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AZIENDA AUSTRIACA METTE IL PROSECCO IN LATTINA E CHIAMA LA MODELLA PARIS HILTON COME TESTIMONIAL PUBBLICITARIO. PROTESTE IMMEDIATE DA VALDOBBIADENE E CONEGLIANO, DOVE SI PRODUCONO LE FAMOSE "BOLLICINE" DOC

Italia
La modella Paris Hilton e l'immagine RichProsecco

Azienda austriaca acquista Prosecco, lo mette in lattina e chiama la modella Paris Hilton come testimonial del prodotto. Immediate le proteste da Valdobbiadene e Conegliano dove si produce il famoso vino spumante Doc conosciuto in tutto il mondo e dove si teme una perdita di immagine per il proprio prodotto.
"Tutto è iniziato quando un'azienda cooperativa di imbottigliamento ha venduto del prodotto non doc ad un'azienda austriaca" spiega Giampietro Comolli, direttore del Forum degli Spumanti d'Italia, che ha sede a Valdobbiadene. "L'azienda ha pensato bene di metterlo in lattine da 20 cl e commercializzarlo con il nome di Richprosecco e per lanciare il prodotto è stata inoltre chiamata in qualità di testimonial la famosa modella e miliardaria Paris Hilton".
Foto della Hilton con in mano la lattina stanno già circolando - aggiunge Comolli - e alcune voci dicono che domenica prossima la modella sarà a Soligo (Treviso) per farsi fotografare tra le vere vigne del Prosecco Doc. Tutto questo è inaccettabile".
Comolli si dice fortemente preoccupato "perchè tutto questo rischia di rubare l'immagine storica del vero Prosecco Doc che è uno dei vini spumanti italiani più apprezzati e conosciuti nel mondo. Basti pensare - dice ancora il direttore del Forum spumanti - che il Prosecco doc sta andando forte sul mercato americano e questo aumenta l'appeal per le clonazioni".
Come a dire insomma che non bastavano i cinesi a copiare i prodotti adesso ci si mettono anche gli austriaci. Il rischio comunque è forte e il Prosecco Doc ha ben poche difese contro questi attacchi.
"Il nome del Prosecco Doc - spiega ancora Comolli - deriva dal nome di un vitigno e non da una denominazione territoriale. E' quindi sfruttabile ovunque. Per questo è necessario avviare una politica di lungo periodo per fare in modo che il consumo di Prosecco Doc superi quello non doc e arrivare a mettere definitivamente al riparo il Prosecco da questi attacchi pirateschi".
Iniziative saranno poi messe in campo domenica prossima all'arrivo di Paris Hilton nella zona del Prosecco: "Stiamo ancora valutando - annuncia infine Comolli - con i sindacati e le istituzioni quali iniziative attuare domenica prossima ma quel che è certo è che non ce ne staremo con le mani in mano".
Sulla vicenda è poi intervenuto il presidente del Consorzio per la tutela del vino Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Franco Adami secondo cui "chiediamo con forza la riserva del nome! In tutta la vicenda Richprosecco lo sfruttamento del nome del vino Prosecco è chiara e lampante: ciò che conta è il nome, divenuto di successo grazie al serio lavoro di decenni di oltre 3.000 viticoltori e di 130 aziende spumantistiche. Per i produttori di Conegliano Valdobbiadene Prosecco è un vino che, grazie al lavoro di tre generazioni, è divenuto un simbolo del territorio. Ora vediamo sfruttato il nostro patrimonio da chi vuole guadagni facili in poco tempo e queste speculazioni danneggiano il nostro lavoro".
Per Adami "abbiamo ancora la possibilità di azzerare questo fenomeno speculativo rinnovando la richiesta di riservare ai soli vini doc il nome di Prosecco, strada già percorsa dal Consorzio diversi anni fa ma non capita dai produttori della provincia di Treviso. Contiamo che, alla luce di questi fatti, la Regione riconsideri la nostra richiesta di riserva del nome. Solo in questo modo ci si protegge da speculazioni commerciali di questo tipo. Le garanzie che oggi tutelano il Prosecco doc di Conegliano e di Valdobbiadene devono essere estese a tutto il Prosecco".
Secondo il presidente del consorzio "nello specifico di questa azienda austriaca, i nostri avvocati stanno studiando da tempo la situazione e faremo molta attenzione a verificare che nelle eventuali pubblicità di Richprosecco non appaia alcun riferimento al territorio di Conegliano Valdobbiadene. Siamo pronti ad agire legalmente qualora ce ne sia bisogno. E' chiaro che riserva del nome ed una politica che tuteli adeguatamente tutto il Prosecco sono questioni che devono essere affrontate dalla Regione Veneto e dal Ministero".

La posizione - La Coldiretti: fermare il Prosecco in lattina di Paris Hilton
L’arrivo sul mercato del primo prosecco in lattina prodotto da una ditta tirolese e promosso attraverso la nota e discussa ereditiera Paris Hilton, rischia di danneggiare l’immagine del prestigioso vino made in Italy costruita nel tempo con una crescente attenzione alla qualità che ha permesso di conquistare nuovi consumatori e di competere sul piano della qualità ad armi pari con lo champagne francese. Lo afferma la Coldiretti in riferimento alla campagna di marketing che ha portato alla commercializzazione in alcune città del Centro Europa di Prosecco in lattina contro il quale si schierano gli imprenditori agricoli e le istituzioni della zona tradizionale di produzione.
L’operazione commerciale - evidenzia la Coldiretti - sfrutta un vino famoso nel mondo per le sue eccezionali caratteristiche organolettiche, consolidate in secoli di lavoro dei vignaioli, a favore di una bevanda che rischia di snaturare la qualità e la tipicità proprie del prosecco.
Come potrà - si domanda la Coldiretti - il consumatore attraverso la lattina apprezzare il colore giallo paglierino, il profumo gradevole e caratteristico di fruttato e le famose bollicine? Occorre - precisa la Coldiretti - proteggere le denominazioni per salvaguardare l’impegno delle imprese, per valorizzare le produzioni, le tipicità e il territorio. Un danno che rischia di frenare la crescita record delle richieste di spumante italiano all’estero dove si registra una crescita in valore delle esportazioni sul mercato mondiale dell’11 per cento dovute in buona parte proprio all’affermarsi del prosecco, nei primi cinque mesi del 2006.
Un successo “fuori casa” che è il frutto - continua la Coldiretti - del vero exploit in Spagna dove sono quintuplicate le vendite (+440%), in Giappone (+53%) e in Francia dove la domanda è cresciuta del 7,5 per cento in valore, nonostante la forte concorrenza del locale champagne. A fronte di una sostanziale stazionarietà dell’export nei tre principali mercati che sono nell’ordine di Germania, Stati Uniti e Inghilterra, l’aumento nei paesi emergenti è significativo della dinamicità del settore che - continua la Coldiretti - nel 2005 ha realizzato all’estero un fatturato complessivo di 262 milioni di euro, per una quantità equivalente a oltre 115 milioni di bottiglie.
Dopo l’Asti, il prosecco di Conegliano Valdobbiadene è il piu’ venduto all’estero con un successo indiscutibile in Germania: sono 8,5 milioni i tedeschi che preferiscono il Prosecco quando si tratta di brindare o di festeggiare un qualche avvenimento, mentre a far ricorso allo champagne nelle stesse occasioni sono solo 3 milioni scarsi di persone. Un clamoroso sorpasso che ha relegato lo Champagne francese al posto d'onore e ha assicurato alle bollicine italiane il primato di preferenza in Germania.

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