima nelle aree, anche collinari, in cui è possibile l’irrigazione. Pinot grigio: quantità nella media delle principali Doc (150 qli/ha), acidità più bassa della media con pH migliori degli ultimi anni, buona dotazione zuccherina. Analizzando le principali varietà venete si evince: Glera: quantità buona per raggiungere la Doc, acidità più bassa della media con buone dotazioni zuccherine. Garganega: ad oggi abbiamo zuccheri sopra la media, acidità più basse del solito e vigneti irrigati con media quantità; vigneti non irrigati -20%. Chardonnay: quantità media e di ottima qualità, acidità nella media. Corvina-Rondinella: nelle condizioni della Garganega con zuccheri buoni e acidità nella media, quantità nella media su vigneti irrigati, carenza su quelli non irrigati. Merlot: media quantità con buona dotazione di zuccheri e colore, qualità eccellente dove irrigato. Trebbiano: media quantità con buona dotazione di zuccheri e quadro acido nella media. Complessivamente possiamo dire che la produzione del Veneto si stima leggermente inferiore rispetto lo scorso anno.

Friuli Venezia Giulia

La stagione 2022 è caratterizzata da una situazione siccitosa e con temperature superiori allo storico, già dalla primavera. Per i primi mesi dell’anno, il 2022 è stata l’annata meno piovosa degli ultimi 7 anni con uno scarto di 202mm dalla stagione meno piovosa e con 538mm in meno sul 2016. Da elaborazioni fatte nei territori collinari della provincia di Udine, con banche dati risalenti al 1996, si è potuto osservare come il 2022 sia addirittura l’anno più siccitoso di tutti i 26 anni dello storico. Annate simili in Friuli sono state il 2015 e il 2000. La Stagione 2022 ha fatto registrare un deciso ritardo al germogliamento rispetto agli ultimi anni per poi recuperare arrivando alla fioritura alla fine della seconda decade di maggio (media di tutte le varietà). Il ciclo vegetativo della vite si è svolto in maniera normale, rallentando nella fase centrale causa una forte siccità, che ha comportato un anticipo vegetativo e di raccolta di una settimana, dieci giorni a seconda della varietà; primavera molto asciutta, estate siccitosa, agosto piovoso. Qualità delle uve superiore alla media, scarsissima incidenza di malattie; resa uva vino tendenzialmente inferiore alla media. Da una prima consultazione, le rese della vendemmia 2022 sono in linea con quelle avute nel 2021, pertanto si ritiene che il quantitativo di vino finito possa essere uguale a quello della precedente annata. Da un punto di vista qualitativo l’annata 2022 sorprende per positività, che in modo inaspettato (vista la siccità estiva), sta iniziando a dare punte di eccellenza; nel complesso si può ritenere che l’annata 2022 si attesterà su un livello buono/ottimo.

Emilia Romagna

Sicuramente una stagione complicata. La vigna è partita a vegetare leggermente in ritardo, poi, complici le prime piogge e le temperature in crescita, ha recuperato il tempo perso e si è presentata in fioritura con qualche giorno di anticipo. Il numero di grappoli è abbondante e l’allegagione è stata generalmente buona. In Emilia, un primo fenomeno degno di nota, è stata la cascola fiorale che ha riguardato alcune zone. La varietà che ne ha risentito maggiormente è stata il Grechetto Gentile. Come nel resto d’Italia, in molti vigneti si sono rilevate criticità per il caldo e la mancanza di precipitazioni. La sofferenza maggiore ha riguardato sicuramente le zone collinari dove la possibilità di irrigare è scarsa, ma anche in pianura gli interventi irrigui riescono a malapena a lenire lo stress. Eventi metereologici avversi, come la grandine, hanno interessato solo aree ridotte di collina. I vigneti colpiti hanno registrato perdite purtroppo importanti ma, per fortuna, sono in numero ridotto. Come epoca di raccolta, al momento, sia per le precoci che per le altre uve si prevede un anticipo rispetto allo scorso anno. Probabilmente si inizierà circa una settimana o dieci giorni prima come è stato per la vendemmia 2017. In Romagna lo stato dei vigneti è complessivamente buono (per quanto possibile). Nei mesi di novembre e dicembre 2021 le precipitazioni hanno, verosimilmente, consentito un minimo di reintegro dell’umidità del suolo che ha permesso alle piante, a parte qualche vigneto molto giovane (2°-3° anno) e quelle con un carico di grappoli eccessivo, di contenere le situazioni di stress idrico. Anche in Romagna si sono verificati problemi di cascola dei fiori e mancata allegagione, specie nelle varietà a maggior vigoria intrinseca, come ad esempio Pignoletto, Trebbiano, Terrano, ma anche qualche Sangiovese; meno su Albana perché fenologicamente più arretrata per il suo caratteristico germogliamento tardivo. Per quanto riguarda la produzione, rispetto allo scorso anno, la numerosità dei grappoli è superiore; tuttavia, tali grappoli sono tendenzialmente piuttosto spargoli e anche gli acini non sono particolarmente grossi. Complessivamente possiamo stimare un segno positivo rispetto all’annata 2021.

