La recente tempesta che si è abbattuta su Rocca Salimbeni potrebbe, evidentemente, avere delle conseguenze anche sul piano delle proprietà che Banca Mps possiede nel mondo agricolo. Una probabilità, che, in qualche modo, segue un trend già iniziato almeno a partire dal 2008 con la cessione, prima di tutto, di Fontanafredda. Ma l’impegno della banca senese nei confronti dell’agricoltura, sul piano del supporto creditizio e del sostegno a nuovi progetti produttivi di settore, potrebbe, invece, ricevere una nuova spinta.
Archiviata ormai la vendita di Fontanafredda da parte della Fondazione Monte dei Paschi di Siena (che ne aveva rilevata la proprietà nel 2008 dalla Banca Mps per 90 milioni di euro insieme a Luca Baffigo e Oscar Farinetti, rispettivamente consigliere e patron di Eataly e che a loro volta hanno rilevato definitivamente la quota restante della Fondazione (36%) nel 2012 per 32,5 milioni di euro) e, nel 2009, quella del 75% del capitale sociale di Marinella Spa (nota come “Fattoria Marinella”, tra Liguria e Toscana: 430 ettari complessivi, di cui 380 utilizzati per l’attività agricola (produce anche il “Latte di Marinella”) e 50 di spiagge), per un controvalore di 64 milioni di euro, alla “Progetto Sviluppo Marinella Spa (formata da Consorzio Cooperative Costruzioni, Unieco Società Cooperativa, Società Italiana Condotte d’Acqua e Condotte Immobiliare), il Gruppo Monte dei Paschi di Siena detiene ancora importanti tenute, benché abbia già messo in chiaro la volontà di “alleggerire” la sua partecipazione alla proprietà di realtà produttive agricole. Una criticità quest’ultima, che la stessa Bankitalia, a partire dagli anni Novanta, aveva già più volte segnalatoall’istituto senese, senza però essere ascoltata.
A partire dall’azienda chiantigiana Poggio Bonelli (57 ettari di cui 18 a vigneto, acquisita nel marzo 2000) e la vicina Fattorie Chigi Saracini (lascito del conte Guido Chigi Saracini fondatore dell’Accademia Chigiana: 753 ettari complessivi dei quali 65 coltivati a vigneto, 340 ettari condotti a seminativo, 8.000 piante di olivo, una villa da 800 mq, vari fabbricati sparsi fra i vigneti e le cantine storiche), con base a Castelnuovo Berardenga, che insieme producono mezzo milione di bottiglie e fanno capo alla Mps tenimenti Spa (capitale sociale di 89.104.800 euro).
Purtroppo, le acque intorno alla Banca sono, eufemisticamente, molto agitate e la “spada di Damocle” del rientro dal prestito accordato dal Governo italiano (4 miliardi di euro a tassi d’interesse fra il 9 e il 15%), incombe. In questo senso, le proprietà agricole del Gruppo senese, che probabilmente non rivestono più un ruolo strategico nel progetto futuro della banca, potrebbero essere oggetto di vendita. E in questi giorni di tensione attorno a Rocca Salimbeni non mancano i rumors che indicherebbero già sul mercato l’azienda chiantigiana Poggio Bonelli (valutata intorno ai 40 milioni di euro). Ma anche la più grande e prestigiosa Fattorie Chigi Saracini potrebbe essere immediatamente vendibile, anche se sarebbero da valutare eventuali vincoli che il conte Guido Chigi Saracini potrebbe aver concordato con la banca stessa al tempo della costituzione della Fondazione che amministra l’Accademia Chigiana (siamo nel 1958).
Valutazione, invece, del tutto diversa, quella sull’impegno della Banca Monte dei Paschi verso il mondo imprenditoriale agricolo. Che il nuovo management abbia intenzione di ridare all’istituto un respiro più territoriale e più attento al mondo della produzione vera, contro le lusinghe dei giochi della finanza, sembra essere un fatto ormai assodato. Il che indica, specialmente guardando agli interessi della Banca in Toscana ma non solo, l’intenzione di fornire un supporto alle aziende, in termini soprattutto di concessione del credito, tendenzialmente in crescita e che potrebbe trovare proprio in questo asset uno dei suoi volani di sviluppo futuri più attivi. Tanto più che, storicamente, la banca senese, ereditando l’Istituto Nazionale di Credito Agrario e poi l’Istituto Federale di Credito Agrario per la Toscana (che proprio quest’anno compirebbe 100 anni), ha consolidato il suo ruolo di operatore specializzato nel credito a lungo e lunghissimo termine a favore di progetti legati al mondo agricolo, sotto l’egida di BancaVerde, una realtà attualmente non più a se stante perché confluita nel Gruppo Mps, ma che potrebbe ritrovare una nuova “gioventù”, accompagnando, fra gli altri, i piani per il finanziamento di progetti di sviluppo coerenti con la tutela, la riqualificazione e la valorizzazione dell’ambiente.
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