Un’annata difficile dal punto di vista climatico, con eventi estremi - piogge prolungate in tarda primavera e caldo anomalo ad agosto, con picchi anche a 40 gradi - e la complicazione della peronospora, ma che, grazie soprattutto all’esperienza e alla capacità dei produttori, presenta un bilancio senz’altro positivo, che potrebbe riservare ottime sorprese da un punto di vista della qualità e della longevità dei vini. É lo stato dell’arte dell’annata 2023 nelle Langhe, secondo i vignaioli dell’Associazione Deditus (di cui fanno parte Azelia, Cordero di Montezemolo, Sandrone, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi, Prunotto e Vietti), che disegnano un primo bilancio, mentre è ancora in corso la raccolta di Nebbiolo da Barolo. Il 2023 è un millesimo in cui la natura non ha sicuramente aiutato, e dove i risultati, che si preannunciano speciali, saranno garantiti esclusivamente dal grande lavoro svolto in vigna e poi in cantina, oltre che dalla capacità ed esperienza dei singoli produttori.
Deditus è l’associazione (il cui primo nucleo è nato negli Anni Novanta del Novecento, grazie a Gianni Gagliardo, per l’Asta del Barolo) che oggi mette insieme le grandi famiglie di Langa, proprietarie di vigneti a conduzione diretta all’interno dei confini della denominazione Barolo. Ne fa parte, tra gli altri, Stefano Gagliardo di Poderi Gianni Gagliardo, che non esita a definire “miracolosa” la vendemmia 2023: “nonostante il clima estremo, con piogge ininterrotte a maggio e giugno, seguite da un agosto con temperature elevatissime e da un autunno anomalo (che continua tuttora), siamo stati bravi a saper gestire al meglio la situazione: questa è la classica annata in cui il produttore fa la differenza. Abbiamo riscontrato, in alcune vigne , bruciature parziali nei grappoli, e qui ovviamente entra in gioco la capacità di saper selezionare la materia prima. Non abbiamo, invece, avuto conseguenze per la peronospora: ma questo dipende, soprattutto, dal fatto che, in Piemonte, siamo più abituati, rispetto ad altre zone, alle primavere piovose, e, dunque, possiamo contare su una maggiore esperienza”. Da questo punto di vista i produttori di Deditus (Azelia, Cordero di Montezemolo, Sandrone, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi, Prunotto e Vietti) sono unanimi nel confermare che, nella gestione della peronospora, non ci sono grosse differenze tra approccio biologico e convenzionale, ma semmai tra chi ha esperienza e chi invece è rimasto spiazzato, in altri regioni d’Italia, da una situazione anomala.
Una posizione confermata anche da Eugenio Palumbo (Vietti): “siamo riusciti a contenere la peronospora attraverso una raccolta “chirurgica” in vigna. Questo ha raddoppiato i tempi della vendemmia, ma, grazie all’esperienza - il nostro territorio è abituato alle primavere piovose, e siamo più preparati rispetto ad altre regioni - non abbiamo avuto conseguenze”. “É una vendemmia interessante, una vera sfida per i produttori - fanno sapere da Poderi Luigi Einaudi - non rileviamo grandi conseguenze dovute agli effetti climatici, tranne una decina di giorni ad agosto con 40 gradi in cui le uve hanno subito delle scottature. Al momento stiamo ancora raccogliendo il Nebbiolo da Barbaresco, contiamo di concludere verso il 20 ottobre”. Gli fa eco Alberto Cordero di Montezemolo della cantina Cordero di Montezemolo: “in annate disomogenee come questa, caratterizzata da molte sfide da un punto di vista climatico - con le piogge di maggio e giugno e la peronospora, seppur a macchia di leopardo - conta essenzialmente l’esperienza e la capacità di prendere decisioni lungimiranti: il risultato è una vendemmia decisamente buona, ma che ci ha fatto sudare. Il caldo ormai è un dato di fatto, abbiamo imparato a gestirlo da un punto di vista agronomico. I diradamenti sono stati fatti ai primi di settembre, le rese sono leggermente più basse, ma riscontriamo un discreta gradazione alcolica per i bianchi. Dolcetto e Barbera hanno già concluso la malolattica, mentre abbiamo iniziato ieri la raccolta di Nebbiolo da Barolo”. Anche Lorenzo Scavino (Azelia) conferma di avere iniziato da pochi giorni la vendemmia del Nebbiolo: “queste annate difficili ci fanno capire quanto le nostre viti siano resistenti, nonostante i cambiamenti climatici: sono piante resilienti, vecchie, con radici profonde. Quest’anno è stato complicato anche perché non ci dimentichiamo che arriviamo dal 2022, il millesimo più siccitoso di sempre: poi ci siamo trovati di fronte piogge insistenti, e di seguito il gran caldo estivo. Basti pensare che se la temperatura esterna è di 38 gradi, all’interno del chicco d’uva se ne registrano addirittura 10 in più, dunque, 48 gradi. Una situazione che ci ha portato ad effettuare una selezione maniacale in vigna, impiegando molto più personale e più tempo. I risultati che abbiamo di fronte ad oggi sono buoni, con rese nella media, acidità alta e quadro polifenolico intenso”. Luca Sandrone della cantina Luciano Sandrone spiega che è già terminata la vendemmia di Dolcetto e Barbera, mentre è appena partita la raccolta di Nebbiolo da Barolo: “non vogliamo avere fretta, anche se questo caldo fa un po’ paura, nonostante sia ottobre c’è poca escursione termica tra giorno e notte. Questa è stata un’annata pazza, con una sorpresa dopo l’altra. Abbiamo ritardato i diradamenti, poi abbiamo raccolto in maniera lenta e meticolosa, grappolo per grappolo, puntando sulla scelta delle uve in fase di vendemmia. Ad oggi i vini già in cantina sono ottimi, con un bell’equilibrio”. Stefano Chiarlo (Michele Chiarlo) commenta, invece,“contrariamente alle annate calde del passato, riscontriamo un’alcolicità non troppo elevata e acidità interessante. Le rese sono buone e nella nostra media, si aggirano sui 55-60 quintali per ettaro nei cru”. É iniziata, da pochissimo, la raccolta di Nebbiolo, a Barbaresco, nell’azienda Pio Cesare: “fin qui le uve che abbiamo portato in cantina ci hanno dato grandi soddisfazioni: riteniamo che sarà un’annata da ricordare, con un grande potenziale di invecchiamento. Ottimi auspici anche per i bianchi, che abbiamo raccolto ad inizio settembre”.
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