Toscana

Il 2022 si è aperto con un inverno particolarmente privo di precipitazioni, caratterizzato dalla presenza di lunghi periodi di alta pressione e notevoli escursioni termiche. Le viti hanno germogliato con 10 giorni di ritardo rispetto agli scorsi anni per poi crescere con grande vigore aiutate da temperature che si sono innalzate sopra la media fin dal mese di maggio. I mesi primaverili sono stati molto asciutti, per cui si sono registrati pochissimi attacchi di funghi patogeni. Dal punto di vista produttivo, la fertilità potenziale dell’annata è stata molto buona e la fioritura ha portato ad una buona allegagione, fatta eccezione per qualche fenomeno di acinellatura tipico delle varietà o zone più vigorose. Il clima asciutto dell’estate ha portato ad una crescita moderata degli acini con fenomeni di stress idrico localizzati nelle zone più magre. In estate si sono registrate molte catture di tignola e tignoletta, anche se non si sono registrati danni rilevanti sulla produzione. Le piogge cadute a partire da metà agosto hanno permesso alle piante di accelerare i processi fisiologici rallentati a causa della siccità e portare avanti la maturazione che è arrivata con alcuni giorni di anticipo rispetto allo scorso anno. In concomitanza delle piogge, si sono purtroppo verificati isolati episodi di grandine in alcune zone centrali della toscana. Ad inizio settembre è praticamente conclusa la vendemmia dei vitigni bianchi precoci e si iniziano a raccogliere le uve rosse precoci come il Merlot. Il Sangiovese, vitigno principale della regione, sta beneficiando di queste calde giornate e delle precedenti precipitazioni per portare a termine la propria maturazione che si prevede nelle prossime settimane partendo dal Chianti e proseguendo con Brunello di Montalcino e Chianti Classico. La vendemmia 2022, per il momento, ci sta regalando uve perfettamente sane con un tenore zuccherino più elevato rispetto alla media degli ultimi anni e delle acidità in linea con gli anni passati. Si prevedono rese ad ettaro superiori allo scorso anno e rese uva/vino congrue alla qualità del prodotto finale. Le piccole dimensioni degli acini e la concentrazione raggiunta durante i mesi estivi ci fa pensare ad una vendemmia vocata alla produzione di vini rossi di struttura e da lungo invecchiamento.

