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BOOM DELLE BOLLICINE: PER FRANCEAGRIMER LA FRANCIA È ANCORA REGINA, SIA PER PRODUZIONE CHE PER CONSUMI. NEL MONDO LA PRODUZIONE È CRESCIUTA DELL’80% IN DIECI ANNI, LA SORPRESA È LA SPAGNA ED IL FUTURO PASSA PER RUSSIA E CINA

Italia
La produzione delle bollicine nella tabella France AgriMer

Sono le bollicine le protagoniste degli scambi internazionali di vino degli ultimi anni, e a confermarlo, per l’ennesima volta, da Oltralpe, sono i dati di FranceAgriMer, che raccontano come, nel 2012, il commercio di vini spumanti abbia toccato, in valore, i 4 miliardi, con una crescita, nell’arco di un solo decennio, dell’80%. Il merito è da ascrivere quasi esclusivamente a tre Paesi, Francia, Italia e Spagna, che hanno trainato la produzione mondiale ad un +8% nel 2011 sulle medie del quinquennio 2006-2010, a quota 2,5 miliardi di bottiglie: una cifra impressionante se si pensa che lo Champagne pesa “appena” per 320 milioni di bottiglie, grazie alla quale l’export ha addirittura superato i livelli pre-crisi del 2009. La produzione è concentrata per il 65% in quattro Paesi, Francia, Italia, Spagna e Germania, con la Francia che produce mediamente tra i 500 ed i 600 milioni di bottiglie complessive, saldamente davanti all’Italia, a quota 400 milioni, almeno secondo i dati FranceAgriMer, che sottolinea il boom della Spagna, capace nell’arco di un decennio di raddoppiare la propria quota, arrivata ormai a 340 milioni di bottiglie, più della Germania, che pure destina ad i vini frizzanti il 25% della sua produzione viticola.
E i Paesi produttori, del resto, sono anche i primi consumatori: in Francia si bevono una media di 5,5 bottiglie di vino spumante a persona ogni anno, in Germania 4,8, di cui una buona metà italiane, specie Prosecco e Lambrusco. Al terzo posto, il Belgio, che in media consuma 4,3 bottiglie a persona ogni anno, molto di più degli Usa, sesto produttore mondiale (dietro anche alla Russia), che pure restano un punto di riferimento fondamentale per il mercato internazionale del vino, con poco più di mezza bottiglia pro capite bevuta ogni anno, un dato in crescita, nel 2012, del 33% sulle medie del periodo 2007-2011. In valore, invece, l’importatore di riferimento è la Gran Bretagna, ma il futuro passa per i due giganti dell’Est, Russia e Cina, due player molto diversi, ma indicati anche da FranceAgriMer come il crocevia per il futuro delle bollicine. Ciò che l’analisi dell’istituto francese sottolinea, infine, è che, a differenza di quanto sostenuto da molti, specie nel Belpaese, le fortune dello Champagne non dipendono dalla concorrenza delle altre bollicine prodotte nel mondo, al contrario: la differenza di prezzo è talmente grande, almeno in rapporto alle produzioni numericamente paragonabili con lo Champagne, che i due mercati, semmai, viaggiano in parallelo, aiutandosi l’un con l’altro ad ampliare la platea dei consumatori.
Info: www.franceagrimer.fr

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