Mentre Bordeaux si prepara ad accogliere i wine merchant ed i critici internazionali nella “Semaine des Primeurs” (14-17 aprile), con la presentazione dell’attesa annata 2024 ancora in botte, la città guarda anche “dentro se stessa” per promuovere i “vini di casa” che costituiscono un volano determinante della propria economia. Il progetto si chiama “Bordeaux se met au verre” (Bordeaux si versa nel calice, ndr) e partirà il prossimo 10 aprile. Si tratta di un’iniziativa condivisa e che mette insieme il Comune di Bordeaux, il Civb (Consiglio Interprofessionale del Vino di Bordeaux), la Cci (Camera di commercio e Industria) Bordeaux Gironde e l’Umih33 (Unione dei Mestieri e delle Industrie dell’Ospitalità della Gironda), tutti uniti per promuovere un’offerta di vini al bicchiere, in grado di esprimere, la diversità dei vini di Bordeaux, il loro valore e la loro accessibilità.
Rossi, bianchi, rosati, spumanti, Bordeaux ha tutto nelle sue 65 denominazioni, ma questa varietà non si traduce automaticamente in possibilità di scelta per i consumatori: se Bordeaux è, infatti, ben presente nelle carte dei vini dei locali della città (95%), il numero di referenze, spiega una nota degli organizzatori dell’iniziativa, rimane ancora limitato: sono 6 in media, ma il 41% ne propone 3 (o meno) e solo il 2% ne ha almeno una per ogni tipologia di Bordeaux o di Crémant.
Le difficoltà del vino e le abitudini che cambiano toccano anche la Francia. Ma il consumo di vino dei francesi, orientato verso un approccio meno quantitativo e più qualitativo, rafforza i vantaggi di avere un’offerta di vini al bicchiere attraente e la necessità per i professionisti della ristorazione e del vino di lavorare insieme, soprattutto a livello locale.
Per partecipare i proprietari di esercizi (ristoranti e/o bar) di Bordeaux possono iscriversi gratuitamente al movimento #Bordeauxlocal ad un’unica condizione: offrire almeno il 50% dei vini di Bordeaux in carta. È richiesto, inoltre, l’impegno di proporre, a partire dal 10 aprile, un minimo di tre vini di Bordeaux al bicchiere (di cui uno a 5 euro e uno biologico, da servire con calici, sottobicchieri e grembiule realizzati ad hoc per l’iniziativa).
Questa spinta collettiva mira a sostenere gli esercizi che giocano già la carta del locale e della diversità ed incoraggia gli altri ad ampliare le proprie carte con vini locali, rispondendo, così, alle aspettative dei consumatori e dei visitatori che chiedono prodotti a filiera corta. Un’iniziativa che fa parte del movimento #Bordeauxlocal, che, nato nel 2020, riunisce molteplici attori economici girondini (ristoranti ed enoteche compresi) per promuovere un consumo di vino locale e responsabile, puntando in particolare sulla ricchezza dell’iconico territorio francese.
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