Marche

Già nei primi mesi dell’anno si sono osservati i primi segni di siccità. Il mese di gennaio faceva registrare un deficit del 36% rispetto ai 50mm della media storica. Nelle prime due decadi di febbraio l precipitazione non ha raggiunto la soglia dei 10 mm. Il mese di marzo è stato particolarmente freddo, con una differenza di -1,9°C rispetto alla media storica, ma il mese di maggio ha fatto segnare un +2,3°C rispetto alla media del trentennio trascorso. Da sottolineare la mancanza di precipitazioni con la primavera 2022, similare a quella dell’anno precedente, che viene superata solo da quella dell’anno 2003 nella classifica delle stagioni primaverili più siccitose. Il mese di giugno 2022 è stato in assoluto il più caldo mai registrato con un’anomalia di +4°C rispetto al periodo 1981-2010 ed è stata addirittura superiore a quella di giugno 2003. La grandine si è verificata interessando aree limitate sparse sul territorio regionale e non ha arrecato danni rilevanti sulla produzione totale. La fase di germogliamento delle principali varietà marchigiane quest’anno è avvenuto con un ritardo medio di 4/5 giorni sul 2021. La fase vegetativa è stata accelerata raccorciando gli intervalli tra germogliamento e fioritura che è risultata essere leggermente anticipata rispetto alla media dello scorso anno. L’evidente e tangibile mancanza di acqua sicuramente ha influenzando la seconda fase di crescita per distensione cellulare dell’acino che in mancanza di risorse idriche risulta tendenzialmente più piccolo e meno pesante del solito nei vigneti più assolati e con minore dotazione idrica, considerando che la presenza di grappoli in generale è superiore alla media delle altre annate accentuando l’esigenza idrica della vite. In generale la raccolta avrà un anticipo di circa una settimana, tra i vitigni autoctoni il primo ad essere raccolto è il Pecorino che è iniziato nell’ultima decade di agosto poi seguiranno le uve sangiovese che hanno mostrato un particolare anticipo rispetto agli anni passati, dalla prima settimana di settembre si proseguirà anche con Verdicchio e Passerina mentre per il Montepulciano si procederà tra fine settembre e inizio ottobre. La quantità rispetto allo scorso anno, riguardo le varietà precoci già raccolte hanno mostrato un lieve calo più accentuato nel Piceno, per il resto le piogge ristoratrici di quest’ultimo periodo hanno determinato un recupero del peso delle uve che in linea generale ci fa prevedere un incremento produttivo del 5%. La qualità del futuro vino sarà sicuramente buona e ottima con punte d’eccellenza dovuta al buono stato sanitario delle uve ed alla produzione più contenuta rispetto alla media degli ultimi anni.

Lazio

La stagione 2022 si è avviata con un discreto ritardo rispetto alla media in virtù delle basse temperature registrate all’inizio del mese di marzo; dopo la metà di marzo si nota un graduale aumento della temperatura che ha portato ad un germogliamento delle varietà precoci. Durante l’inverno non abbiamo assistito alle consuete piogge che sono state, praticamente, assenti anche per tutto il periodo successivo al germogliamento. La fioritura e l’allegagione si sono svolte senza particolari problemi per cui la produzione risultava essere buona fino a quel momento. Dopo alcune sporadiche piogge avute nei primi giorni di aprile, abbiamo assistito al perdurare di una stagione siccitosa con temperature molto al di sopra della media che, dopo un periodo di ripresa rispetto al ritardo iniziale delle fasi fenologiche, ha portato ad un rallentamento dello stato vegetativo delle piante che non riescono a proseguire il loro sviluppo; anche laddove i viticoltori sono stati più attenti alle lavorazioni del terreno o hanno avuto la possibilità di praticare irrigazione di soccorso, il caldo ha destato forte preoccupazione, compensata tuttavia dalle ultime piogge. La situazione fitosanitaria appare buona salvo qualche sporadico focolaio di oidio che però rimane sotto controllo anche in virtù delle temperature giornaliere. Per quanto riguarda le produzioni si stima un aumento rispetto all’annata 2021.

Umbria

L’andamento climatico umbro è simile a quello del Lazio. Da segnalare, durante i primi giorni di luglio, delle grandinate in zona Orvieto e Montefalco (verificatesi anche nell’alto Lazio) che hanno provocato in alcune zone anche danni molto gravi. I vigneti non irrigati soffrono di stress idrici importanti, le produzioni per pianta appaiono basse e probabilmente saranno basse anche le rese uva/vino. La salute dei grappoli è buona. Come per le altre regioni limitrofe, per quanto riguarda le produzioni, si stima un quantitativo superiore rispetto allo scorso anno.

Abruzzo

La vite in Abruzzo è riuscita, dal punto di vista fisiologico, a reagire e ad adattarsi ai periodi di scarsità idrica e di colpi di calore improvvisi, ma anche a reagire prontamente alle poche ma importanti precipitazioni del periodo estivo, con un ritmo di accrescimento nelle varie fasi fenologiche, modulato nell’intensità e nella tempistica. Il germogliamento è stato buono, non c’è stato il temuto anticipo, probabilmente a causa della scarsa presenza di acqua e della poca idratazione delle piante, e soprattutto delle temperature al di sotto della media tra fine marzo ed aprile. La fertilità reale, delle cultivar precoci è stata mediamente più bassa, mentre nella norma nelle altre varietà. La crescita dei germogli è risultata più lenta nella prima fase, con un recupero dopo l’allegagione, i vigneti nel complesso sono in equilibrio. I vitigni precoci hanno avuto un’ottima allegagione, con una rapida moltiplicazione cellulare e distensione, si è passati dalla fase di accrescimento acini a pre-chiusura in un lasso temporale molto breve. I vitigni tardivi, ovvero quelli di quarta epoca di maturazione, in modo particolare il Montepulciano, hanno avuto delle fasi fenologiche un po’ più dilatate. Le cultivar precoci hanno iniziato l’invaiatura intorno al 10 luglio, i vigneti hanno un grande equilibrio, grazie anche ad un carico produttivo, del 10% inferiore alla media. Le cultivar di seconda e terza epoca, a maturazione settembrina, hanno iniziato l’invaiatura intorno al 15 luglio, hanno un carico produttivo e uno sviluppo vegetativo regolare, con una proiezione in linea con la media degli ultimi anni. Il Montepulciano, vitigno di quarta epoca di maturazione, ha iniziato l’invaiatura il 20 di luglio, ed ha un carico produttivo in linea con la media delle annate precedenti. Dal punto di vista fitoiatrico, i vigneti si presentano sani, non ci sono stati particolari focolai di infezioni, solo l’oidio si è manifestato in modo sporadico nei vigneti più sensibili. Da un punto di vista entomologico, le principali avversità come le tignole e tignolette, fino a questo momento non hanno avuto rilevanza, mentre è opportuno sottolineare attacchi, anche se modesti, di fillossera a Chardonnay e Trebbiano. I vigneti sono fisiologicamente attivi, non presentano sintomi di stress, biotici ed abiotici. In definitiva possiamo asserire che in Abruzzo, tutti i vitigni sono caratterizzati da una produzione in linea con lo scorso anno.

Molise

La situazione è simile al vicino Abruzzo. La stima quantitativa vede la produzione in linea con quella del 2021 anche perché in queste zone la siccità ha inciso meno, da un lato perché è consentita l’irrigazione d’emergenza e dall’altro perché si sono registrati fenomeni piovosi in numero leggermente superiore. La sanità dell’uva, come per l’Abruzzo, possiamo dire che è eccellente. La produzione sarà in linea con quella del 2021.

Campania

La campagna vendemmiale 2022 è stata caratterizzata da una stagione invernale piuttosto calda, le temperature di 2-3°C al di sopra della media del periodo si sono protratte fino alla fine di marzo-inizi di aprile. A questi periodi si sono intervallati impulsi di correnti di aria più fresca caratterizzati da precipitazioni concentrate in pochi giorni. Un esempio di ciò si è registrato attorno alla prima decade di aprile, a cavallo proprio del germogliamento. A differenza dello scorso anno la piovosità in regione in questi primi mesi è stata sicuramente meno abbondante con una media che si attesta attorno ai 50 mm nei mesi di febbraio, aprile e giugno. L’alternarsi di temperature più calde e di pochi giorni di pioggia, che hanno rinfrescato l’aria, non ha determinato stress idrico per la vite. Il germogliamento è infatti avvenuto con regolarità nella prima di aprile, seguito da un’ottima allegagione. Bassa è stata la pressione fitopatica, tranne alcuni e poco significativi fenomeni di peronospora in fase larvata registrati durante la fioritura, soprattutto in qualche vigneto collocato in zone con un tasso di umidità più elevato. Una gestione agronomica più accurata e ragionata, che proprio i cambiamenti climatici degli ultimi anni ci hanno abituato a perseguire, ci ha aiutato a tenere sotto controllo la sanità dei nostri vigneti. Il perdurare di un lungo periodo asciutto e caldo senza picchi estremi ed inattesi delle medie stagionali, fa prevedere al momento un buon millesimo. Sinteticamente si può affermare che sono state ottime la fioritura e l’allegagione, con un passaggio graduale alla chiusura del grappolo; la situazione sanitaria è tranquilla ed è stata sotto controllo per tutto il decorrere del ciclo produttivo della vite; le temperature molto calde di fine maggio - inizio di giugno accompagnate da qualche pioggia hanno favorito condizioni di umidità che hanno determinato, in casi isolati, lo sviluppo di qualche patologia (rimangono comunque esigui i danni). L’elevata temperatura media ha causato un anticipo generalizzato sulle fasi fenologiche della pianta di 7-8 giorni. La buona escursione termica delle temperature giorno/notte fa prevedere un contributo positivo sulla qualità delle uve. Dal punto di vista quantitativo dovrebbe essere un’annata di poco superiore alla precedente.

Puglia

Anche in Puglia l’andamento climatico eccezionale di questa annata ha lasciato il segno. La fase di germogliamento è avvenuta in un clima ideale, con giornate soleggiate e temperature mitigate dal vento di tramontana. Ugualmente le fasi fenologiche successive sono avvenute in modo regolare. Da maggio fino ai mesi di giugno e luglio, le temperature sono state caratterizzate dal caldo torrido e dalla siccità prolungata. Questo clima ha fatto sì che lo stato fitosanitario della pianta e dei grappoli sia notevolmente sano, non sono state registrate (salvo casi sporadici) malattie di natura funginea. Non si segnalano particolari danni da stress idrico fatto salvo alcuni vigneti giovani e in zone marginali dove non era presente l’impianto di irrigazione. Si segnalano alcune grandinate che hanno colpito in maniera lieve (tranne casi sporadici) ed a macchia di leopardo, le province più interessate sono quelle di Brindisi, Taranto, Bari e Foggia. Le operazioni di raccolta per le uve autoctone bianche come Bombino bianco, Verdeca e Bianco d’Alessano sono iniziate da circa la metà di agosto, per poi proseguire con gli altri vitigni come il Trebbiano e la Malvasia. Anche per i vitigni a bacca rossa, come il Primitivo, la vendemmia è iniziata nella seconda metà di agosto, mentre per il Negroamaro si inizierà intorno metà settembre. A fine settembre sarà il turno del Bombino nero proseguendo con Montepulciano e Susumaniello e terminando con il Nero di Troia. La vendemmia 2022, dalle prime stime effettuate si accinge ad essere una buona annata, con un vigneto che si presenta in buona salute e con un carico di uva equilibrato, leggermente superiore al 2021, ed in perfetto stato fitosanitario.

Basilicata

In Basilicata, al momento, la tempistica della stagione vegetativa è allineata con gli anni passati. Il caldo torrido si è fatto sentire ma le uve si presentano sane e in buon turgore vegetativo. Il germogliamento è infatti avvenuto con regolarità ed è stato seguito da un’ottima allegagione. Al momento le stime vendemmiali fanno pensare ad una vendemmia di buona qualità, con uve particolarmente sane, e con un quantitativo di uve superiore al 2021.

Calabria

L’annata 2022 è stata eccezionale dal punto di vista climatico. Piogge pressoché inesistenti unitamente a temperature roventi hanno messo a dura prova i vigneti. La vite si è mostrata estremamente adattabile, infatti, arriva a ridosso della vendemmia con un carico in linea con l’annata precedente. Lo stato fitosanitario è ottimo proprio grazie all’eccezionalità dell’andamento climatico. La vendemmia, mediamente, dovrebbe essere in anticipo di qualche giorno rispetto allo scorso anno.

Sicilia

La 2022 è stata un’annata con temperature sopra le medie stagionali ma che si è distinta in particolar modo per le scarse precipitazioni già a partire dall’inizio dell’anno. Le piante hanno utilizzato molte delle riserve accumulate durante gli ultimi mesi 2021 mostrando un’ottima capacità di adattamento e di resistenza. Nonostante gli evidenti cambiamenti climatici, in Sicilia l’inverno è stato generoso dal punto di vista pluviometrico soprattutto nel mese di novembre, consentendo accumuli sopra i 300 mm. La successiva primavera è stata asciutta, si sono registrati di media 22 mm di pioggia da marzo a maggio e con criticità evidenti nel mese di giugno. Le piante godono di un ottimo stato sanitario in quanto il caldo costante e la bassa umidità hanno bloccato la diffusione delle principali malattie della vite. La persistenza di un regime siccitoso e di temperature sopra la media avrebbero potuto causare una leggera riduzione della percentuale di allegagione di alcune varietà. Tuttavia, le piogge di agosto hanno dato refrigerio, in molti areali della Sicilia, alle piante consentendo una ripresa vegeto-produttiva positiva che ha determinato una situazione favorevole. Le uve sono in uno stato fitosanitario sano e di eccellenza che fanno presagire ad una vendemmia di qualità superiore alla media degli ultimi anni. La vendemmia è iniziata a fine luglio, con un anticipo da 2 a 5 giorni rispetto allo scorso anno, con lo Chardonnay e il Pinot grigio per le basi spumante. L’annata 2022 sarà sicuramente annoverata fra le migliori per l’ottima qualità dei vini che si prevede allo stato attuale, anche se con una resa inferiore allo scorso anno.

Sardegna

L’annata 2022 è stata caratterizzata da un primo semestre con ridotto numero di precipitazioni, gennaio e febbraio molto deficitari, marzo e aprile nella media e, fortunatamente, con assenza di gelate. Qualche pioggia nella prima metà di maggio, poi, dalla seconda metà di maggio fino alla seconda decade di agosto assenza di precipitazioni e temperature sopra la norma. Nella seconda metà del mese ancora temperature molto alte e qualche sporadica precipitazione a carattere temporalesco con grandinate che hanno creato lievi danni sulle uve nel sud dell’isola (Cagliaritano) e in Gallura. Fortunatamente, nonostante l’estate siccitosa, le piante hanno beneficiato delle forti riserve idriche accumulate durante l’autunno scorso e fino al mese di luglio non hanno mostrato grandi sofferenze. Lo stato fitosanitario è da considerarsi sicuramente positivo grazie anche alle alte temperature che da metà maggio in poi hanno bloccato i primi focolai di peronospera e qualche caso sporadico di oidio. Per lo stesso motivo anche l’attività degli insetti (della tignoletta e della cicalina) appare notevolmente ridotta Le fasi fenologiche sono risultate in anticipo mediamente di 4-5 giorni rispetto allo scorso anno. Tutte le uve mostrano un’ottima qualità, sia le varietà a bacca bianca precoci come il moscato e le varietà internazionali come lo Chardonnay e il Sauvignon, sia varietà tradizionali come il Nasco, la malvasia il Nuragus il Torbato. Il Vermentino si mostra in un uno stato di grazia sia in termini di qualità che di quantità spostando la bilancia della quantità prodotta nell’intera isola. In linea generale, e in particolar modo nei vigneti irrigui, tutte le uve sono perfettamente sane, con buon equilibrio acidi –zuccheri e buona intensità aromatica, decisamente superiore allo scorso anno. Per quanto riguarda le uve a bacca rossa si conferma l’ottimo stato sanitario e l’alta qualità delle uve sia per i vitigni tradizionali più diffusi come il Cannonau, il Carignano ed il Monica, sia per i cosiddetti vitigni minori come il Cagnulari e il Nieddera. Si prevede in linea generale una ottima raccolta sia per le uve bianche sia per le uve rosse, con consistente aumento in particolare delle uve Vermentino. La produzione indicativamente dovrebbe riallinearsi con un’annata media, con un aumento rispetto allo scorso anno dovuto principalmente alla mancata perdita del vermentino. L’ottimale stato qualitativo e sanitario delle uve fa presupporre l’ottenimento di vini di ottima qualità con punte di eccellenza su tutte le varietà e tipologie, dagli spumanti ai bianchi freschi e fruttati, passando per i rosati, per i rossi di medio e lungo invecchiamento, i grandi passiti ed i vini a carattere ossidativo.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024